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Corsica Med 2022 Francesco Farci di Sant’Antioco primo su Gin Tonic

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Sant’Antioco, Francesco Farci sul Mini 6,50 Gintonic, ha vinto la Corsica Med regata in solitario da Marsiglia a Marsiglia, passando per la Corsica, Capraia e Gorgona un viaggio di 500 miglia nautiche durato oltre quattro giorni svoltasi dal 2 al 7 maggio scorsi. La vittoria di Francesco è tanto più importante perché la sua è una barca del 2005 e gareggiava contro imbarcazioni molto più recenti e nella vela i progressi si misurano ormai di anno in anno. “ E’ stata una bellissima esperienza – dice con tanto entusiasmo Francesco – durissima perché dopo un giorno e mezzo mi si è esaurita la batteria e non c’è stato verso di ricaricarla e così il pilota automatico che mi consentiva di riposare la notte è andato in tilt e ho dovuto fare la veglia per gli altri due giorni e mezzo, a una certo punto ero così stanco che avevo le allucinazioni ma sono riuscito a tenere duro  e ad arrivare, solo all’arrivo mi sono reso conto di essere il vincitore” Francesco, che ha 25 anni è il primo figlio di Paolo e Cinzia e si può praticamente dire che da piccolissimo cresce in barca, appassionato di mare, soprattutto della vela, ma anche di pesca e ciclismo, ha praticato sport da sempre e ha amato il mare con grande passione e ancora lo ama. Ha studiato al Nautico di Carloforte per diventare comandante di navi ma quando faceva i sei mesi da allievo su una nave per prendere i brevetti da ufficiale ha interrotto il viaggio ed ha cominciato a girare il mondo facendo lo skipper, prima per un catamarano, di cui è stato il primo comandante, con esperienze anche nel mar dei caraibi e ora in estate fa lo skipper in Costa Smeralda  per accumulare esperienza e poter fare poi le regate in solitario come la Transat 2025 alla quale vorrebbe partecipare. Di seguito, per gli interessati postiamo il diario della regata scritto da Francesco. Ci sono alcuni termini tecnici, normali per chi pratica la vela ma che non inficiano il pathos della narrazione della bella avventura.

di Carlo Floris

Il diario di Francesco Farci

Sono in mezzo al mare, nel mio universo con Gintonic, è l’ultima navigazione prima di impacchettare la barca per la stagione estiva. Ci sono 8 nodi al lasco, il mare è piatto e non c’è traffico. Finalmente sono riuscito a fare qualche ora di sonno e ciò che è successo nei giorni scorsi mi scorre nella mente mentre guardo la scia. Gli ultimi giorni sono stati tra i più belli della mia vita! Pensare che neanche dovevo farla la Corsica Med! Sapevo bene che i tempi per il ritorno sarebbero stati tiratissimi ed infatti lo sono ma tutto il delirio che verrà nei prossimi giorni ne varrà la pena perché ho vissuto un’esperienza indimenticabile: la mia prima b solo! 475 miglia in solitario in regata.. prima di partire avevo un po’ di ansietta come è giusto che sia perché nonostante avessi fatto la qualifica e quindi già fatto lunghe navigazioni in solitario, questa volta si trattava di una regata. Ed io mi conosco, sono un agonista, quando c’è da combattere vado sempre al 100% e quindi avevo paura di non riuscire a dormire come era successo alla 222 e fare qualche stupidaggine dovuta alla stanchezza. 

Beh ormai lo sapete tutti la regata è andata alla grande!! 

Ormai è già dalla middle che conosco il potere di mentalizzare, basta crederci e ad un certo punto le previsioni diventano ciò che vuoi tu! Lo so, sembro pazzo ma in tutte le ultime regate è andata così ahahah!

Come al solito sono partito incasinato, gestire tutta la roba che ho a bordo con Pigi è fattibile, da solo sbarcare ed imbarcare cooose diventa un lavoro veramente lungo e stancante.

