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Letture in compagnia di … Chicco e Marcello che ci parlano del loro ultimo libro “Il ponte di Einstein-Rosen”

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La rubrica “Letture in compagnia di …” questo mese ospita gli scrittori Chicco Fiabane (Giovanni Luigi Francesco N.d.R.) e Marcello Murru, gli autori di “Il ponte di Einstein-Rosen”.

Edito dalla casa editrice Pettirosso, “Il ponte di Einstein-Rosen”,  ambientato nella città di Carbonia, è un libro di fantascienza, anche se entrambi gli autori ci tengono a sottolineare che non amano identificare le loro opere in un genere letterario particolare. 

Attraverso le pagine di “Il ponte di Einstein-Rosen”, il lettore non può fare a meno d’immergersi in un mondo parallelo fatto di epoche storiche, ricordi, emozioni, a volte sofferenze, che hanno caratterizzato l’infanzia di molti cittadini del territorio del Sulcis.

Chicco e Marcello ci trasportano in una Carbonia nata sotto il dominio di Mussolini, che si stava sviluppando a livello economico e sociale nel periodo del primissimo dopo guerra, per poi giungere in un periodo più vicino a noi. Un portale temporale che ci conduce da un’epoca all’altra con personaggi che si rincorrono per ritrovarsi e poi perdersi di nuovo.

In esclusiva per Ajò Noas l’intervista a Chicco Fiabane e Marcello Murru

Partiamo dal titolo del vostro libro: “Il ponte di Einstein-Rosen”. Come mai avete deciso di intitolare il vostro ultimo libro così?

Chicco – Il titolo è stata la parte più sofferta, e lo abbiamo deciso quando il romanzo era ormai già terminato e “senza titolo”, appunto. Inoltre, dopo che Laura Armosini (l’illustratrice che ha curato la copertina) ci mandò la versione definitiva della copertina, si presentò anche la difficoltà di trovare un titolo che fosse all’altezza dell’illustrazione, che desse una spiegazione alla stessa senza però dire troppo sul contenuto del libro e che, non ultimo, confermasse l’attenzione creata dall’immagine. Così, dopo settimane di prove e fallimenti è arrivato “Il ponte di Einstein- Rosen”. Noi crediamo di aver fatto centro, speriamo i lettori lo confermino.

Marcello Possiamo affermare che i titoli dei sono croce e delizia delle nostre opere; per questo, come d’altronde per “Protocollo RS33”, lo abbiamo deciso già a missione compiuta e non senza difficoltà. Al contrario di quanto accadde con il secondo romanzo, “The fun side of the moon”, quando il titolo, si può dire, nacque ancor prima della storia. E per una giusta alternanza anche per il prossimo…

Marcello e Chicco

Carbonia città protagonista del vostro libro. Cosa vi lega a questa cittadina così “giovane” storicamente parlando?

Chicco –  Per me Carbonia è la città dove finalmente “mi sono fermato”, dopo un’infanzia trascorsa tra trasferimenti e traslochi. È la città dove ho iniziato a “ricostruirmi” un’infanzia, dove ho trascorso la mia adolescenza, giovinezza, dove mi sono innamorato e dove mi piacerebbe trascorrere il resto della mia vita. Ci vivo dal 1980, e con gli anni mi sono affezionato a lei, alla sua diversità, alla sua “multi etnicità ante litteram”, ai suoi mille problemi e ai suoi altrettanti numerosi pregi. La considero come una bella donna un po’ maltrattata, trascurata, ma che nonostante tutto riesca ancora ad emanare fascino e bellezza. Mi piacciono le sue architetture minimaliste, gli ampi spazi che la distinguono. Mi piace perché è diversa e, non ultimo, perché è una città mineraria. La mia è sempre stata una famiglia di minatori (emigrati dal Veneto) e tra i minatori io sono cresciuto, dalla miniera di Sos Enattos a Lula, la bellissima Montevecchio, il Villaggio Normann a San Giovanni Miniera. Quei tempi ora sono lontani e io ho vissuto l’ultimo colpo di coda di quel periodo d’oro, ma mi è rimasto nel cuore.

