Cultura

Dal forum di Riyadh al messaggio di Arafah: il nuovo impegno per la pace della Muslim World League

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ROMA – “Le persone migliori sono quelle che portano il massimo beneficio al resto dell’umanità”. Citando le parole del profeta Muhammad, il Segretario Generale della Muslim World League, Mohammed Bin Abdul Karim Al-Issa, rivolgendosi ai pellegrini e ai musulmani di tutto il mondo, ha cosi aperto il sermone dall’alto della collina di Arafah (il Monte della Misericordia, 20 km a est di Makkah), dove pochi mesi prima di morire, nel 632 d.C. il sigillo dei profeti pronuncio il suo ultimo discorso alla comunità dei fedeli.

“I principi dell’Islam sono stabili e non contemplano doppie misure. L’Islam ha voluto soltanto il bene per l’intera umanità e ha unito i cuori”, ha proseguito Al-Issa. “Grazie a questi valori, la luce dell’Islam ha brillato in tutto il mondo e il suo messaggio è stato trasmesso da uomini sempre fedeli a ciò che avevano promesso ad Allah. Questa saggia guida ha attratto uomini che hanno intrapreso il Retto Sentiero dell’Islam. Gli studiosi hanno svolto, in questo, un ruolo fondamentale e si sono assunti la responsabilità di sfatare le idee sbagliate sull’Islam. I musulmani dovrebbero diventare ambasciatori della Pace seguendo sempre i precetti sulla buona condotta”, ha proseguito lo sceicco Al-Issa, membro del Council of Senior Scholars, “O voi pellegrini, oggi vi trovate in uno dei luoghi in cui le preghiere vengono esaudite”.

Quattro anni fa, il Sermone di Arafah era diffuso in due sole lingue. Quest’anno le lingue sono state 15 (italiano compreso): per diffondere un messaggio di pace universale, contro le divisioni, gli odii, gli estremismi religiosi. Nello spirito dell’ultimo discorso in pubblico del Profeta: che annunciò il completamento della religione musulmana, con la dichiarazione dei diritti umani e delle donne, gli insegnamenti finali dell’Islam e l’adesione dei fedeli alla Sunnah (le regole di condotta derivate dal Corano e dalla vita del Profeta).

“Uno dei valori dell’Islam”, ha detto ancora, nel suo sermone, lo Sceicco, Al Issa, “è scongiurare qualsiasi condotta che possa causare disarmonia tra i popoli, o incitare all’odio e alla divisione. L’affetto e la compassione devono prevalere e governare le nostre interazioni…L’unione, la fratellanza e la collaborazione – ha proseguito – sono il sicuro presidio dell’unità e della solidarietà della nostra Nazione e ci indicano come rapportarci agli altri. Questo testimonia il fatto che l’Islam è universale e i suoi princìpi uniscono tutta l’umanità… L’Islam mette dunque l’umanità al di sopra di ogni altra cosa”.

Un messaggio quindi universalistico, di pace: conforme all’orientamento proclamato nel “Forum per la promozione dei valori comuni tra i seguaci delle religioni”, svoltosi a Riyadh, in Arabia Saudita. Si è trattato di una serie di incontri per esplorare valori condivisi e definire una visione globale comune per la cooperazione interreligiosa: il tutto organizzato dalla Muslim World League (MWL), la Lega Musulmana Mondiale. Tra i partecipanti e i relatori presenti a Riyadh, anche S.E il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede, Bartolomeo I, patriarca ecumenico di Costantinopoli, e Riccardo Di Segni, Rabbino Capo di Roma. Insieme a Rav Di Segni, ha partecipato a questi incontri – ha scritto Luca Spizzichino sul mensile della comunità ebraica di Roma “Shalom” – una delegazione di 14 leader ebrei, tra cui 10 rabbini ortodossi, per i quali è stata garantita la completa osservanza della kasherut. Tra i rabbanim presenti, anche l’americano Rabbi David Rosen, molto attivo nel dialogo interreligioso.

“Sono decenni che partecipo a incontri interconfessionali. Ma questo evento è decisamente una novità, per la città dove ha avuto luogo, per chi l’ha promosso, e per i discorsi ascoltati dalla bocca di leader musulmani. Sta accadendo qualcosa di nuovo, si spera positivo, ed è importante seguirlo e interpretarlo”, ha spiegato il Rabbino Capo Di Segni a “Shalom”.

Mentre Rosen, attraverso una nota dell’American Jewish Committee, ha affermato che “è una svolta essere qui per la prima volta. L’Arabia Saudita è il fondamento dell’Islam e ha sempre cercato di ritrarsi nella purezza della fede, quindi la proposta di un approccio pluralistico è sorprendente e mostra come il Paese sia cambiato. Questo è davvero un evento epocale”, ha sottolineato. “Speriamo che sia solo l’inizio di un ulteriore impegno e coinvolgimento”.

Al forum di Riyadh erano presenti ministri degli Affari religiosi ed esponenti della società civile, provenienti da 88 Paesi. Per la prima volta in Arabia Saudita, l’evento ha riunito rappresentanti delle tradizioni religiose cristiane, ebraiche, indù e buddhiste insieme ai leader musulmani: per una ricerca comune su valori etico-religiosi e un comune approccio globale alla cooperazione interreligiosa. Ampi servizi sul dibattito di Riyadh possono trovarsi nel numero di luglio–agosto di “Kalima”, rivista bimestrale cartacea sui temi del dialogo tra l’Islam e le altre religioni.