La notte prima della partenza la finisco alle 2 con gli appunti meteo. Questa volta niente fotocopie quindi in chiamata con Ari (che ormai è diventata espertissima nei routage) mi trascrivo cosa dovrebbe succedere, lanciamo routage su diversi modelli meteo e confrontiamo cosa dice windy nel frattempo. Mi faccio uno schema del routage e scrivo le mie sensazioni riguardo a questo meteo. Si parte di bolina (ottimo) poi ariette varie ed eventuali fino a capo Corso (ancora ottimo). Qui inizia la parte difficile, arrivando a capraia dovrebbe entrare un sud che inizialmente dovrebbe soffiare sui 15 nodi per poi diventare un lasco sui 20/25 al rientro verso Marsiglia ma la regata dovrebbe finire nuovamente nelle ariette. Il sunto è: vai a tuono all’inizio ma cerca di riposare per sopravvivere col vento forte e non arrivare morto che poi il gruppo si ricompatta e tu devi sfruttare le ariette finali. 

Mi sveglio la mattina che ho sonno. Bene ma non benissimo partire già con una notte in cui ho dormito poco! Saluto Ari con la promessa che l’ avrei chiamata a qualsiasi orario sarei arrivato e consegno il cellulare. 

Esco per primo dal porto, andare subito in mare mi mette serenità, ho tutto il tempo di settarmi la barca ed entrare nel mood giusto, di ambientarmi in questo universo chiamato Gintonic nel quale passerò i prossimi giorni.

Arriva il momento della partenza e come al solito non brillo di splendore ma ho deciso di stare un po’ conservativo perché la linea è la congiungente tra una bandiera sull’ile d’if ed un cardinale W. Risulta molto lunga e non essendoci una barca è difficile capire se sono dentro o fuori quindi per sicurezza sto in seconda fila. Un paio di barche davanti a me sono richiamate per partenza anticipata e tornano indietro per ripartire. Col cuore in gola ascolto il VHF ma 520 non viene nominato. Ok, partiti!!! Qualcuno inizia a virare, io non so bene perché aspetto ed estremizzo un po’ la sinistra tanto che effettivamente quando viro sono già largo. Penso di avere fatto la prima stronzata. Uscire bene da una partenza spesso cambia le sorti della regata. Lo trovo importantissimo ma non mi viene spesso. 

Qui prima botta di culo: il vento inizia a mollare ed essendo io un po’ più largo rispetto alla flotta sono il primo a dare code0. Il vento gira e cala e ci troviamo a bolinare. Io tengo il code che con 4 nodi di vento va meglio del fiocco di bolina. Girando île planiere il primo non vento della regata. Chi è sottovento di trova automaticamente dietro ed io davanti ho solo Frankis, un pogo 3 di un ragazzo francese. Inizia la lotta tra noi due che io solo all’arrivo scoprirò che durerà tutta la regata! Ogni tanto guadagno col code qualche metro rispetto a lui che è a vele bianche. Mannaggia quanto cammina solo randa e fiocco! Bravo sto ragazzo. Quando finalmente giriamo île planiere lui prova a dare code 5 ma questo lo costringe a poggiare e finalmente esco dai suoi rifiuti. A questo punto mi trovo primo e quando mi giro vedo la flotta ancora dipinta su planiere. Ok, calma e sangue freddo la regata è lunghissima, continua a fare il tuo mi dico. Il prossimo waypoint è la zona vietata per esercitazioni militari per poi svoltare sulla Corsica a Revellata. Il vento è nuovamente stretto e sale un poco quindi giù code. Anche Frankis mette via il code 5 siamo affiancati ed il vento ci porta davanti ad una scelta importante: dentro o fuori le calanques? Frankis è appena davanti a me e ci sono i class 40 e le barche d’ altura che si dirigono dentro. Non conoscendo la zona decido di seguire ed estremizzare un po’ verso terra anche se questo non paga. Avrei dovuto marcare più stretto perché in uscita Frankis mi ha preso 500 metri, forse di più. Inizia una bolina verso la zona militare e fa notte. Io decido semplicemente di ragionare sulle rotazioni e fare rotta di avvicinamento il più possibile. Frankis non lo vedo sull’AIS quindi col calare della notte diventa difficile individuarlo.

