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ENNESIMO DISASTRO AMBIENTALE IN RUSSIA, L’ACQUA DEL FIUME AMBARNAYA IN SIBERIA SI TINGE DI ROSSO

RUSSIA, fiume Ambarnaya
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Un disastro ambientale minaccia l'Artico, lo scorso 29 maggio sono fuoriuscite 20 mila tonnellate di carburante.

A causa di un guasto ad una delle centrali elettriche a Norilsk, nella Siberia settentrionale, un’area di circa 350 km quadrati risulta contaminata. Sono ancora poche le notizie dei danni all’ambiente e all’ecosistema, ma le immagini del video pubblicato su Twitter da Daniel Leongard hanno già fatto il giro del mondo. Il fiume Ambarnaya si è tinto improvvisamente di rosso quando una cisterna di carburante che rifornisce la centrale ha perso circa 20mila tonnellate di prodotti petroliferi.

A quasi una settimana di distanza la situazione rimane drammatica, lo ha dichiarato Vladimir Putin che poche ore fa ha deciso di dichiarare lo stato d’emergenza a Norilsk e nella penisola di Taymy. La contaminazione si è estesa nei corsi d’acqua per 20 chilometri e a breve la massa inquinante, il cui strato ha superato i 20 centimetri, potrebbe raggiungere il mare.

Lo stesso Putin, durante un passaggio in tv, ha tirato le orecchie al direttore della Ntek, la società che gestisce la centrale, controllata dalla Norilsk Nickel, leader mondiale della produzione di nickel e palladio. Tra le accuse rivolte alla direzione del polo industriale quella di aver informato le agenzie governative solo due giorni dopo i fatti. Saranno stanziate quante più risorse possibile nell’operazione di decontaminazione.

GREENPEACE: “DISASTRO COME LA EXXON VALDEZ” «Si tratta di uno dei più grandi incidenti petroliferi nell’Artico e dimostra che il governo russo deve riconsiderare l’attuale modello di economia basato sui combustibili fossili e sull’abuso della natura». Con questa nota il portavoce di Greenpeace Russia ha commentato il disastro ecologico. Greenpeace valuta la portata di questo disastro analoga a quella dell’incidente della petroliera Exxon Valdez, avvenuto in Alaska 30 anni fa. Lo sversamento, riferisce «sta contaminando oltre 20 chilometri di fiumi e si sta muovendo verso il mare, con lo spessore dello strato di prodotti petrolchimici che ha raggiunto i 20 cm». «I prodotti petroliferi – dice Greenpeace – sono fuoriusciti il 29 maggio, dopo il crollo di uno dei serbatoi in una centrale elettrica appartenente alla NTEC (una società del gruppo Nornikel nella città di Norilsk). La procura ha avviato un’indagine penale sull’incidente. Le barriere situate nel fiume possono raccogliere una piccola parte del gasolio fuoriuscito».

 

 

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