Secondo il Governance Poll 2025 (Noto sondaggio per Il Sole 24 Ore), la presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde consolida il suo consenso con uno striminzito +1,1% rispetto alle elezioni del febbraio 2024, raggiungendo il 46,5%. Un dato che la colloca al 7º posto in Italia per crescita di gradimento. Eppure, nella classifica nazionale dei governatori, resta solo 15ª su 18 .
La coalizione “campo largo” (che include M5S, PD, Sinistra Futura e altri) le garantisce stabilità, ma l’aumento è contenuto rispetto a colleghi come il toscano Eugenio Giani (+6,5%) o il marchigiano Francesco Acquaroli (+7,5%) . Probabilmente influisce la spada di Damocle della giustizia: una sentenza del Tribunale di Cagliari che ha confermato le accuse di irregolarità nei rendiconti elettorali (mancato conto corrente dedicato, assenza di mandatario). Ma la Todde ha annunciato ricorso, dichiarando che le violazioni non sussisterebbero.
Anche per il gradimento dei Sindaci grandi novità. A Carbonia, il sindaco del centrosinistra Pietro Morittu vive un crollo di popolarità senza precedenti: -12,8% (dal 65,8% al 53%), precipitando al 59º posto nazionale mentre nel 2023 era all’11esimo posto. Tra i fattori che potrebbero spiegare questo tracollo, la crisi della politica locale: Morittu guida una giunta sostenuta da PD e UDC. Un’alleanza “trasversale” criticata dalla sinistra. Ma anche la carenza di risorse incide nel calo dei consensi: il Comune opera con poco più di 130 dipendenti su 270 previsti, paralizzando servizi essenziali .
La città mineraria del Sulcis è un laboratorio delle contraddizioni isolane: da una parte il PD di Morittu si allea con una parte della destra regionale, mentre all’opposizione i 5 Stelle appoggiano il candidato progressista Luca Pizzuto (Sinistra Futura), ora consigliere regionale. Dall’altro il malessere sociale: alto tasso di disoccupazione, tensioni sindacali e servizi carenti .
Mentre Morittu affronta la sua battaglia a Carbonia, il Governance Poll fotografa un’isola divisa:
Sassari in ascesa con un Giuseppe Mascia (+3,9%) che sale al 55%, grazie a politiche sociali partecipate e Cagliari in calo con Massimo Zedda che perde il 5,3% per ritardi nella manutenzione stradale e nei cantieri. Anche Oristano arretra con Massimiliano Sanna (centrodestra) che scende al 49% .
La Sardegna del 2025 è un caleidoscopio di successi, conflitti e sfide inedite. Se Todde incarna la resilienza istituzionale (cresce anche se poco nonostante i ricorsi giudiziari), Morittu è il simbolo della vulnerabilità della politica locale, stretto tra minacce e frammentazione.
La lezione è chiara: il consenso si costruisce non solo con la visione, ma con la capacità di proteggere le comunità e ricucire le lacerazioni. Ma allo stato attuale restano solo delle chimere irraggiungibili.

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