Marcello – A differenza di Chicco, io ci sono nato.  È la città dove ci sono sempre stati i legami affettivi più forti, dove mi sono sposato e dove sono ritornato stabilmente circa venticinque anni fa. Trovo un suo punto di forza nella modernità architettonica. È una città senza dubbio ferita, che più ha risentito delle crisi sociali che si sono succedute nel corso degli anni in questa parte di Sardegna. Il nostro omaggio alla città è motivato anche da questi aspetti.

Senza svelare troppo ai nostri lettori, ci potete sintetizzare la storia narrata? In quale genere letterario la possiamo identificare?

Chicco – Chi mi conosce sa che non amo identificare i generi letterari, sebbene lo ritenga un male necessario di questi tempi. Ma se proprio devo, allora è certamente fantascienza, o SCI-FI come si dice oggigiorno. È una storia di amicizia, di passaggi, di eventi fuori dal quotidiano, dove il fulcro di tutto sono la Grande Miniera di Serbariu e Carbonia, viste sotto aspetti che spero riescano ad appassionare il lettore.

Marcello – Concordo con quanto affermato da Chicco, anche perché le nostre opere sono difficilmente catalogabili. Ci è piaciuto parlare di passaggi di tempo, inquadrare tre epoche fondamentali nella vita di Carbonia e della nostra. Ci è piaciuto “giocare” con le nostre passioni, trasferendole in una storia che pur toccando aspetti un po’ inusuali, siamo sicuri possano essere fruiti anche da chi non è appassionato del genere fantascientifico.

Come è nato il “desiderio” di scrivere questa storia?

Chicco – Nasce nel lontano… non lo ricordo, comunque, con la pubblicazione della raccolta di racconti brevi “Fantasulcis”, dove 10 autori del nostro territorio si cimentarono con altrettanti racconti dove i luoghi a noi familiari dovevano entrare in una narrazione breve intrisa di “fantastico”. Il racconto di Marcello, “…and the radio plays”, ambientato a Carbonia, mi piacque molto, così, alcuni anni dopo, gli proposi, appena i tempi fossero stati maturi, di ricavarne assieme un romanzo. Quei tempi arrivarono e quel romanzo servì anche a chiudere il cerchio di “Protocollo RS33”, il nostro primo e più fortunato (almeno fino a oggi) lavoro.

Marcello – L’intuizione di Chicco di riprendere le vicende di “PRS33” per catapultarle in un nuovo lavoro, sono state un punto di partenza fondamentale. Quando me lo propose, scattò la scintilla che ci fece partire con la stesura del canovaccio iniziale. A differenza dei due precedenti, i tempi sono stati un po’ più lunghi, complice il periodo di lockdown che ha generato una sorta di crisi dello scrittore. Per fortuna ci siamo sbloccati e uno di noi (non vi diciamo chi), lo ha finito di scrivere proprio il giorno che appare nell’epilogo della storia.

I fatti da voi descritti sono tutti frutto della vostra immaginazione o ci sono episodi e/o personaggi reali?

Chicco – Nomi, personaggi, luoghi ed eventi narrati sono il frutto della fantasia dei due autori o sono usati in maniera fittizia. Qualsiasi somiglianza con persone reali, viventi o defunte, eventi o luoghi esistenti è da ritenersi puramente casuale.

Marcello – La fantasia ha un ruolo fondamentale in tutta la narrazione; nell’omaggio a Carbonia citato precedentemente, abbiamo nominato tante attività commerciali, luoghi e situazioni che sono esistite o che esistono tuttora.

Curiosità tecnica: è difficile scrivere un libro a quattro mai? Come decidete lo “svolgersi” della storia? Chi scrive “fisicamente” e chi detta?

