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CAPORALATO E AGROMAFIE, UNA STORIA DI SFRUTTAMENTO SENZA TEMPO

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Caporalato e Agromafie: esseri umani come schiavi che subiscono e un danno all'Erario per centinaia di milioni ogni anno

Il caporalato in agricoltura è un fenomeno criminale presente in tutta Italia, da nord a sud, che coinvolge più di 400 mila lavoratori (quasi il 90% sono stranieri) e ha un costo per le casse dello Stato, in termini di evasione contributiva, superiore ai 700 milioni di euro l’anno. Donne e uomini spesso immigrati sono costretti a confrontarsi con questa antica forma di sfruttamento, e come se non bastasse una buona parte vive una condizione di disagio abitativo e ambientale: manca l’accesso ai servizi igienici e all’acqua corrente.

La scorsa notte la Guardia di Finanza impegnata nell’operazione “Demetra” ha sgominato due organizzazioni tra le provincie di Cosenza e Matera operanti nell’impiego e nello sfruttamento di operai agricoli nelle campagne della Basilicata e della Calabria.

 

300 i militari in azione dei reparti di Catanzaro e Crotone, che su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica, Flavio Serracchiani, hanno dato esecuzione, a un’ordinanza di custodia cautelare e al sequestro di 14 aziende agricole con sede in Calabria e Basilicata (LEGGI TUTTI I PARTICOLARI), emessa dal Gip del Tribunale di Castrovillari, Luca Colitta, a carico di 52 persone, indagate per associazione per delinquere finalizzata all’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro ed al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Le INTERCETTAZIONI hanno svelato retroscena raccapriccianti, migranti chiamati «scimmie» e costretti a lavorare per pochi euro al giorno e a bere l’acqua di un fosso di scolo dove venivano riempite le bottiglie.

I finanzieri della Tenenza di Montegiordano, durante un posto di blocco lungo la statale 106, hanno controllato un furgone diretto nelle campagne lucane, all’interno del quale viaggiavano 7 braccianti agricoli destinati al lavoro nei campi. Le indagini, durate più di un anno, hanno fermato 60 persone indagate per sfruttamento e immigrazione clandestina, inoltre sono state sequestrate 14 aziende agricole, di cui 12 ubicate in provincia di Matera e 2 in provincia di Cosenza, per un valore stimato di quasi 8 milioni di euro.

Gli indagati, italiani e stranieri di nazionalità pakistana, magrebina e rumena, sono stati identificati e denunciati a seguito dell’intensa attività investigativa da parte delle forze dell’ordine che, con intercettazioni e pedinamenti, hanno raccolto gli indizi necessari.

Una fiorente attività che sfrutta la manodopera agricola impiegandola nei campi senza i presidi e le dotazioni di sicurezza obbligatorie; dei 200 braccianti reclutati molti venivano prelevati dai centri di accoglienza locali e costretti a lavorare in condizioni di lavoro e igieniche degradanti.

Al vertice della struttura malavitosa 16 caporali ciascuno con compiti di controllo e gestione del reclutamento, gli stessi intrattenevano i rapporti con gli imprenditori agricoli locali e provvedevano a sottopagare le giornate di lavoro ai braccianti.

Coinvolte altre 30 persone tra sub-caporali e utilizzatori, e un dipendente dell’amministrazione comunale di Rossano, che favoriva l’organizzazione criminale rilasciando documenti di identità e certificati di residenza in favore dei braccianti reclutati, al fine di regolarizzarne la posizione sul territorio e consentire la fittizia assunzione da parte delle aziende utilizzatrici con imponenti risparmi fiscali e previdenziali. Altre 13 persone sono state denunciate per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e organizzazione di matrimoni “di comodo” dietro pagamento di cospicue somme di denaro.

Grazie alle Fiamme Gialle per ora è stata bloccata l’ennesima organizzazione destinata a crescere e a continuare a sfruttare vite umane togliendo loro la dignità ed il diritto al lavoro.

 

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