La Rete delle Associazioni della Comunità Marocchina in Italia (RACMI) e lo Spazio Marocchino Italiano per la Solidarietà (SMIS) hanno diffuso una nota indirizzata ai media, all’opinione pubblica e alle istituzioni italiane per esprimere “profonda preoccupazione” rispetto a quella che definiscono una “crisi combinata dalla CGIL contro la Comunità Marocchina in Italia”.
Nel documento, le due organizzazioni ribadiscono la loro “ferma opposizione a qualsiasi forma di propaganda o disinformazione orchestrata contro il Marocco”, accusando “alcuni ambienti legati al Polisario” di utilizzare spazi sindacali e istituzionali per promuovere “tesi separatiste” e “strumentalizzare il tema umanitario dei campi di Tindouf in Algeria”.
“Il Sahara è marocchino, lo dice la Storia”
RACMI e SMIS riaffermano la posizione del Marocco sulla questione del Sahara Occidentale, definendolo “parte integrante e storica del territorio nazionale”. “Oltre 130 Paesi nel mondo – si legge nella nota – sostengono la sovranità marocchina sul Sahara”.
Le associazioni denunciano inoltre “viaggi organizzati da enti e associazioni italiane, con fondi pubblici regionali, nei campi di Tindouf, in Algeria”, dove “la popolazione vive senza censimento, senza libertà di movimento e in condizioni di forte vulnerabilità”.
Secondo le organizzazioni, la CGIL, in particolare, “dovrebbe schierarsi con la legalità e con la difesa dei diritti umani, non con la complicità di chi perpetua una situazione drammatica nei campi”.
“Coinvolgimento politico sotto il pretesto della solidarietà”
In una successiva Lettera aperta di risposta alla CGIL, datata 21 ottobre 2025, RACMI e SMIS hanno chiarito la loro posizione dopo una recente iniziativa sindacale tenutasi a Siracusa, durante la quale era presente una rappresentante del Fronte Polisario in Italia.
“Accogliamo con rispetto ogni gesto di solidarietà umanitaria – scrivono – ma quando viene coinvolto un gruppo armato non riconosciuto a livello statale, la solidarietà si trasforma in un atto politico che danneggia la nostra comunità”.
Le associazioni sottolineano che la cooperazione internazionale “è una relazione di diritto pubblico tra Stati sovrani” e che “l’assenza di rappresentanti ufficiali dello Stato algerino, unita alla presenza del Polisario, rende l’iniziativa di Siracusa una scelta politicamente sbilanciata”.
La questione dei pensionati marocchini
Un ulteriore punto critico riguarda la situazione dei lavoratori e pensionati marocchini in Italia.
RACMI e SMIS ricordano che “la Convenzione bilaterale sulla Sicurezza Sociale tra Italia e Marocco, firmata nel 1994, non è mai stata ratificata dal Parlamento italiano”, impedendo la totalizzazione dei contributi versati in entrambi i Paesi.
“Non si può parlare di sostegno ai lavoratori marocchini – affermano – se si ignorano i loro diritti previdenziali e si dà spazio a posizioni politiche che minano la loro unità nazionale”.
Appello alla neutralità e al dialogo
Le organizzazioni marocchine chiedono alla CGIL di “adottare una politica di stretta neutralità” conforme alle posizioni ufficiali di Italia e Nazioni Unite.
“Invitiamo la CGIL a visitare il Sahara marocchino – scrivono – e a confrontarsi con i sindacati locali per toccare con mano la realtà sul terreno, raccontando poi ai cittadini italiani ciò che realmente ha visto.”
La nota si chiude con un rammarico per la “mancata disponibilità al dialogo” da parte del Comune di Firenze e della Regione Emilia-Romagna, e con un appello finale:
“Restiamo aperti al confronto e alla cooperazione, ma chiediamo rispetto per la verità storica e per la dignità della nostra comunità.”
Firme:
Yassine Belkassem – Coordinatore nazionale RACMI
Yahya El Matouat – Presidente SMIS

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