Ormai è diventato un mantra quello che la ministra Lucia Azzolina continua a ripetere in ogni trasmissione televisiva dove è ospite o in ogni intervista che rilascia. “Le scuole devono restare aperte, non si chiudono!”
Al contrario moltissime regioni italiane o comuni, ritengono che chiudere le scuole a volte sia necessario e/o addirittura fondamentale. Ma per la Azzolina queste decisioni sono gravi e assurde, dato che anche il comitato tecnico scientifico ha ritenuto opportuno che le scuole infanzia, primarie e nidi, possano proseguire in presenza l’anno scolastico.
“Tenere le scuole aperte – scrive la Azzolina sul suo profilo Facebook – significa aiutare le fasce più deboli della popolazione. Significa contrastare l’aumento delle disuguaglianze, un effetto purtroppo già in corso, a causa della pandemia. Significa tutelare gli studenti, ma anche tante donne, tante mamme, che rischiano di pagare un prezzo altissimo.
In mezzo a tante incognite, una certezza c’è: la chiusura delle scuole non produce gli stessi effetti per tutti. La forbice sociale si allarga, il conto lo pagano i più deboli.
Ci sono poi territori in cui la chiusura delle scuole è sinonimo di dispersione scolastica. E la dispersione scolastica – chiamiamo le cose con il loro nome – equivale all’abbandono dei ragazzi.
Ampliare il divario tra famiglie benestanti e famiglie svantaggiate è una responsabilità enorme. Dobbiamo esserne consapevoli. La scuola – conclude la Ministra – è futuro. Senza scuola il Paese diventa più debole.”
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