Andrea Fadda è un ragazzo di Bosa di 27 anni che nella vita fa il sous-chef di cucina. Ha una storia alle spalle ricca di emozioni. Infatti, all’età di 16 anni lascia la sua terra, la Sardegna appunto per iniziare la sua carriera in cucina a Londra. Per Andrea arriva così il successo anno dopo anno, ma nel 2020 arriva il Coronavirus che cambia le carte in tavola e ribalta ogni tipo scenario. L’emergenza sanitaria costringe Andrea al rientro nella sua terra e qui ancora una volta riscrive la storia, la sua storia.
Andrea Fadda attraverso una lettera,racconta ad Ajonoas la sua esperienza di vita:
“Mi chiamo Andrea Fadda e sono un ragazzo di Bosa. Ho 27 anni e nella vita sono un sous chef di cucina. Ho il piacere di raccontare ai vostri microfoni la mia storia. All’età di 16 anni sono partito dalla Sardegna per Londra, dove ho avuto la possibilità di lavorare in ristoranti di fama mondiale per ben tre anni. Ho girato anche mezza Italia sempre in ristoranti e cucine di medio e alto livello. Poi un giorno è arrivata l’offerta a Dubai come Junior sous chef. L’occasione si presento per la nuova apertura del ristorante italiano di nome Scalini sito all’interno del Four Season. Il successo è arrivato quasi subito, abbiamo raggiunto infatti coperti e incassi del tutto inaspettati.
Giorno dopo giorno maturavo sempre di più l’idea che il mio sogno era quello di lavorare strutture che fossero sempre più eccellenti come l’Armani Hotel al Burj Kalifa in veste di chef de partie, nel ristorante Gourmet, fiore all’occhiello dell’Armani Hotel di Giorgio Armani appunto collocato all’interno del Burj Kalifa. Purtroppo però il sogno si è infranto a causa del Covid e in seguito al lockdown sono stato costretto al rimpatrio in Sardegna. Sono dell’idea che oltre ad aver pazienza, non bisogna mai mollare e quindi fortunatamente dopo la quarantena, ho ricevuto una proposta allettante per fare il secondo chef a Cagliari presso il ristorante Le Segrete. Ho scelto di fare tutto questo per mia nonna. Il mio successo lo devo a lei, perché è proprio grazie a lei e ai suoi insegnamenti che ho imparato a fare la salsa al pomodoro più buona del mondo. E volevo dare a tutti un messaggio che anche se il proprio sogno si infrange, c’è sempre una ripartenza e col mio rimpatrio in Sardegna ho potuto mettere in campo le mie esperienze acquisite negli anni nella mia terra”.
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