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L’ALTERNATIVA AL VACCINO NASCE A FIRENZE NEI LABORATORI DELL’ISTITUTO FARMACEUTICO MILITARE

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Ordinati 200 kg di principi attivi che serviranno per la produzione di capsule del farmaco “test” anti Coronavirus, lo ha dichiarato il colonnello Antonio Medica Direttore dell’Istituto farmaceutico di Via Reginaldo Giuliani.

Lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze, impegnato da mesi sulla produzione del concentrato di soluzione idroalcolica per la disinfezione, continua a produrre anche cannabis per uso medico e i farmaci “orfani”, cioè quei preparati che le case farmaceutiche hanno spesso di produrre perché non redditizi, ma che continuano a salvare la vita di molte persone.

“Qui non abbiamo mai smesso di produrli – dichiara il Direttore Antonio Medica – e non smetteranno di produrre anche quelli contro il Coronavirus, fino a che ce ne sarà bisogno”. 

Sono 85 in tutto tra militari, civili e interinali ad essere impiegati nel laboratorio dell’esercito che non si è mai fermato neanche per le feste. Anzi ha continuato la produzione di 2.700 lt al giorno di “Gel disinfettante” da distribuire agli ospedali e alle farmacie.

L’impegno dell’Istituto contro il Codiv-19

Il ministro della Salute Roberto Speranza ha incaricato la storica struttura fiorentina di attivarsi sulla produzione del farmaco, con un decreto voluto dal premier Conte lo scorso 7 aprile. “Abbiamo già un ordine dalla Regione Toscana per capsule da 200 Mg – lo ha dichiarato Medica in una recente intervista al Corriere – ma come accadde per la Sars nel 2006, lo stesso ministro della Difesa Lorenzo Guerini aveva già messo il nostro Istituto sul «fronte» del coronavirus”.

Anche Nicola Armentano, consigliere comunale a Firenze, aveva fatto appello al Governo per autorizzare l’Istituto Farmaceutico Militare alla produzione e la distribuzione di farmaci utili al trattamento terapeutico del Coronavirus, in particolare a base di idrossiclorochina.

“Mai come adesso è importante mettere in campo tutte le energie necessarie a far fronte all’emergenza sanitaria da Coronavirus. – prosegue Armentano – La richiesta non è altro quella di sfruttare ancora una volta e anche in questo frangente, come accaduto per il contrasto al virus H1N1 qualche anno fa, le risorse e il know how di questa struttura che già sta svolgendo un ruolo importante con la produzione e distribuzione di disinfettanti, autorizzata nel decreto Cura Italia. Il Farmaceutico da sempre collabora con le Istituzioni producendo diverse tipologie di materiali sanitari, da dispositivi di protezione a particolari tipologie di farmaci, come quelli orfani per le malattie rare e la cannabis terapeutica, produzione che anche adesso non si è mai arrestata, anzi. È in grado tra le altre cose di poter produrre questa particolare sostanza, già usata contro patologie come la malaria, che si è rivelata utile nel trattamento del Coronavirus, in particolare nella prima fase della malattia. Un supporto dello stabilimento su questo risulterebbe quindi fondamentale per non farci trovare impreparati di fronte a una crescente domanda di prodotto e a eventuali carenze”.

Principi attivi in volo verso Firenze

Sono duecento chilogrammi di principio attivo di idrossiclorochina ordinati dall’Istituto in viaggio dall’Asia a Firenze che serviranno per realizzare alcune centinaia di migliaia di capsule del farmaco attualmente in “fase sperimentale”, come «anticoronavirus». Il principio attivo contenuto inibisce gli effetti più pesanti sui polmoni e consente di superare i giorni di picco della malattia. Poche le indiscrezioni trapelate sull’origine del materiale, anche per non alimentare una ricerca frenetica del prodotto che metterebbe in difficoltà l’istituto stesso nell’approvvigionamento qualora il farmaco superasse tutti i test.

Terminata la fase di sperimentazione potrà essere prodotto e distribuito diventando una valida alternativa all’ipotesi del Governo di procedere alla vaccinazione di massa.

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