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Inter, la rabbia di Conte: “poca protezione da parte della società”

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Al termine della vittoria contro l’Atalanta, il mister dell’Inter, Antonio Conte, ha parlato a Sky: “Ci tenevo a vincere, oggi mi sono fatto sentire come in qualsiasi altra partita. C’è un rapporto molto diretto con la squadra, sono contento perché c’è stata una buona prestazione. Oggi abbiamo fatto veramente molto bene, sono contento per i calciatori e le persone che lavorano alla Pinetina. Siamo arrivati secondi, non abbiamo niente da festeggiare, ma abbiamo fatto qualcosa che non si vedeva da tantissimo tempo.

Ora dobbiamo essere bravi a concentrarci sul presente, finendo nel migliore dei modi l’Europa League. Prometto ai tifosi che venderemo cara la pelle. I ragazzi vogliono dimostrare che spesso le critiche ricevute non sono giuste. A livello personale è stata invece un’annata molto dura. Spesso non è stato riconosciuto il lavoro dei calciatori e mio, non ho trovato protezione del club verso i calciatori. Fuori dal campo c’è tanto da migliorare. Ci sarà da parlare con il presidente, che è in Cina. Non mi piace quando la gente sale sul carro. Pensavo ci fosse più protezione nei miei confronti, se si è deboli è difficile proteggere l’allenatore. C’è da dare merito ai ragazzi, solo a questi.

A me non manca niente, io sono stato chiamato qui per un progetto vincente. A fine stagione dirò quello che non mi è andato bene, saranno fatte valutazioni. Protezione? Zero assoluto verso calciatori ed allenatore.

Ho visto tanta gente salire sul carro, tanta gente non deve salirci. Le palate di ‘cacca’ le abbiamo prese noi e i calciatori, ognuno ha curato il suo orticello. Io ho un difetto: a differenza di altri, ho una visione. E non sto parlando di mercato. C’è un’intervista del febbraio 2017 in cui Spalletti denunciava cose gravissime, nel 2020 siamo punto e a capo. Se vogliamo ridurre il gap con la Juve si deve crescere dentro e fuori dal campo, bisogna capire se si possono fare questi miglioramenti, anche il proprietario si vedrà se lo capisce… Io ci metto la faccia fino a un certo punto, ma nessuno è scemo: il parafulmine si fa il primo anno, errare è umano ma perseverare è diabolico”.

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