Nizar Ramadan, l’Editore di Kalima, afferma che: “Al-Issa è un uomo di dialogo ed un autentico costruttore di ponti, – spiega l’editore Ramadan – la “comunicazione non può prescindere dall’etica, e ambedue rappresentano un patrimonio dell’Umanità che vale per tutti i tempi ed in tutti i luoghi”. Sottolinea poi che “il Segretario generale della Lega Musulmana Mondiale, ha colmato eticamente una carenza nel sistema del dialogo tra popoli, che veniva spesso proposto da Occidente, e gli ha aperto da Oriente rendendo partecipi le comunità religiose nel mondo, mettendo al centro del dibattito, la conoscenza reciproca, l’etica e la giustizia”. Non poteva dal resto essere diversamente, con questo approccio pluralistico è sorprendente: dato che il dott. Al-Issa è stato a lungo Ministro della Giustizia del suo Paese. “I valori etici”, prosegue l’editore italo-libanese, “trascendono da ogni schema teorico astratto che ci preservi da pericoli ed errori, facilitando in tal modo il confronto libero ed aperto tra le diverse culture in un atteggiamento di reciproco rispetto, nella ricerca di valori condivisi e, al contempo, nella tutela delle differenti identità esistenti nel mondo, cui nessuno è chiamato a rinunciare, né delle quali è abilitato ad imporre ad altri i vari contenuti specifici. A mio avviso, nella religione, nella filosofia, nella cultura e nella politica, quindi, ciò che conta per ciascuno di noi è la ‘possibilità di capire e di scegliere’, poiché dove c’è costrizione non vi è alcuna opzione moralmente apprezzabile.

Pertanto, tornando all’etica, essa è un valore fondante per tutte le società civili, e non coincide affatto con la communis opinio, che ne fa invece un elemento superfluo. Opinio, che nella storia ha sostenuto tante dittature, e che oggi, come spesso vediamo, si forma sciaguratamente sui social, che coinvolgono più l’immaginazione, le emozioni, la fantasia, ma non certo la razionalità, che richiede, viceversa: riflessione, ponderazione, ragionamento non estemporaneo ed un retroterra di cultura non superficiale”.

Mentre piccoli gruppi agitavano le anime sui social contro la grande conferenza aperta appunto da Al-Issa, a Riyadh venivano denunciati, le tesi dello scontro di civiltà e i tentativi di imporre un’egemonia religiosa, culturale, politica ed economica “senza merito né morale”, condannando l’odio e il razzismo come i maggiori istigatori di violenza, terrorismo e divisione. I partecipanti hanno chiesto alle istituzioni nazionali e internazionali responsabili di lavorare sodo su tutto ciò che possa garantire le libertà nel quadro del rispetto delle leggi internazionali e nazionali pertinenti, del mantenimento della coesione familiare, che rappresenta il nucleo della società, e della cura della qualità dell’istruzione. I presenti, hanno invitato le varie piattaforme influenti, in particolare i media, a percepire l’onestà morale a loro affidata come l’elemento più importante nell’orientare l’opinione pubblica; oltre a fare appello agli Stati nazionali e alla comunità internazionale affinché compiano tutti gli sforzi possibili per fornire un’adeguata protezione ai luoghi di culto, garantire il libero accesso ad essi, preservare il loro ruolo spirituale e allontanarli dai conflitti politici e dalle lotte settarie.

Ma chi è Mohammed Bin Abdul Karim Al-Issa? Con una laurea e un dottorato in Giurisprudenza islamica conseguiti all’Università “Imam Muhammad bin Saud” di Riyadh, uomo di fiducia e consigliere del re saudita Salman, Al-‘Issa ha assunto statura internazionale dopo esser stato nominato, nel 2016, Segretario generale della Lega. Sotto la sua leadership, la MWL ha assunto un nuovo ruolo, appunto quello di costruire ponti. Fondata nel 1962 da re Faysal, dal 2016, con l’arrivo di Al-issa, la Lega Musulmana sta vivendo un momento di forte visibilità, come uno dei principali vettori di un nuovo approccio, che mette al centro i valori comuni tra i uomini e punta a prevenire i conflitti, favorendo il dialogo interreligioso. Protagonista assoluto di questo nuovo orientamento è diventato appunto Al – Issa, che nel 2017 ha incontrato in Vaticano Papa Francesco e il Cardinale Jean-Louis Tauran, all’epoca presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso (l’anno successivo il Cardinale ha ricambiato la visita ed è stato ricevuto da re Salman in persona a Riyadh). Nel 2018 è stato insignito del premio Galileo a Firenze per la promozione del dialogo interreligioso e interculturale, partecipando al Meeting dell’Amicizia tra i Popoli di Rimini (parteciperà anche a quello del prossimo agosto). Mentre nel 2021 ha ricevuto il premio norvegese “Bridge Builders”, per il suo impegno come uomo di pace e nel costruire ponti tra religioni e culture differenti (in quest’occasione. la MWL è stata definita, dai leader evangelici americani, “il nostro più forte e affidabile alleato islamico”). In questi anni, il numero 1 della MWL, ha aperto un canale di comunicazione anche con le Chiese ortodosse russa, ucraina e di Costantinopoli; e soprattutto ha coltivato i rapporti con varie istituzioni ebraiche negli USA e nel resto del mondo. Nel 2020, infine, al-‘Issa ha guidato una delegazione di oltre 60 musulmani – 25 dei quali leader religiosi – nella visita ad Auschwitz, in occasione del 75esimo anniversario della liberazione dal nazismo (atto che gli è valso una pioggia di critiche dal fronte islamico e un grande apprezzamento da parte del mondo ebraico, soprattutto americano). Importante, infine, è anche l’impegno dell’Ufficio della Lega Musulmana Mondiale a Roma, guidato da S.E. il Dott. Abdul Aziz Al Sarhan, il cui lavoro in Italia è stato fortemente apprezzato anche dalle istituzioni italiane e vaticane.

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