Prende il nome da una frase in aramaico pronunciata da Gesù di Nazareth (Talità Kum, vale a dire “Fanciulla, io ti dico: alzati!”) per riportare tra i vivi una bambina morta a causa di una forte emorragia. Lo spunto del Vangelo di Marco non offre ambizioni così grandi, ma la scelta di intitolare il nuovo poliambulatorio di Iglesias, ufficialmente inaugurato oggi ma aperto da giorni, è fortemente simbolica. L’iniziativa congiunta di Comune di Iglesias e Conferenza episcopale italiana (attraverso la diocesi di Iglesias), in collaborazione con la Asl di Carbonia Iglesias, parte da un progetto della cooperativa sociale Casa Emmaus, la quale aveva proposto di dedicare un immobile del centro minerario ad ambulatori medici e infermieristici gratuiti per persone in condizioni di povertà ed emarginazione sociale. La sede prescelta è quella dell’ex Agenzia delle entrate di via XX Settembre (al momento senza numero civico). È stata ristrutturata per l’occasione, anche con l’impiego di alcune persone immigrate o con disagi vari che hanno trovato ospitalità nelle comunità di Casa Emmaus. Un modo per restituire alla collettività locale il supporto e le attenzioni che, in 38 anni di attività, non sono mai mancati.
Il contesto socioeconomico. La città di Iglesias si caratterizza per una situazione sociale ed economica piuttosto complessa, segnata da un elevato tasso di disoccupazione e da un aumento delle condizioni di povertà, situazioni che si sono aggravate enormemente dopo la chiusura delle attività minerarie e della maggior parte delle imprese del settore industriale del territorio. Queste criticità si traducono anche in una crescente difficoltà di accesso ai servizi sanitari, con ripercussioni dirette sulla salute e sul benessere della popolazione più vulnerabile. In risposta a questa emergenza, Casa Emmaus ha promosso l’istituzione di ambulatori gratuiti, sulla base del reddito del nucleo familiare o della singola persona.
I dati Istat più recenti evidenziano una realtà preoccupante: il tasso di disoccupazione è arrivato al 21,4% (ben superiore alla media regionale, che è del 18,6%, e quasi il doppio della media nazionale, pari all’11,4%); la disoccupazione per genere è del 24,1% per le donne (rispetto al 21% regionale e al 13,6% nazionale) e del 19,3% per gli uomini (contro il 17% regionale e il 9,8% nazionale); la disoccupazione giovanile addirittura arriva al 59,2%, un valore nettamente superiore alla media sarda (48,5%) e nazionale (34,7%). Questi numeri evidenziano come una larga fascia della popolazione sia esposta a condizioni di estrema precarietà economica che, inevitabilmente, ostacolano l’accesso alle cure mediche.
Necessità di intervento. L’impatto della crisi occupazionale non si limita alla sfera economica ma, come detto, incide direttamente sulla salute pubblica. Le principali criticità rilevate includono:
• aumento della vulnerabilità sociale: la precarietà economica riduce la possibilità di accedere a cure mediche adeguate, con conseguenti ritardi diagnostici e peggioramento delle condizioni di salute;
• annullamento dei percorsi di assistenza sanitaria: molte persone in difficoltà rinunciano alle cure per l’impossibilità di sostenere i costi delle prestazioni sanitarie;
• crescita della marginalizzazione: la mancanza di accesso ai servizi essenziali aggrava l’esclusione sociale, compromettendo la qualità della vita e l’integrazione nel tessuto comunitario.
Obiettivi del progetto. Gli ambulatori medici e infermieristici gratuiti hanno diverse finalità: garantire l’assistenza sanitaria di base e specialistica alle fasce più vulnerabili della popolazione; fornire un supporto strutturato e continuativo, in grado di intercettare e rispondere ai bisogni sanitari della comunità; promuovere un modello di medicina di prossimità, che integri l’assistenza clinica con un’azione di monitoraggio e prevenzione; rafforzare la rete sociosanitaria territoriale, coinvolgendo istituzioni e mondo del volontariato.
