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Giochi del Mediterraneo, Emiliano: “La sfida di Taranto2026 è pronta”

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TARANTO – “Complimenti al lavoro che sta facendo Taranto, anche per i partenariati che sta mettendo in campo per I Giochi del Mediterraneo. In questi giorni ho vissuto la città: è tangibile la forte atmosfera di riscatto, e la leva è lo sport. Il mondo sportivo che rappresento vuol lasciare il segno: la città è pronta a riprendersi con gli interessi tutto ciò che ha patito”. Così il presidente del Coni Giovanni Malagò, intervenuto stamattina alla conferenza “II Project financing nello sport”, curata dal Comitato organizzatore dei XX Giochi del Mediterraneo – Taranto 2026 e svoltasi nella sala del Circolo Ufficiali della Marina Militare del capoluogo ionico.

“Certo, c’è da lavorare – ha proseguito – a cominciare dalle infrastrutture, sfera che esula dal mondo sportivo, Ma i Giochi di Taranto lasceranno una grande eredità. E, a riprova dell’attenzione, già la settimana prossima il ministro Abodi mi ha annunciato di voler istituire una cabina di regia con tutti gli interlocutori istituzionali”.

Sulla scia il governatore della Puglia Michele Emiliano: “La sfida di Taranto 2026 è pronta, tutto è ai nastri di partenza. La Regione Puglia, il Comune di Taranto, la Provincia e le altre città coinvolte stanno facendo un lavoro straordinario. Ma siamo ancora nella fase delle nozze con i fichi secchi. Perché i primi stanziamenti sono arrivati, ma serve un quadro economico complessivo che ci consenta di reggere, per conto dell’Italia, un evento sportivo importantissimo, ma che ha altre conseguenze positive sulla città di Taranto e sull’Italia. Abbiamo intenzione di arrivare alla data dei Giochi costruendo con tutti i paesi partecipanti intese che possano consentire all’economia, alla cultura, alla medicina, alla tecnologia di crescere assieme allo sport. Questa idea deve essere sostenuta anche dal Governo, come peraltro si è impegnato a fare e come sta facendo per le Olimpiadi invernali di Cortina”.

“Noi – ha proseguito – non avevamo mai detto che avremmo fatto da soli, ma avevamo chiesto l’aiuto del Governo, a differenza delle Olimpiadi di Cortina dove Lombardia e Veneto pensavano di fare da soli, ma adesso chiedono soldi nonostante la ricchezza immensa di quelle regioni. Noi costiamo molto meno, certo non sono Olimpiadi, ma sono Giochi che consentono a questa città meravigliosa, e ad altre città pugliesi, di proiettarsi come città del Mediterraneo a tutto tondo, non solo in relazione allo sport ma in relazione a qualunque altro interesse che la città di Taranto ha nel bacino del Mediterraneo”.

Focus dell’incontro, moderato dal direttore del Comitato Taranto 2026 Elio Sannicandro, i progetti di riqualificazione dello stadio Iacovone di Taranto e del nuovo Palazzetto di Brindisi: in vista del XX Giochi del Mediterraneo – Taranto 2026, rappresentano modelli applicativi d’eccellenza della formula del partenariato pubblico-privato per l’impiantistica sportiva.

“Taranto – ha sottolineato il sindaco di Taranto e presidente del Comitato organizzatore Taranto 2026, Rinaldo Melucci – è protagonista di una fase di grande cambiamento e transizione. I Giochi contribuiscono a raccontare una Taranto diversa, il riposizionamento di una comunità, una città che si apre all’Europa. Un grande evento come questo dimostra che la leva pubblica può essere un grande attrattore, ma l’ultimo miglio spetta ai privati, alle imprese. E in questa linea si pone il progetto del nuovo stadio, che segnerà una svolta per la riqualificazione urbana di un quartiere come Salinella, già oggetto di grande attenzione da parte dell’agenzia regionale Asset”.

Tra i vari interventi, anche quelli del presidente del Comitato internazionale dei Giochi (Cijm) Davide Tizzano, che ha sottolineato come la macchina organizzativa si sia messe attivamente in moto, per un evento che farà da volano per lo sviluppo e l’immagine del territorio, e dell’onorevole Ubaldo Pagano, che si è appellato all’unione di tutte le forze politiche per recuperare quei 100 milioni ancora mancanti secondo il business plan, anche alla luce dei noti rincari delle materia legati al quadro internazionale.

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