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Arrestato il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Domenico Tallini

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Il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Domenico Tallini, è stato arrestato dai Carabinieri e posto ai domiciliari con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico mafioso.

L’indagine che ha portato all’arresto di Tallini riguarda i suoi presunti rapporti con la cosca Grande Aracri della ‘ndrangheta. «Forniva contributo concreto ad associazione e accettava dalla cosca la promessa di procurare voti», si legge nell’ordinanza firmata dal gip.

Secondo l’accusa, i rapporti di Domenico Tallini con la cosca Grande Aracri avrebbero riguardato la costituzione di una società, con base a Catanzaro, finalizzata alla distribuzione all’ingrosso di prodotti medicinali mediante una rete di punti vendita costituiti da farmacie e parafarmacie (20 in Calabria, due in Puglia e una in Emilia Romagna).

Tallini avrebbe fornito supporto alla cosca, specie nella fase di avvio del progetto ed il suo intervento, secondo quanto riferiscono i carabinieri, sarebbe stato ricambiato anche con il sostegno della cosca alle elezioni regionali del novembre 2014. Il contributo di Tallini sarebbe stato decisivo per favorire e accelerare l’iter burocratico inziale per ottenere le necessarie autorizzazioni per la costituzione della società per la distribuzione di medicinali.

Le contestazioni

«Nella campagna delle elezioni del Consiglio regionale del novembre 2014 accettava dagli esponenti della cosca di ‘ndrangheta di Cutro riconducibile a Nicolino Grande Aracri, la promessa di procurare voti mediante le modalità di cui all’art. 416 bis, in cambio della promessa di compiere in ambito politico amministrativo azioni a vantaggio degli interessi economici del sodalizio. Nello specifico spendeva il suo ruolo di assessore regionale uscente per favorire la conclusione dell’iter amministrativo per il rilascio delle autorizzazioni necessarie allo svolgimento dell’attività del Consorzio FarmaItalia riconducibile alla cosca Grande Aracri». È quanto si legge nell’ordinanza che ha portato all’arresto del presidente del Consiglio regionale della Calabria, Domenico Tallini, nell’ambito dell’operazione della Dda di Catanzaro contro la cosca Grande Aracri.
Tallini, ai domiciliari, è accusato nello specifico di concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico-mafioso. Secondo quanto riporta l’ordinanza, Tallini, nella sua veste di assessore regionale, interveniva «presso gli uffici pubblici» per «agevolare e accelerare l’iter burocratico per il rilascio di necessarie autorizzazioni nella realizzazione del Consorzio FarmaItalia e della società ‘Farmaeko Srl’, che prevedeva la distribuzione di medicinali da banco», promuovendo anche «la nomina del responsabile del relativo ambito amministrativo regionale» e inducendo «i soggetti preposti a rilasciare la necessaria documentazione amministrativa e certificazione».
Nell’ordinanza, lunga 357 pagine, si legge inoltre che Tallini, «contattato da un personaggio che si dimostra a lui molto vicino e parimenti vicino alla criminalità organizzata, Domenico Scozzafava, si sia speso notevolmente per eliminare ogni ostacolo burocratico-amministrativo per la nascita di una compagine imprenditoriale nella quale, poco più tardi, comparirà anche suo figlio Giuseppe Tallini». Secondo l’ordinanza, gli atti dimostrano che «Tallini era ben consapevole di prestare un rilevante contributo all’associazione criminale e che il lusinghiero ritorno elettorale provenutogli dai luoghi di elezione di quella cosca era riconducibile al patrimonio dì intimidazione che la cosca stessa indubbiamente detiene». 
Scozzafava, si legge ancora, era il «grande elettore di Tallini», che realizzerà il suo successo elettorale grazie ad una messe di voti che gli proviene da località del territorio crotonese. In un passaggio dell’ordinanza, poi, si sottolinea come Tallini suggerisca a Scozzafava di non parlare al telefono: «La raccomandazione di Tallini di non parlare al telefono (…) ha anche l’ulteriore intento di dare un eloquente messaggio allo stesso Scozzafava, nel senso che era lui ad avere quasi sicuramente il telefono sotto controllo, come in effetti era. Era, infatti, solo Scozzafava ad essere monitorato in quel momento». Per cui, prosegue l’ordinanza, «si deve ritenere che Tallini fosse a conoscenza che Scozzafava era legato ad ambienti criminali». C’è inoltre un momento, prosegue l’ordinanza, in cui «Tallini risulta coinvolto direttamente negli affari del Consorzio», che segna «una significativa svolta anche nei rapporti tra Tallini e Scozzafava, che diventa sempre più consapevole di essere legato ‘a doppio filò con l’assessore».  

Diciannove indagati

Nell’operazione dei carabinieri dei Comandi provinciali di Catanzaro e di Crotone – denominata Farmabusiness – che ha portato all’arresto del presidente del Consiglio regionale della Calabria, Domenico Tallini sono coinvolte, complessivamente, 19 persone destinatarie di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Catanzaro su richiesta della Dda.

Sono accusate, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori, tentata estorsione, ricettazione e violenza o minaccia a un pubblico ufficiale.

Il provvedimento trae origine da due attività investigative convergenti dirette e coordinate dal Procuratore della Repubblica, Nicola Gratteri, dal Procuratore aggiunto, Vincenzo Capomolla e dai sostituti procuratori Paolo Sirleo e Domenico Guarascio.

«Le emergenze investigate – nota stampa diramata dai Carabinieri – hanno riguardato l’operatività della cosca di ‘ndrangheta Grande Aracri di Cutro nell’area di origine e nel territorio catanzarese, con particolare riferimento alle iniziative imprenditoriali avviate in quest’ultima provincia mediante il reimpiego di capitali della cosca. In particolare, gli elementi raccolti nel corso delle indagini hanno permesso di definire i nuovi assetti della cosca Grande Aracri dopo le operazioni che ne hanno colpito i principali esponenti e lo stesso capo Nicolino Grande Aracri. Sono state inoltre documentate la realizzazione e l’operativà da parte degli indagati, attraverso la preliminare intestazione fittizia di beni e utilità. È stato accertato anche il ruolo di professionisti ed imprenditori nella realizzazione del programma della cosca con riguardo al perseguimento dei vantaggi economici nei diversi settori imprenditoriali di interesse. Le indagini hanno consentito di ricostruire anche specifici episodi intimidatori, tanto riconnessi alla realizzazione dell’iniziativa imprenditoriale della cosca, quanto con specifico scopo estorsivo, oltre che la disponibilità di numerose armi».

Facce pulite per ottenere i prestiti-Covid

Tallini era atteso a Roma con  una delegazione composta dai consiglieri regionali di maggioranza per partecipare alla manifestazione di protesta del direttivo dell’ANCI Calabria per chiedere la fine del commissariamento della sanità in Calabria e «per garantire ai nostri corregionali condizioni di pari dignità e trattamento nella tutela della salute. Occorre restituire dignità al popolo calabrese e alle sue istituzioni», aveva scritto in una nota.

Articolo a cura di GIOMARIA LANGELLA

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