Struttura e organizzazione del servizio. Le giornate di apertura sono state definite in collaborazione con il personale medico e i Servizi sociali del Comune di Iglesias. Sono previsti:
• ambulatori infermieristici, con il compito di effettuare medicazioni, monitorare pazienti cronici e svolgere attività di prevenzione;
• impiego di medici e infermieri volontari, tra cui professionisti in pensione, che mettono a disposizione la propria esperienza per la gestione delle attività ambulatoriali;
• creazione di una rete sociosanitaria che garantisce un’azione coordinata e sostenibile;
• ricerca e intervento sulle condizioni di vulnerabilità, per identificare e supportare le persone con maggiore necessità;
• formazione dei cittadini interessati, con l’obiettivo di costruire una comunità più consapevole e attiva nel campo della salute pubblica;
• il Comune di Iglesias si occupa della selezione dell’utenza attraverso una valutazione dell’Isee, garantendo equità e trasparenza nell’accesso ai servizi;
• un front office efficiente che garantisce un’accoglienza adeguata, capace di accompagnare i pazienti, fornire loro un adeguato supporto informativo che faciliti l’accesso ai servizi sanitari offerti dall’ambulatorio e li orienti e accompagni a quelli di cui potrebbero avere ulteriormente bisogno.
Impatto atteso e sostenibilità. L’ambulatorio si prefigge di fornire assistenza a circa 600 persone all’anno, ma con la prospettiva di estendere il servizio in base all’evoluzione delle esigenze territoriali e alla disponibilità delle risorse necessarie. Il progetto si propone anche come un modello di intervento replicabile, in grado di rispondere a situazioni analoghe in altre realtà locali.
Servizi offerti. Gli ambulatori offriranno consulenze e visite specialistiche in: Nefrologia, Cardiologia, Ematologia, Urologia, Psicologia, Psichiatria, Neuropsichiatria, Logopedia, Chirurgia generale, Oncologia, Nutrizione. Nel prossimo futuro si potranno aggiungere ulteriori specialità in seguito all’adesione al progetto di nuovi professionisti.
Il sindaco di Iglesias. «Talità Kum è certamente una delle iniziative più importanti e significative a cui abbiamo deciso di partecipare negli ultimi anni», sottolinea il sindaco di Iglesias, Mauro Usai. «Il problema della sanità e della difficoltà nell’accesso alle cure è ormai vissuto quotidianamente dalla fascia della popolazione più debole, quella che ha problemi di natura economica e che maggiormente ha difficoltà a recarsi per le cure, la diagnostica e le attività di prevenzione nei centri lontani dalla nostra città. Nel 2023 il 7,6% della popolazione ha rinunciato alle cure per difficoltà economiche o per i tempi lunghi delle liste d’attesa. Si parla tanto delle riforme ospedaliere, in realtà la risposta più concreta a questo disagio la troviamo qui, grazie a un’impresa sociale che garantisce il reinvestimento dei propri utili nei confronti della nostra comunità. La popolazione aspetta con ansia l’avvio di questo ambulatorio, che già da alcuni giorni sta dando le prime risposte. Le comunità locali, da questo punto di vista, dimostrano di avere la capacità di dare le risposte ai propri cittadini anche oltre le proprie competenze».
Il vescovo di Iglesias. «È tipico della fede cristiana l’attenzione alla vita», è il commento di monsignor Mario Farci, vescovo di Iglesias. «La cultura cristiana ha sempre posto grande attenzione al valore immenso che ha ogni persona, che è l’incarnazione stessa di Dio. Per la nostra diocesi, l’attenzione alla salute significa attenzione all’altro. E nell’altro c’è la presenza stessa di Dio. Per questo Talità Kum significa far progredire questa attenzione al valore dell’altro, all’immensità della sua importanza nella società e per il mondo intero».
La presidente di Casa Emmaus. «Talità Kum rappresenta la vera missione di Casa Emmaus», spiega la presidente della cooperativa sociale, Giovanna Grillo. «Casa Emmaus si occupa di persone che hanno fragilità importanti. E quando tu incontri una persona di un contesto territoriale come è il Sulcis Iglesiente – dove c’è una grandissima povertà e dove le famiglie non riescono ad accedere alle cure sanitarie perché non riescono a pagarsi neppure i 17 euro del ticket di una visita, perché fa la differenza tra il mangiare e l’arrivare a fine mese oppure no – ebbene, non possiamo far finta di nulla. Non possiamo voltarci dall’altra parte; piuttosto, dobbiamo essere al fianco di queste persone, concretamente, attraverso reali ambulatori che forniscano le visite di qualsiasi professionista a quelle persone che non possono più permetterselo. Ritengo molto bella e significativa l’unione di intenti da parte delle istituzioni che si prendono cura del territorio insieme al Terzo settore: ci dice che c’è ancora speranza, e che quel ruolo civico che ha l’amministrazione comunale, quel ruolo di cura che ha la Chiesa e quel ruolo di cura delle sofferenze che ha il Terzo settore, esiste ancora. Insieme, possiamo dare risposte vere».
Fonte e immagine: comunicato stampa
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