Chicco – In realtà, per me e Marcello è molto semplice e divertente. Durante le nostre camminate, decidiamo a grandi linee il plot del romanzo, iniziamo ad immaginarci i personaggi e discutiamo su come scriverlo e altri dettagli. Quando poi ci sentiamo pronti iniziamo a vederci, a casa dell’uno o dell’altro, decidendo chi deve scrivere cosa capitolo per capitolo. Passo dopo passo rileggiamo il tutto, togliendo, aggiungendo, modificando, riscrivendo, fino ad ottenete una certa fluidità nella narrazione. Una volta terminato iniziamo una rilettura su rilettura, fino a quando non siamo ragionevolmente certi (certi non lo saremo mai) che la narrazione non abbia subito le influenze narrative dell’uno o dell’altro, ma che abbia un percorso omogeneo. Il tutto condito da qualche distillato di alta qualità (io preferisco il Single Malt, Marcello il Rum), tanti piacevoli scambi di opinioni, tante risate, diverse birre e non ultima la nostra bellissima amicizia.

Marcello – La nostra amicizia la gioca da padrona, senza ombra di dubbio. Condividiamo tante cose tra cui la passione per la scrittura. Per noi è fondamentale divertirsi, rispettare i tempi di scrittura dell’altro e confrontarsi con franchezza quando uno dei due scrive qualcosa di non condivisibile e quindi da modificare. Alla fine un buon distillato, degustato con moderazione, ci fa sempre trovare la quadra.

Questa non è la prima vostra espressione letteraria, avete intenzione di scriverne altre insieme?

Chicco – Ebbene sì, non vi libererete facilmente di noi. In anteprima assoluta per AjoNoas, il titolo sarà: “Bad and Breakfast”, sarà ambientato al Villaggio Normann (San Giovanni Miniera) nella metà degli anni settanta, e i protagonisti saranno due bambini amici per la pelle e con molta fantasia.

Marcello – Come avete appena letto, Chicco non sa mantenere i segreti…

Se doveste fare “pubblicità” al vostro libro quale frase usereste per invogliare i nostri lettori a comprarlo?

Chicco – Ci sono cose che non si possono comprare, ma per “Il ponte di Einstein – Rosen” bastano 15€. (Lo ammetto, è un plagio).

Marcello – Ci sono cose che voi umani non avete mai letto, le leggerete ne “Il ponte di Einstein-Rosen” (anche questo è un plagio).

Vi va di usare un aggettivo o un complimento che caratterizza il ruolo dell’altro durante la stesura di questa storia?

Chicco – Mi sopporta ed è mio amico. Credo che basti.

Marcello – Mi rispetta e non si arrabbia mai con me; la cosa so che è reciproca.

Gli autori

Giovanni Luigi Francesco Fiabane, per gli amici Chicco, è nato a Nuoro nel 1966, attualmente vive a Carbonia. Ha pubblicato quattro romanzi per il Gruppo Albatros il Filo, e una silloge poetica con la casa editrice Graphe.it firmandosi con lo pseudonimo di Ben Gunn. Del 2013 è una sua collaborazione in un trittico poetico intitolato “La solitudine degli elementi” per la Pettirosso Editore, con la quale collabora dal 2012 curando, tra le altre cose, la raccolta di racconti “Fantasulcis”. Nel 2016 ha pubblicato la raccolta di poesie “Capitano salga a bordo, per favore…” per la corrente letteraria dei Neo-Scapigliati della Pettirosso Editore. Suoi racconti e poesie sono presenti in diverse raccolte e on-line.

Marcello Murru (1966), è nato e vive a Carbonia. Bancario di professione, la passione per la scrittura l’ha portato a pubblicare, nel 2008, il suo primo romanzo “Bhutan – Particolari allucinanti paralleli (Ed. Albatros/Il Filo); suoi racconti brevi sono stati inseriti in svariate antologie tra cui si segnalano: “… and the radio plays…” (“Fantasulcis” – Pettirosso Editore  – 2012), “Trip-Hop” (“Con un sorriso sulle labbra” – Pettirosso Editore – 2016). Dal 2016 collabora con la Pettirosso Editore. Nel 2014 inizia la feconda collaborazione tra i due autori e amici, con il romanzo “Protocollo RS33” per la Pettirosso Editore.

Riproduzione riservata © Copyright Ajò Noas

 

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