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IL MISTERIOSO ‘SILENZIO IMPOSTO’ SUI GIOCHI MILITARI DI WUHAN. IL MINISTERO DIFESA TACE.

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Nei giorni scorsi le dichiarazioni di Tagliariol hanno lasciato tanti interrogativi che sarebbe meglio chiarire al più presto. Lo spadista, partecipante dei giochi mondiali militari di Wuhan, ha affermato: “appena arrivati a Wuhan, quasi tutti ci siamo ammalati. Ma il peggio è stato il rientro a casa. Dopo una settimana, mi è venuta febbre altissima, sentivo che quasi non respiravo. Il malanno non passava nemmeno con gli antibiotici, sono guarito dopo tre settimane e sono rimasto a lungo debilitato. Poi si sono ammalati mio figlio e la mia compagna. Quando si è cominciato a parlare del virus (coronavirus) mi sono detto: l’ho preso anche io”.

VIETATO PARLARE DI WUHAN

Tutti gli atleti, Matteo Tagliariol compreso, non erano autorizzati a rilasciare interviste in merito alla trasferta di Wuhan. Il solo referente, contattato da una testata giornalistica (Il Primato Nazionale), è il Capo della Prima Sezione Agonistica, Tenente Colonnello Marco Pietro Carfì, il quale ha affermato: “Qualsiasi intervista riguardo agli atleti che sono andati a Wuhan viene trattata direttamente dallo Stato Maggiore della Difesa”. Successivamente, lo Stato Maggiore della Difesa ha replicato tramite comunicato stampa, redatto tempestivamente in seguito alla testimonianza di Tagliariol: “Roma 7 maggio 2020, organi di stampa nazionale hanno diffuso una intervista rilasciata da un atleta militare che ha espresso la propria personale opinione sulla probabilità di aver avuto sintomi simili a quelli tipici del Covid-19, in occasione dei campionati mondiali militari organizzati a Wuhan lo scorso ottobre. A tal proposito è doveroso precisare che il personale sanitario militare, come previsto, ha sempre monitorato lo stato di salute della delegazione degli atleti militari durante la permanenza in Cina e non ha riscontrato alcuna criticità sanitaria individuale o collettiva al rientro in Italia collegabile al contagio da coronavirus. Le Forze Armate impegnate in molteplici operazioni in Italia e oltre i confini nazionali operano sempre nella massima sicurezza e adottano tutte le misure necessarie tese a garantire l’integrità fisica del proprio personale civile e militare adottando sempre i protocolli sanitari in vigore”.

Inspiegabilmente, solo la Difesa può autorizzare le interviste agli azzurri che hanno partecipato ai Giochi Militari. Possibile che le dichiarazioni di Matteo Tagliariol, uno dei 170 azzurri presenti ai Giochi Militari, abbiano svelato una realtà che qualcuno voleva mantenere sotto traccia?

TESTIMONIANZA ITALIANA

Le Fiamme Gialle hanno autorizzato la testata “Il Primato Nazionale” ad intervistare l’atleta del nuoto Aurora Petronio, anche lei partecipante ai giochi di Wuhan. La Petronio racconta di aver trovato una Wuhan deserta e, alla richiesta di spiegazioni sul come mai una metropoli di undici milioni di abitanti fosse vuota, si è sentita rispondere che «le autorità sanitarie cinesi avevano chiesto ai cittadini di stare in casa per ragioni di sicurezza». Aurora si è ammalata a Wuhan, ha avuto la febbre (il che ha influito sulle prestazioni sportive), la tracheite, il raffreddore… tutto questo, nonostante l’antibiotico è durato per ben 2 mesi. Il fatto interessante è però come si confermi che anche altri atleti hanno presumibilmente avuto i sintomi per l’infezione da Covid-19: qualcuno ha manifestato difficoltà respiratorie, altri un malessere generale. Una collega nuotatrice della Petronio ha dovuto saltare gli assoluti di Dicembre per una sospetta ‘mononucleosi’.

GLI ATLETI FRANCESI

La pentatleta Elodie Clouvel, intervistata dall’emittente televisiva Loire7, ha spiegato di non temere il contagio di Covid 19: “Penso che con Valentin (Belaud, altro pentatleta) abbiamo già avuto il coronavirus perché eravamo a Wuhan per i Giochi Militari. Ci siamo ammalati, lui ha saltato tre giorni di allenamenti, io ho avuto problemi mai avuti prima. E quando abbiamo parlato con un medico militare, ci ha detto: penso che l’abbiate già avuto perché gran parte della delegazione si è ammalata”.