Vado dentro a coprirmi e metto lo scettro NKE( il telecomando del pilota) sulla sacchetta in pozzetto. Come esco decido di virare e quando giro il bompresso il braccio lancia in acqua lo scettro. Lo vedo galleggiare ed allontanarsi. Senza pensarci due volte viro in cappa e seguo la mia stessa scia. Ecco che lo vedo e non gli stacco più gli occhi di dosso! Manovro e riesco a portarmelo sulla prua! Mi lancio e per miracolo riesco ad acchiapparlo all’ ultimo secondo! Mi do dello scemo e riprendo la mia regata.

 Il vento è stabile e la barca va bene di bolina quindi approfitto subito per iniziare a dormire. Controllo l’ AIS, metto tutti gli allarmi del caso e mi matosso. Dopo 20 minuti passando il waypoint della zona militare ricontrollo l’ AIS e lo vedo vuoto. Bho di sicuro nuovamente problemi con sto maledetto impianto VHF. Però effettivamente tutte le luci delle barche sono lontane. Non capisco in quel momento che la flotta aveva beccato un buco ed io ero passato! Zitto zitto Frankis invece ce lo avevo alle calcagna ma non ne avevo idea. 

Con la mattina arriva il non vento anche per me ma forte di un vento abbastanza costante nella notte avevo riposato bene. Inizia così la danza del non vento fatta di peeling code /spi, pesi a prua e la costante ricerca dell’ apparente. Qui mi perdo nel mio universo ed esisto io, il mare, Gintonic ed i refoli che metro dopo metro mi stanno facendo guadagnare sempre più vantaggio sulla flotta. Io questo in realtà non lo so anche se intuisco di essere messo bene. I miei pensieri vanno a chi da casa sta seguendo, il bello di essere in solitario senza mezzi di comunicazione è questo: continui ad immaginarti i discorsi di chi guarda la regata sul tracking e vuoi dare un bello spettacolo, vuoi farli emozionare e ti immagini una volta rientrato a discutere con gli altri delle diverse scelte strategiche muovendo le mani come se fossero le nostre barche, un classico bellissimo delle cene tra velisti.

A questo punto non ricordo bene quanto tempo sia passato ma credo un giorno in cui non ho visto davvero nessuno. Le miglia scendono lentamente ma ve bene così perché so che Gintonic è nel suo in queste condizioni e sono convinto di star facendo una bella regata. Continuo a risposare il più possibile ogni volta che il vento me lo lascia fare. Sono veramente contento nel mio universo, nella mia concentrazione. Vorrei chiamare Ari e dirle quanto sto bene qui. Inizio ad immaginarmi chiamarla all’arrivo e raccontarle tutto questo e sapere come lo avevano vissuto da terra. 

Passa un’altra notte sempre tra non vento e ariette leggere poi col salire del sole inizia un lasco sempre con poca aria quindi su il maxi e si inizia a strambare sui buoni e sugli scarsi. Ad una certa dietro di me vedo comparire rande square top e gennaker maxi. Gli scow mi stanno riacchiappando penso e la mia concentrazione raddoppia. Ritardo troppo una strambata su una rotazione di vento e mi trovo queste barche parallele a me. Mannaggia quanto camminano! Cosa sto sbagliando? Continuo a lottarci tutta la notte, battaglia di strambate con i refoli d’ aria così leggeri che si fa veramente fatica a fare volare lo spi. Tocca stringere, fare apparente, poggiare e seguire le rotazioni. Nulla da fare alla fine vanno sempre un po’ più di me e all’ alba mi hanno preso. A questo punto sono abbastanza vicini da riconoscerli con i binocoli… Non sono mini ma sono i class 40 che erano dietro pure loro!!! Mi gaso tantissimo e penso di stare facendo qualcosa di sensazionale quindi non si molla un cazzo e sfrutto la vicinanza dei class per continuare a regatare contro di loro. Non ho la minima idea di dove siano i mini, non so quanto siano distanti e scruto spesso l’ orizzonte a cercarli ma nulla, non li vedrò mai. Quello che sò è che ci sarà un lunghissimo lasco da gorgona a Marsiglia e gli scow non vedono l’ora di iniziare a planare per riacchiapparmi quindi a tuonoooo!!!

