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Morto il poeta siciliano Antonino Caponnetto. Il ricordo di Beppe Costa

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Ho conosciuto Antonino Caponnetto a Mantova: nel corso di una conferenza stampa, accennai alla mia esperienza famigliare nella nostra libreria di Catania, Muglia. Si avvicinò stringendomi tutt’e due le mani dicendo che in quella libreria, dove negli anni ’80 c’era mia madre Maria (stesso nome della moglie) andava spesso a comprare libri. Un caffè e fu subito amicizia: vera, onesta, leale. Ne scoprii gli aspetti ironici ma anche, leggendolo, carpendo le sofferenze più nascoste. Così nei pochi anni che collaborai con Stefano Iori per il Festival e il Premio Terre di Virgilio, ebbi modo di incontrarlo più volte. Ma già alla fine dello stesso anno (2015) pubblicai il primo di tre libri Agonie della luce, seguirono Il sogno necessario (2017) edizione italiano inglese e Prima d’ogni altra cosa (2018). Ma la tempo stesso, per la sua conoscenza dello spagnolo, molto migliore della mia, lo invitai a tradurre le poesie di Fernando Rendon, poeta di Medellin, fondatore del Festival di poesia in Colombia. Accettò molto volentieri.

Poeta colto e riservato accettò anche l’invito a venire a Roma, nella nostra libreria ma anche a partecipare ad alcuni festival in Sardegna, a Sirmione, a Moniga, a Mantova dove incontrò il Poeta peruviano Alfredo Pérez Alencart. Qualche incontro nelle scuole e molto altro così che in pochissimi anni riuscimmo ad incontrarci tante di quelle volte, rinsaldando un’amicizia fraterna.

Poi nel lungo periodo che ho trascorso in ospedale in Sardegna, informò quotidianamente la mia famiglie e  gli amici sulle mie condizioni di salute. Avendo anche l’idea insieme al comune amico Marco Cinque di avviare per me una raccolta di firme affinché ottenessi il vitalizio previsto dalla Legge Bacchelli. La raccolta fu poi condotta da Andrea Garbin. Intanto per le mie condizioni di salute mi allontanavo da molti presunti amici (il direttore di questo giornale sa abbastanza bene cosa accadeva).

Ma mi preme ricordare ciò che stava accadendo all’amico Antonino: primi sintomi di un male, forse dai medici trascurato e malcompreso. Mantova fa scuola della presunta superiorità medica della Lombardia! La Covid ne darà un segnale univoco. Cominciava a soffirne mentre io ero all’oscuro e, via via che le persone mi chiedevano di lui, non sapevo cosa rispondere: aveva aumentato ancor più le distanze e le poche notizie le ricevevo attraverso un’amica comune che, a sua volta le aveva dalla moglie Maria. Nel nostro caso, date le mie condizione, non voleva pesare ancor più, aggiungendo ai miei, i suoi problemi di salute. Parlando di recente con la moglie Maria le ipotesi che immaginavo erano pelopiù corrette.

Inoltre, a differenza di me, fortunato e salvato dai medici di Sassari, dove mi ero operato e da quelli del Gemelli di Roma, Antonino non ha avuto questa fortuna. I medici dell’ospedale di Mantova hanno commesso gravi errori, condotto con molta superficialità indagini sul male che non hanno saputo comprendere.

Così questo amico poeta nobile, riservato, estremamente colto, il 7 scorso ci ha lasciato.

Molti i libri pubblicati alcuni con Campanotto (facili da recuperare)ma anche il suo blog https://caponnetto-poesiaperta.blogspot.com/ ove è possibile scoprire di quanti autori si occupasse: nomi noti o sconosciuti, sempre disponibile alle scoperte segnalando autori che a lui si rivolgevano in cerca di conferma dei propri scritti, cosa che pochi fanno. Quella poesia troppo spesso egoista e pervasa di una costante nebbia che acceca creando così tanta confusione ad un genere già di per sé fragile.

Mi preme anche ricordare di Antonino la sua ironia, spesso rivolta a se stesso. La moglie Maria grande appassionata d’arte completa il quadro di questa coppia, così insolita fra i cittadini di mantova, circondati dalla bellezza dei suoi monumeti ma piuttosto sordi al suo richiamo. Forse questo per un siciliano d’altri tempi non è stato il mondo migliore dove vivere. Così Antonino, attraverso i versi di autori che sceglieva compiva un viaggio intino e silenzioso, ben lontano dalla città dove aveva scelto di vivere. Ma forse questo è solo un mio pensiero verso una città dove sono stato spesso a disagio.

Per chi volesse leggere Agonie della luce, può scaricare il testo e la copertina, cliccando su i sottostanti link: https://drive.google.com/file/d/1GrHUC79hXYWztU2JQWDZKAMvudYmt2lq/view?usp=sharing    https://drive.google.com/file/d/1fjhkYVWAlxfnosBcCmxeiFiFyO3cNxnc/view?usp=sharing

da: Il sogno necessario, Pellicano, 2018:

Non li vedete i teschi

dietro le insulse maschere

della democrazia?

Orbite vuote fauci spalancate

proprio non le vedete?

E non la falce ma arsenali interi

hanno questi che reggono

le sorti degli stati.

E non mantelli indossano

ma giacchette alla moda

hanno sete di sangue e di denaro.

E il diritto di ucciderci a milioni

Questo davvero voi non lo vedete?

 

di Beppe Costa

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