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L’8 Aprile 1492 si spegneva a Careggi Lorenzo il Magnifico

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Abile politico, grande mecenate e umanista, incarnò l’ideale rinascimentale dell’uomo come nessun altro. Lorenzo di Piero De’ Medici, il Magnifico, incarnava nella sua persona tutte le virtù dell’uomo del Rinascimento. Spesso definito il principe senza corona, ebbe il ruolo di “ago della bilancia” di quella che allora era l’Europa, un insieme di stati in fibrillazione.

Il Magnifico visse in un periodo contraddistinto da cambiamenti repentini di alleanze, congiure, lotte per il potere temporale ma anche di quello spirituale, dal momento che le grandi dinastie italiane ambivano ad assicurarsi un loro membro al soglio di Pietro, a Roma. Dentro questo enorme calderone storico, il nipote di Cosimo il Vecchio, ereditò dal padre le fortune della famiglia medicea, di cui divenne il faro indiscusso per molto tempo, mentre prese la sua vena d’artista e di raffinato mecenate dalla madre, Lucrezia Tornabuoni.

Grazie a lei, Lorenzo,  crebbe ricevendo un’erudizione e una grande passione per l’umanesimo e le arti, soprattutto se confrontato con altri politici e principe dell’epoca. Una volta salito al potere proseguì l’opera di mecenatismo portata avanti dalla sua famiglia: sotto la sua ala protettrice, geni come Sandro Botticelli, Michelangelo e Leonardo Da Vinci, svilupparono i loro talenti.

Il suo grande progetto fu la creazione di un’accademia d’arte nel Giardino di San Marco, dove furono accolti alcuni degli artisti più promettenti della città, tra questi, appunto, un giovane Michelangelo Buonarroti.

Intorno a lui, poi, si formò un vero e proprio circolo di poeti, di artisti, di filosofi  di cui era anche amico: i fratelli Pulci, il Poliziano, il Verrocchio, il Pollaiolo, Giuliano da Sangallo, Filippo e Filippino Lippi, Marsilio Ficino, Landino, Pico della Mirandola, Benozzo Gozzoli, Benedetto da Maiano, Mino da Fiesole, per ricordare solo alcuni.

Sul piano politico il vero sparti acque fu la Congiura dei Pazzi, ordita il 26 Aprile 1478 nella cattedrale di Santa Maria del Fiore, dove perse la vita il fratello più giovane Giuliano, mentre Lorenzo si salvò per miracolo. Da quel momento le relazioni con il Papa Sisto IV, ancora buone, si deteriorarono, a causa delle mire di Girolamo Riario nipote del papa, verso la città di  Imola. Fu allora che i Pazzi, rivali anche negli affari dei Medici, si accordarono con il poco ecclesiastico Francesco Salviati arcivescovo di Pisa, che portarono alla congiura. In quel preciso momento, cambiarono le sorti di Lorenzo e di Firenze, in guerra contro il papato – dal quale ne uscì rafforzato – ma che trasformò il principe illuminato in autarca assoluto.

Nonostante tutto, Lorenzo il Magnifico assunse il ruolo di moderatore della politica italiana riuscendo a fare da arbitro nelle diverse aspirazioni e rivalità che vedranno coinvolti gli Stati regionali della penisola.

Con la morte l’8 Aprile del 1492,  si avviò la di fine di un’epoca e l’inizio degli anni di crisi politica e di instabilità che l’Italia vivrà per diverso tempo. Lo stesso anno, Cristoforo Colombo, compì il suo primo viaggio in America:  si apriva quindi un nuovo capitolo della storia dell’umanità.

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