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Censimento invernale del Falco pescatore: record con 45 presenze

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Si è svolto lo scorso fine settimana il censimento del Falco pescatore svernante in Sardegna coordinato dal Gruppo sardo di ricerca sul Falco pescatore e dalla LIPU. La novità di quest’anno è stata la contemporaneità su scala internazionale, infatti nel medesimo arco di tempo sono stati censiti i Falchi pescatori svernanti della penisola Iberica e della Corsica dove è in atto una collaborazione per la conservazione di questa specie.

In Sardegna sono stati ben 66 i partecipanti al censimento tra appassionati birdwatchers, ornitologi e fotografi appartenenti ad associazioni, ma anche liberi professionisti, operatori della Agenzia Forestas e della Direzione Generale della protezione civile regione. Volontari muniti di strumenti ottici come binocoli, cannocchiali e teleobiettivi in maniera sistematica hanno annotato tutte le osservazioni su apposite schede di rilevamento. Le attività sono state anche supportate dall’Area Marina Protetta del Sinis e dal Parco Nazionale dell’Asinara.

L’analisi dei dati raccolti – scrivono Alberto Fozzi, Francesco Guillot, Gabriele Pinna coordinatori censimento regionale –  ha potuto determinare che i Falchi pescatori svernanti in Sardegna sono almeno 45, numero questo che è il record per gli ultimi 5 anni, confermando una tendenza positiva emersa anche per la penisola Iberica, probabilmente da mettere in relazione con i cambiamenti climatici. Questo censimento ha confermato come le zone umide dell’Oristanese rappresentino per questa specie l’area di svernamento più importante nel bacino del Mediterraneo. Lo stagno di Mistras registra la massima concentrazione di individui grazie a particolari caratteristiche legate alla pescosità, profondità e trasparenza delle acque.

Grazie all’analisi delle letture degli anelli, di cui alcuni esemplari fra quelli censiti sono muniti, si è potuto determinare come diversi falchi provengano dall’Europa centrale e settentrionale e condividano così le aree di svernamento con quelli che si riproducono lungo le coste del Mediterraneo.”

La Sardegna ha quindi un ruolo rilevante nella conservazione di questa specie non solo come importante area di svernamento ma anche come luogo di sosta durante la migrazione che porterà poi molti esemplari a trascorrere l’inverno o a spostarsi nelle zone umide dell’Africa occidentale. Inoltre dal 2020 una coppia ha scelto le falesie della Sardegna per fare il nido; era dalla fine degli anni sessanta che non si schiudevano uova di Falco pescatore nella nostra isola, ad oggi ben cinque i piccoli si sono involati con successo.

Il Falco pescatore in Italia – conclude la nota – è incluso nella Lista Rossa, classificato come a Rischio Critico: è pertanto necessario e urgente che quanto prima si possa costituire un tavolo tecnico per definire un Piano d’Azione per la sua conservazione, è questo ora l’obiettivo prioritario del Gruppo sardo di ricerca sul Falco pescatore. Proprio per la rarità della specie si consiglia a tutti coloro che vorranno osservare gli spettacolari tuffi con cui abilmente cattura i pesci, di mantenere la massima discrezione e una adeguata distanza per evitare ogni disturbo na questo fantastico rapace.”

Fonte: comunicato stampa

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