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Marocco: Cosa c’è dietro “Affaire Pegasus”? Inchiesta di 2M TV

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Attraverso indagini svolte a Parigi e Berlino e interviste con avvocati, specialisti dei media e vari esperti francesi, la Tv marocchina 2M ha svelato alcuni aspetti nascosti dell’affare Pegasus mercoledì 26 gennaio.

Nuove risposte sono state fornite alle domande introduttive del programma investigativo dal suo presentatore, Youssef Zouitni: È per caso che l’affare Pegasus contro il Marocco, in particolare, e il cui mandante è ancora sconosciuto, sia scoppiato il 18 luglio 2021, 12 giorni prima della festa del Trono?  E chi ha interesse di destabilizzare il Marocco?

Di fronte alle telecamere della 2M, gli avvocati Olivier Baratelli e Rodolphe Bosselut affermano di aver rivolto anche loro questa domanda alla Giustizia francese che è ancora in ritardo a rispondere. I due avvocati sottolineano che il Marocco è stato preso di mira ingiustamente da accuse infondate e che i suoi diffamatori devono quindi rispondere delle loro azioni.

È una questione di principio per il Regno del Marocco che difende in questo caso i servizi di sicurezza, le istituzioni e i responsabili diffamati“, assicurano.

I due avvocati si rammaricano che gli autori delle diffamazioni contro il Marocco cerchino di rifugiarsi dietro la cosiddetta “inammissibilità” del caso, invece di fornire la prova delle bugie che hanno divulgato attraverso la rete di Forbiden Stories.

In attesa che la giustizia francese faccia il suo lavoro, resta tutto il mistero sull’emittente o sugli emittenti della lista dei 200.000 tornati ad essere 50.000 nomi, presumibilmente spiati in buona parte dal Marocco.

Per svelare il mistero, gli investigatori della 2M hanno cercato spunti da eminenti specialisti dei media come Pascal Airault, Dominique Wolton e François Soudan, e dall’esperto di intelligence Alain Juillet. Tutti hanno notato che le basi del lavoro giornalistico professionale non sono state rispettate nell’affare Pegasus.

Per Wolton, alcuni media trasmettano informazioni false, senza alcun controllo, solo per essere i primi a pubblicarle. Peggio ancora, aggiunge Alain Juillet, tracciando un parallelo con l’affare Clearstream che ha preso di mira Nicholas Sarkozy in Francia, quando era ministro dell’Interno, la manipolazione non è mai lontana.

Ci sono persone che hanno interesse a contrapporre determinati Paesi ad altri, in questo caso Marocco e Francia“. Com’è mai nessun americano, ad esempio, non viene citato né nel caso Pegasus né nel caso Panama Papers o anche nei China Papers?

Gli investigatori di 2M si sono interessati a Forbiden Stories. Ma sorpresi, hanno trovato il suo indirizzo a Parigi, ma non hanno trovato il suo ufficio. Hanno anche notato che questa organizzazione “senza scopo di lucro” ha un elenco ben fornito di donatori europei e americani. Hanno inoltre notato che l’elenco dietro il caso Pegasus è stato consegnato per la prima volta a Berlino in Germania, un paese pubblicamente conosciuto per l’uso del software Pegasus, ma che non è stato citato da Forbiden Stories.

È proprio alla Germania che si sono rivolti gli investigatori della 2M. Prima del lancio del caso Pegaso contro il Marocco, Berlino aveva moltiplicato atti ostili contro il Regno. Le autorità tedesche hanno fatto di tutto per aggirare la mediazione marocchina nel processo di riconciliazione interlibica. Hanno chiuso un occhio sulla profanazione della bandiera nazionale nella sede dell’ambasciata marocchina a Berlino. Peggio ancora, hanno circondato con la loro benevolenza il terrorista Mohamed Hajib specializzato nell’insulto alle istituzioni marocchine e ricercato dalle autorità giudiziarie.

Per François Soudan, non c’è dubbio che la Germania, che non nasconde le sue ambizioni africane, è imbarazzata dalla crescente leadership del Marocco nel Continente. “Con la politica dinamica e lungimirante del Re Mohammed VI, il Regno suscita gelosia”, conferma Christian Cambon, Presidente della Commissione Affari Esteri, Difesa e Forze Armate del Senato francese. Una gelosia chiaramente manifestata attraverso il rapporto del think tank tedesco SWP, finanziato dalle autorità tedesche, che chiede un riequilibrio delle forze nel Maghreb (tra Marocco e Algeria ndr) contro il progresso marocchino.

È alla luce di questi dati presentati da 2M che va letto l’affare Pegasus, che non rimarrà senza risposta. “Per far emergere la verità, andremo fino all’esaurimento di tutti i rimedi possibili, compreso quello della Corte di giustizia europea“, avverte l’avvocato Olivier Baratelli.

di Belkassem Yassine

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