Ma il ministero della Difesa di Parigi smentisce: “La delegazione francese ha beneficiato del monitoraggio medico, prima e durante i Giochi a Wuhan, con un team dedicato composto da circa venti persone. Non vi sono stati in seno alla delegazione francese casi dichiarati durante e al ritorno dai Giochi assimilabili, a posteriori, a casi di Covid 19. Finora, per quanto ne sappiamo, nessun altro Paese rappresentato all’evento di Wuhan ha segnalato casi simili. Il primo caso di Covid 19 è stato segnalato dalla Cina all’Oms solo a fine dicembre, due mesi dopo la fine dell’evento”.

SILENZIO IMPOSTO

Non potendo direttamente conferire con la Difesa, trincerata dietro al silenzio stampa, ci si auspica che gli atleti italiani partecipanti ai Giochi militari di Wuhan vengano sottoposti al test sierologico in modo da capire se qualcuno di loro sia stato effettivamente infettato dal Covid-19, per poter fare luce anche sulla possibile origine del virus e sulla sua reale diffusione. Ma perché gli atleti non possono parlare? E perché i Ministeri emanano comunicati stampa in fretta e furia, con l’intento di smentire quanto detto da chi si è ammalato? Che interessi ci sono dietro alla possibilità che il virus fosse presente in Cina già ad Ottobre 2019?

UNO STUDIO ALLARMANTE

Secondo uno studio che verrà pubblicato sulla rivista scientifica Infection Genetics and Evolution, il virus sarebbe passato dagli animali agli esseri umani proprio tra Ottobre e Dicembre 2019 (in concomitanza con i giochi militari, ndr). Ed in base a documenti visionati dal quotidiano hongkonghese South China Morning Post, il governo cinese registrò il primo caso del misterioso virus il 17 novembre scorso. Aumenta la pressione internazionale su Pechino, serve fare chiarezza sull’origine del Covid-19 e sulla cui diffusione il presidente Xi Jinping (e l’OMS) lanciarono l’allarme solo il 30 dicembre. Potrebbero, quei due mesi di ritardo, essere stati fatali?

UN NUOVO STUDIO AMERICANO

Un recente studio avrebbe smentito la tesi cinese secondo la quale il Coronavirus sia partito dal mercato di Wuhan e trasmesso da un animale selvatico, quanto piuttosto da un essere umano precedentemente infettato.

Stando a quanto riferito al Daily Mail, i ricercatori sarebbero rimasti particolarmente sorpresi da una pre-adattabilità mostrata dal Covid-19 nel diffondersi da uomo a uomo. Tali affermazioni daranno nuova linfa a quella corrente di pensiero che accusa il governo cinese di insabbiamento. Il nuovo studio sul Sars-CoV-2 esamina campioni genetici di pazienti insieme a quelli prelevati durante l’epidemia di Sars del 2002-04, un coronavirus trasmesso dai pipistrelli agli umani attraverso la manipolazione e il consumo di zibetti.

L’articolo è di Alina Chan e Ben Deverman, scienziati del Broad Institute, un’unità di ricerca affiliata ad Harvard ed al Massachusetts Institute of Technology, con la collaborazione di Shing Zhan dell’Università della British Columbia. “I dati genetici disponibili non evidenziano la capacità di trasmissione del virus da parte delle specie presenti nel mercato di Wuhan“, affermano Alina Chan, biologa molecolare, e Shing Zhan, biologa evoluzionista, smentendo quindi la trasmissione “zoonotica” (da animale a uomo): “Dovrebbe essere considerata la possibilità che un precursore non geneticamente modificato possa adattarsi all’uomo mentre viene studiato in un laboratorio“.

Inoltre, gli scienziati hanno sottolineato come tutto ciò era stato piuttosto evidente già dopo l’analisi svolta su un paziente di Wuhan contagiato lo scorso dicembre. In questo nuovo contesto si è inserito il parlamentare Tory Bob Seely, membro del Comitato per gli Affari Esteri della Commons, che ha dichiarato: “Dobbiamo andare a fondo in molte cose in relazione a Covid-19. Dobbiamo sapere da dove è partito questo virus, perché una volta ci fu detto che non vi era alcuna trasmissione umana. Qual è il ruolo del Partito comunista cinese?”

La Cina ha chiuso il mercato di Wuhan il giorno dopo aver avvisato l’Oms dell’epidemia e da lì ha iniziato tutta una serie di studi su campioni di animali prelevati. Ciò che insospettisce è il fatto che, quattro mesi dopo, nessun risultato sia stato condiviso con scienziati stranieri. Gli Stati Uniti, nella persona di Trump, parlano di virus fuggito da un laboratorio e la risposta cinese si traduce invece in un’accusa all’esercito americano.

MINISTERO DIFESA ITALIANA

La redazione di “Ajonoas” ha scritto al Ministero della Difesa Italiana chiedendo di poter avere risposte ad alcuni quesiti sulla vicenda ma ad oggi non è arrivata nessuna risposta. Restiamo comunque a disposizione qualora si volesse replicare all’articolo.

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