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Mozione di sfiducia al Ministro Speranza, il Senato respinge

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29 voti a favore, 221 contrari e tre astensioni.

Con questi numeri l’aula del Senato respinge la mozione di sfiducia al ministro della Salute, Roberto Speranza, proposta da Fratelli d’Italia.

L’aula proseguirà con la ‘chiama’ e con il voto delle altre due mozioni di sfiducia, presentate rispettivamente dal senatore Gianluigi Paragone del gruppo Misto e da Mattia Crucioli di ‘L’alternativa c’è’.

Il presidente di turno Roberto Calderoli annuncia come, per la prima volta, la ‘chiama’ dei  senatori si svolgerà con l’ausilio di un sistema in grado di rilevare in automatico la dichiarazione di voto.

L’occasione è offerta proprio dalle tre mozioni di sfiducia presentare nei  confronti del ministro della Salute da FdI, Italexit  e Alternativa c’è, da votare con tre ‘chiame’ separate.

Chiarisce la presidente Casellati: “Ogni senatore potrà esprimere il suo voto dal suo posto“.

In questi mesi avrei potuto scaricare sulle Regioni responsabilità e limiti che tanti hanno visto. Ma non l’ho mai fatto e non lo farò mai. Ho sempre collaborato con tutti senza alcuna distinzione e con la massima disponibilità perché penso che in un grande Paese non si debba far politica su una tremenda epidemia“. Queste le parole del Ministro Roberto Speranza al Senato.

Lega e Forza Italia voteranno contro la mozione di sfiducia a Roberto Speranza, promossa dagli alleati (non nel governo nazionale) di Fratelli d’Italia, e proporranno una commissione di inchiesta sulla gestione della pandemia da parte del ministero della Salute.

Queste le parole del leader della Lega, Matteo Salvini: “Con senso di responsabilità, determinato a proporre soluzioni concrete e percorribili come dimostrano le riaperture e l’accordo raggiunto nella maggioranza sulla revisione del coprifuoco, il centrodestra di governo ritiene improduttivo il ricorso a mozioni di sfiducia individuali e propone invece fin da oggi una commissione di inchiesta sulla gestione della pandemia da parte del Ministero della Salute. L’auspicio è che, attorno ad una proposta seria, si possa trovare la convergenza della stragrande maggioranza delle forze parlamentari“.

Ancora: “Noi proporremo un Disegno di legge per istituire una commissione di inchiesta parlamentare sul piano pandemico e sul comportamento del Ministero della Salute e del ministro Speranza. Conto che gli amici di FdI ci diano una mano. Questo vale dieci volte di più di una mozione“.

Apparentemente critico Ignazio La Russa: “Abbiamo presentato mozione sfiducia ben sapendo l’esito che ne sarebbe derivato, rispetto gli amici di Lega e Forza Italia ma li controllerò  uno per uno, quelli che avranno il coraggio di darLe la fiducia e non potranno più dire nulla. Persino chi l’ha pesantemente accusato, come i partiti del centrodestra nel corso della sua attività di ministro della Salute nel precedente governo oggi voteranno per Lei“. Il senatore di FdI è un fiume in piena: “nella nostra mozione l’accusa principale che le facciamo è di aver tenuto bordone a bugie, inadeguatezze, incapacità manifestate dal governo, non è solo lei, ma lei ricopre quel ruolo”.

La leader di FdI, Giorgia Meloni, aveva aperto così la giornata odierna: “Continueremo a non dare tregua a questo governo finché la follia del coprifuoco non sarà abolita, anche andando contro tutto e tutti. Oggi, in aula, si voterà la mozione di Fratelli d’Italia per sfiduciare il ministro Speranza: il simbolo e il principale promotore del coprifuoco e della fallimentare gestione dell’emergenza. Voi che dite, la maggioranza lo boccerà come il nostro odg per abolire il coprifuoco, o qualcuno avrà il coraggio di schierarsi con noi?“.

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio esprime apprezzamento per le parole del ministro Speranza in Aula: “È il momento della responsabilità da parte di tutti”.

