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Mattarella rinsalda i rapporti Italia-Svizzera: le due questioni in sospeso tra i paesi verranno risolte

Roma - Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in videoconferenza, alla XI edizione della cerimonia di conferimento del Premio Nazionale per l’Innovazione “Premio dei Premi” 2020, oggi 11 dicembre 2020. (Foto di Paolo Giandotti - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)
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ZURIGO – Oltre 110mila tra studenti e ricercatori italiani studiano e lavorano nel Politecnico di Zurigo, eccellenza della tecnologia nel cuore dell’Europa. E’ qui che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha scelto di concludere la sua visita di Stato in Svizzera. Un viaggio, iniziato a Berna, che è servito a rinsaldare i rapporti con un partner importante e i cui legami con l’Italia sono storicamente forti. Il capo dello Stato lascia la Svizzera assicurando che le due questioni in sospeso tra i nostri paesi verranno rapidamente risolte.

La prima, a cui il presidente della Confederazione elvetica Ignazio Cassis ha ribadito di tenere in modo particolare, è quella della presenza della Svizzera nella black list italiana dei paesi che offrono agevolazioni fiscali: “L’incontro tra i due ministri svizzero e italiano competenti lascia prevedere una rapida soluzione positiva nell’arco dei prossimi mesi”, assicura Mattarella. L’altra è quella che riguarda il regime fiscale dei transfrontalieri. Oltre ai 670mila italiani residenti nella confederazione, infatti, ci sono 80mila connazionali che ogni giorno si recano in Svizzera per lavorare, e l’Italia non ha ancora ratificato l’accordo bilaterale che disciplina il loro regime fiscale: “Il disegno di legge di ratifica dell’accordo sui frontalieri è già in Senato all’esame della commissione Esteri e l’iter di approvazione parlamentare sarà certamente molto veloce”, è l’impegno del capo dello Stato.

La presenza dell’Italia e l’amore per l’italianità sono tangibili durante la visita al Politecnico di Zurigo, Eth, dove il presidente è accolto con calore e interesse da parte degli studenti. E’ proprio grazie ad alcuni dei nostri cervelli in fuga che qui si inventano e producono le invenzioni del futuro nei campi della tecnologia, della medicina, della transizione ecologica.

Durante l’incontro in Aula magna, che si è svolto tutto in italiano, a partire dal saluto del presidente Cassis, ci sono 4 eccellenze della ricerca che presentano i loro progetti avveniristici: Stefano Brusoni (viene dalla Bocconi ed è professore di Management in tecnologia e innovazione) studia i sistemi con cui le aziende possono diventare “sociali” grazie alle modalità imprenditoriali adottate dalle cooperative; Viola Becattini (Senior Scientist presso l’Eth è stata inserita nella lista degli Innovator europei premiati dal Mit per i suoi studi sui sistemi di cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica), il suo progetto è stato finanziato dall’Eth e da aziende svizzere in partnership con l’ateneo e renderà la Svizzera libera dalle fonti inquinanti entro il 2050; Paola Picotti (vicedirettore dell’istituto di biologia dei sistemi molecolari), ha ideato un sistema che permetterà di trovare i marcatori del Parkinson rendendo così la diagnosi e la cura più precoci ed efficaci; Michele Gregorini, (bresciano poco più che 30enne ha ideato un test per l’autodiagnosi del Covid), ha fondato con due colleghi del Politecnico una società che presto andrà sul mercato e che consentirà di effettuare test rapidi ed economici oltre che efficaci, sui principali virus che procurano ogni anno milioni di morti in tutto il mondo: malaria, malattie sessualmente trasmissibili, Papilloma virus.

Mattarella stringe loro la mano sinceramente ammirato dopo aver assistito alla presentazione dei loro progetti e da qui lancia un messaggio più ampio: “Lo scambio di idee e l’incontro con giovani provenienti da diversi Paesi europei favorisce la formazione di un’autentica coscienza critica e mette in comune le esperienze – ha sottolineato il capo dello Stato – Democrazia e libertà – valori essenziali per tutti i popoli europei – hanno bisogno del sapere che le università alimentano. Non possono rinunciare al confronto delle idee e delle conoscenze che dalle università trae origine e impulso”.

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