La presidente del Consiglio Nazionale dei Diritti Umani (CNDH) del Marocco, Amina Bouayach, ha ricevuto venerdì 10 gennaio a Napoli, in Italia, il Premio Fondazione Mediterraneo 2025 ed è diventata “Ambasciatrice della Fondazione degli Stati Uniti del Mondo” per il suo ricco e innegabile contributo alla difesa dei diritti umani”.
Intervenendo all’apertura di questa cerimonia, il Presidente della Fondazione, Michael Capasso, ha elogiato il notevole contributo di Bouayach nel campo dei diritti umani a livello nazionale e internazionale, sottolineando che questo premio è un segno di riconoscimento per la sua dedizione e dinamismo.
Questo premio, sotto forma di trofeo realizzato dal famoso scultore italiano Mario Molinari, simboleggia il dialogo e la cooperazione tra i popoli, ha aggiunto Capasso, notando che non sorprende che Bouayach “faccia l’unanimità attorno a sé, nelle strutture della società civile, dove gode di una credibilità costantemente rinnovata”.
Da parte sua, l’ambasciatrice del Marocco presso la Santa Sede e nell’Ordine Sovrano Militare di Malta, Rajae Naji Mekkaoui, ha elogiato l’impegno di “una militante instancabile impegnata nella difesa dei diritti umani”.
La diplomatica ha sottolineato che questa distinzione, “ben meritata”, è una chiara illustrazione dell’impegno costante e dei progressi del Regno del Marocco nella promozione dei diritti umani e della situazione delle donne marocchine sotto la guida di Sua Maestà il Re Mohammed VI, che, ponendo l’accento del CNDH, sotto la guida di una grande attivista, ha corroborato la sua ferma volontà di promuovere e far prevalere lo statuto della donna e i diritti degli uomini e delle donne.
Da parte sua, il Presidente del Consiglio degli Ambasciatori della Fondazione e Presidente della Chaire Alliance des Civilisations presso l’Università Euromed di Fez, Abdelhak Azzouzi, ha fatto sapere che la nomina di Bouayach da parte di Sua Maestà il Re Mohammed VI, al posto di Presidente della CNDH, consacra la sua lunga carriera e di diverse responsabilità, tra cui quella di Vicepresidente dell’Alleanza Globale delle istituzioni Nazionali dei diritti dell’Uomo (GANHRI), Vicepresidente e Segretario generale della Federazione internazionale per i diritti umani (FIDH) e membro del Comitato mondiale contro la pena di morte.
Nel suo intervento, Amina Bouayach ha sottolineato che questo prestigioso premio mediterraneo, che rappresenta per lei “un grande orgoglio” e “un immenso onore” come donna e militante, è soprattutto un omaggio al Marocco per il suo impegno risoluto nei confronti dei valori universali di dignità, giustizia e uguaglianza, sotto la guida illuminata di SM il Re Mohammed VI.
In questa occasione, ha sottolineato che il Regno del Marocco si è affermato come attore determinato, svolgendo il ruolo di ponte tra continenti, culture e religioni, promuovendo al contempo una visione aperta e tollerante, basata sulla pluralità e sull’inclusione.
L’anno scorso è stato segnato da una svolta storica attraverso il voto a favore della moratoria universale contro la pena di morte, una decisione che si inserisce in una dinamica più ampia volta a rafforzare le libertà fondamentali e a promuovere una società marocchina più democratica, inclusiva ed equa, ha affermato.
La presidente del CNDH ha inoltre affermato che le proposte di modifica del Codice della famiglia, presentate lo scorso dicembre, sono il risultato di un approfondito processo di consultazione, definendo queste riforme come “ambiziose” e “caratterizzate da speranza”, con l’obiettivo di rafforzare i diritti delle donne e dei bambini.
Riferendosi alla pertinenza del dialogo tra le due sponde del Mediterraneo, Bouayach ha insistito sull’imperativo della solidarietà, del rispetto reciproco e della cooperazione in settori chiave quali l’istruzione, la cultura, l’ambiente, la partecipazione dei giovani e i diritti umani.
La leader del CNDH ha sottolineato che il Premio Mediterraneo 2025 celebra il cammino di tutte le donne e di tutti coloro che, spesso in condizioni difficili, lavorano con coraggio e abnegazione per la dignità e la giustizia.
La cerimonia, che si è svolta in presenza del Console Generale del Marocco a Napoli, M’Hammed Khalil, e di una platea di personalità del mondo politico, diplomatico, culturale e mediatico marocchino, italiano e internazionale, su iniziativa della Fondazione Stati Uniti del Mondo.
La cerimonia di premiazione è stata caratterizzata da una visita al museo della Fondazione, che ospita un’antologia di patrimoni culturali provenienti da diversi paesi del mondo, tra cui una sezione riservata ai prodotti artigianali ancestrali del Regno del Marocco.
Di Belkassem Yassine
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