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Europei, Sacchi: “Non chiediamo alla nazionale più di quanto può”

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Arrigo Sacchi intervistato da La Gazzetta dello Sport in occasione dell’apertura degli Europei.

Sacchi, da Commissario Tecnico (1991/1995), partecipa a Euro ’92 e ai Mondiali del ’94.

Ecco i pensieri di uno tra i più grandi re-interpretatori del “calcio moderno”.

Italia – “Spero vada il più avanti possibile, ma ci sono squadre sulla carta più qualificate. Abbiamo sempre la memoria corta: quante volte abbiamo vinto l’Europeo? Solo nel 1968. E gli ultimi risultati? Abbiamo saltato il Mondiale. E i club? Non vincono da undici anni… Perché allora la Nazionale dovrebbe vincere? Non chiediamole più di quello che può. Quando una squadra offre tutto quello che ha, ha già vinto“.

Squadra – “Decisiva sarà la squadra. Ancora oggi c’è qualcuno che pensa che il calcio sia uno sport individuale, ma 1×1 fa 1, mentre 1 × 10 fa 10Per esperienza e talento ci sono squadre più forti, ma il calcio è uno sport di squadra, di sinergie e collaborazione. Andremo avanti giocando da squadra. Oggi non è possibile avere giocatori che non siano polivalenti: tutti attaccano e tutti difendono, in spazi strettissimi. Poi dipende dall’atteggiamento: se si va in vantaggio e si arretra..“.

Mancini – Sta facendo un lavoro enorme. Anche dal punto di vista storico. All’Euro 2016 con Conte siamo usciti, ma con dignità. Chiediamogli la dignità. La sua impresa è coraggiosa e innovatrice. Entusiasmo, modestia e intelligenza sono le nostre armi. Abbiamo fatto squadra due volte grazie agli effetti del pubblico ludibrio nel 1982 e nel 2006.. Dopo il Mondiale 94 scrissi solo “grazie a tutti”, perché siamo andati oltre le nostre possibilità“.

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