Entra un po’ di vento di bolina ed al tramonto di quello che credo sia il 3 giorno arriviamo io insieme ai class 40 Al cancello della Revellata con un aereo militare francese che ci sorvola e prende i passaggi. Qui capisco quanto in Francia questi eventi siano importanti: mobilitare un aereo che in realtà non fa nulla se non sorvolare la zona ma che a noi in mare è come se dicesse: state facendo una cosa meravigliosa e siamo tutti incollati al tracking a seguirvi!

Vedo che i class che a sto punto mi hanno passato borseggiano a terra ma più avanti iniziano a piantarsi così opto per stare più esterno ed infatti questo paga, durante la notte mi ritrovo insieme a loro! 

Il vento torna a mollare e diventa molto instabile peeling continui di code e spi, barche che a volte camminano a volte stanno ferme.. io inizio a sentire la necessità di riposare ma le condizioni sono troppo variabili e sono pieno di barche intorno perché nel frattempo ci siamo riuniti anche con le barche ORC/IRC quindi tengo duro fino a che non arriviamo a capo Corso. Sono distrutto ed inizio a fare fatica a fare i cambi vela.. perdo un po’ la calma che mi aveva caratterizzato dall’ inizio della regata e faccio le cose senza ragionarci abbastanza col risultato di non riuscire a fare partire la barca e perdere le ore sotto capo corso. Ragionandoci su a mente fresca mi sarei dovuto immaginare la situazione quando ho visto tutte le barche ferme lì sotto e quindi esternarmi per evitare il buco. Invece ho tirato dritto e mi sono infilato nel non vento perdendo un sacco di energia mia e delle batterie. 

Finalmente all’alba supero capo corso ed entrano 16 nodi da sud est. Dopo tutte queste miglia di non vento mi sembra che ce ne siano 30! Oltre al vento mi aspettavo del sole.. che invece non arriva. La giornata è grigia, super nuvolosa ed i pannelli non accennano a voler caricare le batterie. Il voltaggio è sceso in maniera preoccupante.. 

Da macinaggio esce una barca a motore che mi fa delle bellissime foto. So che non possono darmi informazioni ma ci provo lo stesso così gli chiedo se gli altri sono lontani e loro mi rispondono di sì! Bene. Sono lontani questo è confortante. Quello che non so è quanto sono lontani.. 5? 10? 15 miglia? Chissà! 

Nella bolina dal TSS a capraia approfitto per fare l’ ultimo pisolino di 20 minuti. Io ancora non lo so che sarà l’ ultimo e che sto sfruttando le ultime energie della barca. La barca ha camminato un po’ di più di quello che mi aspettavo e quando mi sveglio sono sotto capraia. Mannaggia! Mi ero ripromesso di non finire sotto capraia dove infatti il vento è molto leggero e c’è un’ onda fastidiosa. Matosso, viro e prendo il timone. Inizia ad essere il momento di risparmiare batterie e timonare il più possibile!

Giro Capraia e do maxi. Per poco perché il vento scarsa ed arriva il momento di mettere su il code grande. Faccio un meraviglioso traverso ad 8 nodi fino a gorgona e poi isso il maxi! Opzione nord o opzione sud? Il routage dava opzione Sud ma chissà cosa tutto è cambiato.. Il vento è vmg piena quindi non c’è un bordo che conviene. Non ho avversari da marcare per cui scelgo di seguire il routage con l’idea comunque di fare massimo avvicinamento.

