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Immacolata Concezione, Il ricordo di don Giovanni Trogu Araldo della Madonna

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Era l’8 dicembre 1854 quando Pio IX definì solennemente il dogma dell’Immacolata Concezione, mediante la Bolla Ineffabilis Deus. Da allora la devozione mariana dell’Immacolata è sempre stata al centro della vita del credente per accrescere la  fede e nutrire fiducia e venerazione, onorarla nella propria vita e invocarla nella preghiera. La devozione mariana è sempre stata nel cuore dei portoscusesi fin dai tempi in cui pescatori siciliani, giunti a Portoscuso per la pesca del tonno, portarono con sé usi, tradizioni e credenze della loro terra tra cui il culto della Vergine d’Itria, tutt’ora festeggiata come patrona del paese.

Era il 1960 quando, per volontà del  parroco della Chiesa Vergine d’Itria, don Giovanni Trogu, si volle dedicare un cippo votivo all’Immacolata Concezione. Era il 13 di ottobre quando, si celebrò in forma solenne l’ affidamento di Portoscuso all’Immacolata da parte del  Vescovo della Diocesi di Iglesias S. E. Monsignor Giovanni Pirastru, grande propagatore, uomo di preghiera e devotissimo della Madonna. Con una cerimonia, quel pomeriggio,  si compiva  il desiderio del caro don Giovanni innalzando la statua dell’Immacolata su un cippo alle porte del paese come atto d’amore affidando alla protezione dell’Immacolata gli abitanti di Portoscuso.  Il breve intervento del sindaco Ubaldo Floris esprimeva  parole di stima e apprezzamento per l’iniziativa. Tradizionalmente i cippi votivi venivano innalzati quali ex voto per uno scampato pericolo come una carestia o una pestilenza, la protezione contro i danni dovuti al mal tempo, ma la motivazione che ha spinto don Giovanni Trogu è molto profonda e personale; don Giovanni era “innamorato” della Madonna e zelante della gloria di Dio. Chi ha avuto modo di conoscerlo ha potuto prendere atto che è stato un  propulsore del culto mariano. Egli ha usato ogni mezzo valido per la conversione e la diffusione del culto; un araldo capace di trascinare il cuore degli altri verso Maria.

I ricordi di don Giovanni sono indimenticabili, era un trascinatore sapeva parlare con la gente… fu promotore di molteplici iniziative: riuscì a spronare giovani e adulti a rinnovarsi con l’istruzione scolastica; preparò i  giovani all’avviamento al lavoro per le industrie che stavano nascendo, istituì la scuola media privata e il patronato scolastico; ospitò e organizzò  presso la scuola materna di San Vincenzo la Colonia Marina della Monteponi e le le attenzioni rivolte ai più deboli per l’assistenza alle famiglie che necessitavano al fabbisogno quotidiano. Fu un uomo affabile e socievole, sapeva condividere le fatiche della giornata con i pescatori e la sera scendeva in via dei tonnarotti per animare con essi un momento corale. Ispirato dalla figura della Madonna “scomodò” autorità civili, religiose e tutta la popolazione per l’inaugurazione del cippo dell’Immacolata. “L’affidamento alla Madonna, – disse don Giovanni, – non consiste nella recita di una formula, come pia pratica, ma nell’impegno ad amarla con affetto filiale mettendoci a Sua completa disposizione per riuscire, con il Suo materno aiuto, a compiere sempre, con fede e con gioia, la volontà di Dio”. Di don Giovanni tutti avvertivano la presenza quotidiana, dava sicurezza e speranza alla popolazione che ne parlava con grande stima e affetto.  La Sua era una presenza fatta di piccoli atti quotidiani di generosità, e di condivisione dei problemi con la gente; era presente per confortare i malati, spronava alla speranza per migliorare le condizioni di vita, all’istruzione e all’educazione per i giovani.

Di grande arricchimento umano, esercitava con i bambini un meraviglioso rapporto, un elemento prezioso su cui praticava quotidianamente i suoi insegnamenti. Fu un uomo austero ma dal cuore tenero di umanità e semplicità che lo caratterizzava per l’affetto che nutriva per la Madre del Signore. I momenti dell’anno più sentiti della devozione mariana, era la festa patronale e il mese di maggio le donne si riunivano nel mese di maggio al cippo votivo e, ai piedi della statua, recitavano il rosario; sotto la statua dell’Immacolata non mancavano i fiori e i lumini accesi quali voti di intercessione o di grazie ricevute”.

 

 

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