Il culto di Sant’Ignazio da Laconi è vivo in tutta la Sardegna, in particolare nel centro -sud, dove si trovano diverse chiese dedicate al santo; la prima chiesa è stata fondata nel 1951 a Norbello. La devozione del francescano è molto sentita a Laconi, paese natio del santo dove si trova ancora l’abitazione dove visse Vincenzo Peis fino all’età di vent’anni. Osservante, da adolescente faceva digiuni e umiliazioni; non frequentò scuole e non imparò mai a scrivere, ma andava ogni giorno in chiesa e faceva il chierichetto;si esprimeva appena il dialetto sardo. Aveva 20 anni quando il 3 novembre 1721, Vincenzo Peis si recò al convento dei cappuccini di Buoncammino a Cagliari, non fu gradito subito, visto il suo asciutto fisico, ma poi il marchese di Laconi Gabriele Aymerich, invitò i frati ad accoglierlo in convento; era il 10 novembre 1721e prese il nome di fra’ Ignazio da Laconi.
Per quindici anni visse tra i conventi sardi di Domusnovas, Sanluri, Oristano e Quartu, poi fu richiamato al convento di Buoncammino di Cagliari e, adibito al lanificio del convento, realizzava il tessuto per i frati. All’età di 40 anni è questuante a Cagliari, come dalla regola di San Francesco. Fra Ignazio fu riconosciuto per la bellezza delle sue virtù e per gli innumerevoli miracoli da lui compiuti; era attento alle necessità materiali dei poveri, ma anche per quelle spirituali, la sua bontà fu strumento di riconciliazione e di conversione per molti malfattori. Nel 1779 frate Ignazio divenuto cieco, venne esentato dalla questua, ma lui volle continuare alla vita comune dei frati, sottostando a tutte le regole e pratiche disciplinari, fino alla santa morte avverata a Cagliari l’11 maggio 1781 all’età di 80 anni.
La sua presenza è testimoniata nel Sulcis nella Chiesa al santo dedicata nel comune di Domusnovas e precisamente nel territorio “cracchera” dove sorge dal 1979. Un edificio legato alla vita del frate è la Chiesa di San Daniele martire del 1660 con annesso convento dei frati cappuccini situati in zona “cracchera” nelle vicinanze del fiume. Con il voto di povertà i frati lavoravano la terra e mangiavano i prodotti da loro coltivati. I loro sai venivano filati con lana di pecora ottenendo l’orbace e per renderlo morbido lo immergevano nel fiume e lo pestavano con i piedi; il gesto del pestare in lingua sarda viene detto” craccai”, ecco quindi il termine che diede nome a tutta la zona dove sorge l’attuale parrocchia a lui dedicata.
Info Festa Patronale:
Triduo dal 9 all’11 maggio 2025
Comitato S. Ignazio da Laconi cell. 3479229233

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