 Il vento sale e metto il pilota per andare a spostare i pesi a poppa. Mi rendo subito conto che qualcosa non va. La barra fa fatica muoversi ed il voltaggio è sceso a 11.2.. sto rischiando il blackout… Corro a matossare ma mentre sono giù il pilota si spegne perché gli manca l’ energia e finisco in straorza. Corro fuori avendo matossato solo a metà e prendo il timone. Il vento continua a salire. Ci sono 20 nodi e le raffiche iniziano a toccare i 24.. sono in prigione al timone e sono decisamente stanco. La situazione non è bella. Mi viene in mente che sarebbe intelligente ammainare e scendere col code che senza pilota è più facile da gestire ma ammainare senza pilota mi sembra veramente tosta in queste condizioni. Così spero in un calo di vento che non arriva anzi continua a rinforzare. 

Arriva anche il momento di strambare ed inizio a farmi mille viaggi su come fare.. provo! Eeee niente caramella sullo strallo perché da stupido ho dimenticato di issare il fiocco. So che la mia unica speranza di salvare lo spi e forse anche l’ albero è che quella caramella scorra sullo strallo e scenda giù. Così sparo drizza e mi precipito a prua mentre la barca straorza. Per fortuna lo spi scende e riesco a sbrogliarlo e portarlo dentro! Non mi demoralizzo anzi, sono contento di avere buttato giù lo spi senza fare danni! Armo il code piccolo, strambo e srollo. Riprendo a camminare col code tutto quadrato come se fosse uno spi per scendere il vento il più possibile. È un po’ instabile ma funziona! Il vento sale e sono sollevato di aver fatto il cambio vela al momento giusto. Ormai abbiamo 25 di base e raffiche a 28. Ci starebbe la seconda mano di randa che invece ho dimenticato piena.. la mia testa inizia a farmi degli scherzi da stanchezza. Sento la musica ma la cassa è spenta e scarica… Il vento sale, non la smette di salire.. i 28 diventano di base e la barca va fortissimo. Un’ espressione di potenza assurda! Intorno a me buio pesto. Non c’è luna e le onde sono grosse, non so dire quanto ma di sicuro abbastanza da prendere tutta la lunghezza della barca che ogni tanto sembra di stare su una pista da sci.. mi sembra che la prua sua 2 metri sotto di me! Nonostante ciò si governa bene! Volo! Non mi prenderete mai!!! In questo momento sono totalmente ingnaro invece che Frankis mi ha superato e si è preso un bel vantaggio! 

Le raffiche diventano extreme. Ad un certa leggo 37 nodi di vento reale.. mi prendo un po’ male.. ho paura che qualcosa non regga perché sento veramente troppa potenza della barca. È così tanta che non riesce a scaricarla tutta il velocità. nel frattempo il fiocco a prua non è legato ed è finito fuoribordo a prendere la potenza dell’ acqua..

L’idea è questa: rollo il code e prendo 2 mani di randa, sistemo il fiocco e riparto!

Anche questa operazione va male: il code mi di chiude sopravvento quando cerco di rollarlo e si schianta sullo strallo. Barca in straorza. Sparo drizza per buttarlo giù ma la forza del vento è tale che lo strappa per sfregamento sull’ acciaio.

