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Cagliari celebra la Giornata della Memoria per rinnovare il ricordo della Shoah

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Cagliari celebra la Giornata della Memoria per rinnovare il ricordo della Shoah e commemorare le vittime dell’Olocausto, lo sterminio del popolo ebraico, le leggi razziali, la persecuzione, la deportazione, la prigionia, la morte.

La cerimonia commemorativa promossa dalla Prefettura di Cagliari presso l’Auditorium del Conservatorio di Musica “Giovanni Pierluigi da Palestrina”, oltre ai rappresentanti delle Istituzioni, ha avuto un’ampia partecipazione degli studenti, presenti per conservare la memoria di quel drammatico momento storico per l’umanità.

Per la Regione Sardegna, in rappresentanza del presidente Christian Solinas, è intervenuta l’assessore del Lavoro, Ada Lai. “Porto i saluti del Presidente Solinas e della sua Giunta regionale. Siamo riuniti ancora una volta per celebrare la Giornata della Memoria. Io, come assessore del lavoro, simbolo della dignità dell’uomo. Quest’anno sembra ancora più significativo, dal momento che le truppe sovietiche il 27 gennaio 1945 arrivarono per prime presso Auschwitz e lì scoprirono il campo di concentramento e ne liberarono i superstiti. Facevano parte della 60ª Armata del “1° Fronte Ucraino” comandato dal maresciallo Ivan Konev. Ironia della sorte, 78 anni dopo quel giorno drammatico viviamo questa Giornata mentre in Europa si consuma un terribile conflitto scatenato dall’odio, dall’intolleranza, dalla violenza fratricida. Questo sembra confermare quanto diceva Liliana Segre qualche giorno fa a Milano: “Una come me ritiene che tra qualche anno sulla Shoah ci sarà solo una riga tra i libri di storia e poi più neanche quella”. Una triste constatazione che speriamo non si realizzi, ma che in effetti fa pensare come si fa presto a dimenticare l’orrore, la devastazione e il genocidio di milioni di esseri umani in conseguenza delle leggi razziali e della cosiddetta soluzione finale. Non siamo qui solo perché dobbiamo tutelare la democrazia, ma perché siamo tutti convinti, tristemente, che la storia si ripete e la nostra responsabilità ci impone di essere persone impegnate a far si che questo non accada più. Ognuno di noi è chiamato, come invitava Giovanni Paolo II, ad essere costruttore di pace, di solidarietà e di fratellanza sull’esempio dei sette Giusti tra le nazioni, di cui ieri le targhe sono state poste nel Giardino dei Giusti del Palazzo Siotto. Nel nostro piccolo, come Regione sarda siamo impegnati a fronteggiare l’odio e la discriminazione con iniziative concrete. Non solo giornate di sensibilizzazione, ma progetti volti a contrastare il fenomeno dello sfruttamento in campo lavorativo, perché anche questo toglie la dignità all’uomo. Ho riunito anche le nostre comunità di emigrati perché portino questa voce nel mondo, perché il mondo deve prendere atto di cosa è successo. Ricordare la sofferenza, il martirio e la soppressione di milioni di nostre sorelle e nostri fratelli ha senso soltanto se ci impegniamo a costruire e rafforzare alleanze, che consentano a ciascuno di noi di essere, prima ancora di fare, esseri umani, innanzitutto, opponendoci con decisione a tutte le forme di razzismo, emarginazione, intolleranza, isolamento, violenza e sopraffazione. L’indifferenza uccide in tutti i campi. Il modo per sconfiggere questi percoli è di riconoscerci reciprocamente come un’opportunità di bene gli uni gli altri. Concludo con una frase di Anna Frank, una ragazza della vostra età, che quel periodo lo visse in prima persona, “E’ un grande miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché anche se esse sembrano assurde e inattuabili le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo. Vogliamo crederci anche noi, noi tutti, ed per questo, che anche questa volta siamo qui, e ci saremo ancora”.

La cerimonia è stata anche un momento di narrazione dei fatti e di riflessione sull’immensa tragedia che ha colpito milioni di persone, con le letture dei brani del libro di Vasilij Grossman “L’inferno di Treblinka” e gli  intermezzi musicali dell’Orchestra della Classe di esercitazioni orchestrali e del Coro delle voci bianche del Conservatorio di Cagliari. Durante la commemorazione è stata consegnata una medaglia commemorativa a Gabriella Fois, figlia di Francesco Fois, deceduto, deportato dal 9 settembre 1943 all’8 maggio 1945 e internato in Germania.

 

Fonte: Regione Sardegna

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