Compatto il fronte del PD, con la senatrice Paola Boldrini – vicepresidente della Commissione Sanità – che afferma: “Noi rinnoviamo la fiducia al ministro Speranza, perché in quello che ha fatto ha sempre tenuto in considerazione l’articolo 32 della Costituzione, ovvero prima di tutto la salvaguardia della salute. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza può essere un’ulteriore nuova occasione per rafforzare il nostro sistema sanitario, però sono tante le componenti e gli attori che devono farlo insieme al ministero“.

Stessa linea di Italia Viva con Davide Faraone: “La mozione di sfiducia nei confronti del ministro Speranza è sbagliata politicamente e umanamente discutibile, perché mina l’unità della classe dirigente del Paese e la credibilità  delle istituzioni, del ministero, dell’Aifa e del Cts, quando la crisi pandemica non è ancora finita. Votiamo no e chiederemo una commissione che indaghi su tutto quello che è accaduto nella gestione della pandemia, senza sostituirsi alla magistratura“.

Anche Giovanni Toti ha detto NO alla sfiducia: “Cambiamo! vota no alla sfiducia a Speranza. Siamo stati spesso in disaccordo, ma non e’ il momento del giudizio e delle rese dei conti. Lo spirito del Governo Draghi è lavorare insieme, pur nelle differenze. Verrà il tempo delle divisioni, ora uniti per il bene dell’Italia“.

La linea di Speranza è chiara: “Nessuno dovrebbe mai dimenticare che il nemico è il virus e che dovremmo essere più uniti che mai nel combatterlo, evitando di cadere nella tentazione di utilizzare la lotta alla pandemia per ragioni strumentali. Con amarezza che vedo prevalere invece lo scontro politico, spesso anche alimentando un linguaggio di odio che non può mai essere accettato. Si afferma il tentativo di sfruttare l’angoscia degli italiani per miopi interessi di parte: è sbagliato, perché produce danni enormi, non a me o al governo, ma al Paese che deve restare unito in un passaggio delicato. La contestazione meno pertinente riguarda il mancato aggiornamento del piano pandemico antinfluenzale, è un tema che va affrontato con grande serietà, evitando di piegarlo alla polemica politica come purtroppo avvenuto nelle ultime settimane. Anche perché è un tema che viene da molto lontano. Il lockdown, le zone rosse, il blocco delle attività, l’utilizzo costante delle mascherine, non sono decisioni adottate per complicare la vita delle persone, ma l’unica strada in assenza del vaccino per arginare la diffusione del contagio“.

Intendo affrontare il caso del documento dell’ufficio Oms Europa di Venezia, finanziato dal Kuwait, anch’esso richiamato nelle mozioni presentate. Occorre innanzitutto fornire un’informazione importante di natura preliminare: durante le emergenze sanitarie, una delle principali modalità operative dell’Oms e dell’Ecdc è rappresentata dalle cosiddette country visit (visite ai Paesi colpiti). Una delegazione composta esclusivamente da esperti di alto profilo di queste organizzazioni si reca in un Paese membro per effettuare una verifica tecnica indipendente; è sulla base di questo lavoro svolto sul campo che vengono definite alcune raccomandazioni per migliorare la risposta della Nazione visitata alla diffusione dell’infezione. La scelta di pubblicare e poi ritirare quel documento viene assunta esclusivamente dall’Oms, nella sua piena autonomia, che noi rispettiamo, anche nelle sue diverse articolazioni e nel dibattito interno che con evidenza vi è stato a questo proposito tra dirigenti dell’Oms in palese contrasto tra loro. Ma una cosa è certa: non c’è nessuno dei protagonisti di questa vicenda che affermi il contrario. Le scelte relative al dossier sono autonome dell’Oms. L’Oms, di cui è parte la sede di Venezia, che propone lo studio in discussione, ha chiarito che il report è stato ritirato per inesattezze fattuali; tra gli errori rilevanti, quello relativo alla timeline dell’epidemia in Cina. La stessa Oms Europa, in un comunicato ufficiale del 14 dicembre 2020, ha dichiarato che in nessun momento il Governo italiano ha chiesto all’Oms di rimuovere il documento. Mi sembra una posizione molto chiara, che pone fine a ogni ulteriore speculazione“.

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