Lo recupero, prendo 2 mandi alla randa, preparo la mano al fiocco il tutto con la barca in balia delle onde e riparto. Sono veramente distrutto. Mi muovo lento ed ora che a vele bianche la situazione è un po’ più gestibile (anche se continuo a fare 13 nodi e ce ne sono dai 30 ai 35 di vento) mi cala un po’ di adrenalina ed alterno momenti in cui sono sveglio ma ho delle visioni strane.. Sento Ari seduta affianco a me che mi cerca di tenere attivo: mi infoga dicendomi di spalettare a tuono e surfarmi queste super onde! Invece a prua sullo strallo aggrappato al fiocco vedo una figura nera che non so identificare bene.. è nera come questa notte senza luna. Anzi è ancora più nera e non saprei dire se ha una forma umanoide o di una pantera nera. So che mi fa paura, emana qualcosa di minaccioso. Sono conscio che queste cose non ci sono e sono degli scherzi della mia mente ma sembra tutto così realistico.. continuo, calcolo quante ore mancano all’alba che potrebbe aiutare a svegliarmi. Ne mancano troppe ed io sono distrutto. Continuo ad addormentarmi ed ogni tanto rischio la strambata. Rischio anche di rompere il fiocco perché si gira spesso la stecca alta attorno allo strallo.. Prendo una decisione estrema che non pensavo sarebbe mai capitata. Ho necessità di riposare e non posso rischiare di rompere il fiocco per finire la regata. Peccato perché so che mi giocherò il risultato ma l’ importante è finirla quindi butto giù tutto e vado dentro. Dove trovo la barca allagata. Probabilmente ha iniziato a fare acqua l’oblò di poppa. Mannaggia. Levo circa 50 litri di acqua. Mi levo la cerata. Sono fradicio da capo a piedi perché in tutto ciò piove da una quantità di ore indegna e la cerata non tiene più l’ acqua. Ho freddo, il sacco a pelo è fradicio ma non ci posso fare nulla così trovo un paio di pantaloni asciutti che si sono miracolosamente salvati, me li metto e vado a dormire. Punto la sveglia dopo un’ ora. Il mio unico pensiero va a chi da casa sta guardando il tracking e vedrà la barca ferma. Vorrei solo mandare un messaggio dicendo che va tutto bene e sto andando a dormire. Ma pace, lo racconterò all’ arrivo.

La sveglia chissà perché non suona e mi sveglio dopo 3 ore.. mannaggia! Ho perso un’ infinità. Mi avranno passato tutti! Mi guardo intorno e non vedo nessuno. Penso anche che se qualcuno mi avesse visto a scarroccio a secco di vele mi avrebbe chiamato. Vabbè chissà! Ripartiamo perché non è finita finché non è finita! Sono ancora molto stanco ma almeno ora col sole riesco a stare sveglio e timonare. Il vento è calato e mi do della stupido a non aver aspettato ancora qualche ora ma so bene che non ci sarei riuscito. Sono senza code piccolo e comunque non avrei le energie per gestire ancora cambi vela senza pilota così proseguo a vele bianche. Il mare è un casino. È rimasta l’ onda di poppa della notte passata e c’è una strana onda lunga che viene da prua. Arrivo finalmente alla zona militare e taglio ormai bolinando l’ultimo cancello virtuale di questa regata. Non ho idea di come sono messo, di dove siano gli altri ma sono determinato a dare il massimo fino alla fine! Passo la giornata a bolinare, io e Gintonic una cosa sola col mare: orza e poggia per non perdere potenza su questa onda lunga contraria! 

Al calare del sole cala anche il vento. Sono in bonaccia e con questa onda tenere le vele gonfie è praticamente impossibile. Ho paura delle barche che possono arrivare da dietro sempre che siano ancora dietro! Mi guardo spesso a poppa e scruto l’ orizzonte con i binocoli. Sento per VHF Jemila che chiede informazioni meteo ed approfitto per ascoltare ma soprattutto il fatto di sentirla per VHF significa che non è lontana! Merda, a me continuano a chiudersi gli occhi e non riesco ad andare dritto.. mi tiro degli schiaffi e svuoto il termos di caffè sperando di svegliarmi. Evito accuratamente di parlare al VHF per non rivelare che sono vicino! 

Entra finalmente un refolo ed armo il code grande che è la vela più facile da gestire senza pilota. Il vento però mi gira al lasco passato Tolone (penso brevemente al bellissimo arrivo a Tolone circa una settimana prima). Provo la farfalla col code ma non riesco ad andare abbastanza dritto ed è veramente una cosa instabile così decido di fare l’ ennesimo sforzo e mettere il maxi! La manovra va bene ed inizio a camminare finalmente. A poppa intravedo qualche luce ed immagino siano i mini che mi raggiungono. Questo finalmente riesce a svegliarmi e mi sento di nuovo fresco come appena partito! So di potercela fare, devo solo andare a tuono queste ultime 20 miglia!! Il vento piano piano stringe e forte delle energie ritrovate faccio peeling col code. Stigazzi la sacca dello spi e lo butto dentro proprio senza ritegno. La barca fa finalmente 7/8 nodi e le calanques mi sfilano di lato. Ultima bonacetta su capo Croisette e poi mi si apre davanti il golfo di Marsiglia con tutte le sue luci! Ancora 5 miglia e c’è vento di bolina! Posso farcela, posso farcela! Giù code e si inizia a bolinare! Anche Gintonic sta dando il suo ultimo sprint: ci sono 6/7 nodi di bolina ed un mare veramente piattissimo. Gintonic viaggia a 5.2 a 25 gradi dal vento apparente! Non credo di averlo mai visto fare una bolina così! Vola, sta semplicemente volando verso questo arrivo sudatissimo che sembrava irraggiungibile, lontano come se lì finisse il mondo.

