Oltre la metà dei detenuti nelle carceri della Sardegna ha più di 45 anni. È il dato allarmante diffuso dall’associazione “Socialismo Diritti Riforme” (SDR), che, sulla base dei numeri forniti dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, denuncia le crescenti difficoltà del sistema penitenziario isolano, tra problemi sanitari, sovraffollamento e mancanza di percorsi riabilitativi efficaci.
Secondo le elaborazioni di SDR, il 50,8% dei detenuti dei dieci istituti penitenziari sardi – pari a 1.174 persone su 2.309 presenti – ha un’età compresa tra i 45 e oltre 70 anni. Solo il 23,2% dei reclusi rientra nella fascia 18-34 anni (537 persone), mentre i detenuti tra 35 e 44 anni rappresentano il 25,8% (598 persone).
Un quadro che, secondo la presidente Maria Grazia Caligaris, è destinato a peggiorare: “Con l’arrivo a Cagliari-Uta dei detenuti sottoposti al regime del 41 bis, la presenza di persone anziane e con patologie croniche è destinata ad aumentare, aggravando le difficoltà già esistenti negli istituti sardi”, ha dichiarato.
Emergenza sanitaria e mancanza di personale
L’invecchiamento della popolazione carceraria si traduce in un aumento delle problematiche sanitarie, spesso già gravi per la presenza di tossicodipendenti e detenuti con disturbi psichiatrici. A questo si aggiungono la carenza di agenti penitenziari e di personale sanitario e le difficoltà strutturali di molte strutture, tra cui le colonie penali, spesso “semivuote e non attrezzate per offrire lavoro e percorsi riabilitativi qualificati”.
“Con queste condizioni – ha aggiunto Caligaris – è difficile garantire ai detenuti reali possibilità di reinserimento sociale. Le aziende sarde, in gran parte a conduzione familiare, mostrano scarsa disponibilità ad assumere persone provenienti dal sistema penitenziario. Per questo, l’unica strada per invertire la rotta potrebbe essere un’amnistia, che consentirebbe di riorganizzare il sistema e riqualificare le strutture secondo i bisogni reali”.
Sovraffollamento: numeri oltre la capienza
I dati del Ministero della Giustizia confermano una situazione di sovraffollamento:
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Cagliari-Uta: 729 detenuti per 561 posti;
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Sassari: 543 per 454;
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Oristano: 231 per 210 posti disponibili;
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Lanusei: 39 per 33;
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Nuoro: 104 posti non utilizzabili;
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Is Arenas: 50 posti fuori uso.
Complessivamente, nelle carceri sarde risultano recluse 2.380 persone per 2.348 posti regolamentari, ma 231 posti non sono effettivamente disponibili, aggravando ulteriormente la pressione sugli istituti.
La richiesta di SDR: più risorse e progetti di recupero
“Pur riconoscendo l’impegno quotidiano di operatori, direttori e del Provveditorato regionale – ha concluso Caligaris – è indispensabile un intervento finanziario del Ministero della Giustizia per rendere più adeguate le strutture, rilanciare le colonie penali e potenziare le attività lavorative e formative. Solo così lo Stato può garantire i diritti dei detenuti e riaffermare la propria funzione di rieducazione e legalità”.
Fonte: comunicato

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