Arriva il gommone a darmi l’ accoglienza ed io li saluto e chiedo se effettivamente sono primo.. inizialmente non vorrebbero dirmelo perché essendo ancora in regata non potrebbero però alla fine me lo confermano. Io non ho ancora idea di chi ci sia a bordo di quel gommone perché l’hanno giustamente fatta nascondere e lei mi osserva col cuore in gola nascostissima. Mi fanno un sacco di foto meravigliose, il vento da scarso, viro e ci sono: layline per l’ arrivo! La prendo abbondante perché non ho fretta, le luci degli altri mini ancora non si vedono ed io mi godo questi ultimi attimi di regata in silenzio contemplando Gintonic che sembra rispondermi “ehi è stata dura ma ci siamo! Andiamo a tagliare questo arrivo che ce lo meritiamo!” 

Una cosa mi rende estremamente triste in questo momento. Penso al mio arrivo in banchina e so che non ci sarà nessun amico ad attendermi con cui festeggiare. Già mi immagino il correndo a prendere il telefono per chiamare Ari. Una telefonata che sono giorni che aspetto di fare!

 Ultima virata ed osservo il rilevamento del cardinale cambiare. Arriva il traverso. Ho tagliato, ho concluso primo questa Corsica med, ho fatto qualcosa di cui non pensavo di essere capace, ho tirato fuori delle energie che non pensavo di avere ed ho raggiunto una comunione con la mia Gintonic che in qualifica avevo solo assaporato! 

Dal gommone mi chiamano. Io mi giro pensando che sia per la foto di arrivo ed invece vedo Ari che salta fuori dal suo nascondiglio e mi urla ” A tuonoooo amore!!” 

A me salta il cuore in gola! Non ci credo, lei dovrebbe essere in Danimarca! Mi metto le mani nei capelli dalla sorpresa! Non è l’ ennesima allucinazione: lei è proprio lì a pochi metri da me!! Vieni vieni, sali a bordo le urlo! Come se ogni secondo senza abbracciarla bruciasse. Lei salta a bordo ed è al settimo cielo, io dimentico completamente di aver appena vinto una regata! C’è solo lei che sta tra le mie braccia! L’ emozione è immensa e l’ unica cosa che riesco a dire scherzando è” e ora come la faccio quella chiamata che mi sono sognato tutta la regata??” 

Lei mi aiuta a buttare giù le vele (meno male perché forse non avrei avuto le energie per farlo da solo) e ci trainao in porto in modo che io non debba timonare per seguire il gommone così posso raccontarle la mia regata, le allucinazioni, il fatto che in realtà è stata con me tutta la regata e mi ha dato le energie per superare i momenti più difficili.

Questa è stata la Corsica Med vissuta su Gintonic. Una marea di emozioni, una regata veramente difficilissima, avarie, rotture di vele, soluzioni estreme vento, non vento, emozioni, amore. Ora sono sempre su Gintonic, mancano 170 miglia a casa, sono sotto maxi e faccio 5 nodi. Mi godo ogni miglio di questo trasferimento perché posso ripensare alla stagione di regate appena passata che è stata fantastica: dal secondo posto alla Arci al GPI in autogestione dove è nata la leggenda “Gintonic” alla Corsica Med conclusione perfetta!

 

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