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Napoli, Spalletti: “Questa è la città dei miracoli. Ossessione? La Champions”

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La presentazione ufficiale di Luciano Spalletti come nuovo allenatore del Napoli è andata in scena al Konami Training Center di Castel Volturno. Il tecnico ha risposto alle domande dei giornalisti presenti.

Programma – “Restiamo qui per i test 2-3 giorni, per le visite e sistemare alcune questioni Covid. Sette degli Europei andranno in vacanza e verranno nella seconda parte a Castel di Sangro“.

Mertens – “L’ho sentito il giorno prima dell’intervento e quello dopo. Mi ha detto che avrebbe piacere di passare a salutare tutti, anche se qualche giorno in più gli sarà concesso perché dovrà fare anche visite post operatorie“.

Napoli – “Il Napoli è una squadra forte e sono curioso di entrarci dentro il prima possibile per rendermi conto di quanto ne sia consapevole. Essere forte se non sai di esserlo non completa. Questa è una cosa di cui mi renderò conto strada facendo perché da quando me l’hanno detto che sarei stato l’allenatore del Napoli non gli ho levato mai gli occhi di dosso a questa squadra. Mi piace, mi assomiglia, però poi bisogna entrarci e averci a che fare“.

Arrivo in città – “Ho avuto la possibilità di stare a casa, sono stato con la famiglia, ho visto le partite e ho vissuto in campagna. Bisogna avere i piedi forti. Questo è un lavoro che mi piace, mi crea battiti forti al cuore stare dentro uno spogliatoio e in campo ad allenare. Sono stato contento dal primo momento in cui mi è stato detto perchè il Napoli è una squadra forte, Napoli è una città forte. Completo il mio tour dell’anima, ho allenato a Roma nella città eterna, a San Pietroburgo, quella degli zar, a Milano, la città della moda, e ora allenerò il Napoli. Sono orgoglioso di essere qui perché siederò sulla panchina dove ha giocato Diego Armando Maradona ed è la città di San Gennaro, dove il calcio e i miracoli sono la stessa cosa“.

Tifosi – “Il calcio giocato lo dobbiamo accostare ai risultati perché non c’è altra strada. Ai tifosi del Napoli quello che gli dai te lo rendono con gli interessi. È un progetto importante quello di allenare il Napoli. Mi piace lo slogan ‘Sarò con te’, che è stata la canzone di battaglia per tante partite. Mi piace particolarmente perché è un segnale, un grido di appartenenza che non dovrebbe mai mancare in questi ambienti di sport. Questa è una mano che ti tende la città, una mano forte e importante che dovremo stringere per provare ad arrivare lontano per dimostrare di meritare di saper vestire questa maglia qui. È la maglia della città, dove quasi tutti sono tifosi del Napoli e noi dobbiamo restituire questo amore, questo affetto con il comportamento e la disponibilità in campo“.

Insigne – “Sarebbe meglio parlare prima con il nostro capitano però siccome io ne parlo bene posso farlo anche qui. Con lui ho già parlato al telefono facendogli i complimenti dopo un gol fatto in Nazionale e mi farebbe piacere intraprendere il percorso con lui al mio fianco. Poi naturalmente ci sono altre situazioni nel calcio e quelle le andremo ad analizzare quando tornerà. È chiaro che gli si fanno i complimenti a lui, a Di Lorenzo per l’Europeo spettacolare fatto finora. Insigne ha fatto vedere più volte il suo marchio di fabbrica e qui si possono aggiungere anche i complimenti allo stesso Di Lorenzo, un calciatore completo, forte fisicamente, che si adatta a fare tutto con grande qualità. Si fanno i complimenti anche alla Nazionale, a Mancini per la squadra allestita che sembra una squadra di club. Non li ho mai visti allenarsi ma sono sicuro che molti allenamenti sono fatti per proporre un calcio offensivo. Anche se nell’ultima partita ci sono stati alcuni problemi perché la Spagna ha dimostrato con il suo palleggio di essere tra le prime al mondo“.

Cosa chiede Spalletti a Spalletti – “Io ho tutto, mi sveglio sempre in forma la mattina. Mi deformo in base a chi trovo durante la giornata. Non chiedo nulla, mangio una bistecca al giorno. Sono qui per allenare bene questo Napoli, per fare più risultati possibili per il Napoli. Questa è la possibilità che ho di rimanere una persona forte per Napoli. Napoli è piena di uomini che hanno lasciato il segno nella sua storia e ama come nessuna città i propri eroi. Io e la mia squadra vorremmo diventare delle persone ricordate dai tifosi del Napoli e da Napoli città. Questo chiedo a me“.

Il film di Totti – “Sono felice di avergli dato la possibilità di fare una fiction, ma posso assicurare che c’erano i contenuti per farla anche su di lui. Mi dispiace non abbia avuto tanto successo e ricevuto delle critiche. Bastava chiedermi qualcosa, avevo un paio di scene per fare il pieno. Non voglio sottrarmi a parlare dell’argomento ma ora la mia priorità è il Napoli, parlare del Napoli e di questi calciatori“.

Champions League – “Il presidente ha toccato i tasti giusti dicendo che deve rimettere a posto i conti per poi puntare al rientro in Champions. L’obiettivo è avere calciatori forti per rientrare tra le prime quattro. È chiaro che entrare in Champions sarà la mia ambizione, ossessione. Napoli è la città che ha più napoletani in giro per il mondo ed è già un motivo per tornare nell’Europa che conta. Terrei  tutti i calciatori a disposizione e questo è un complimento perché è una squadra forte. L’ho detto anche perché per questioni economiche, il Covid e tante situazioni portano ad un Napoli differente da quelli precedenti. Ma siamo qui per questo, per costruirne un altro altrettanto forte. Lavoriamo tutti per questo“.

Campo – “Dobbiamo mettere in campo un calcio che somigli alla città e di cui gli sportivi ne siano orgogliosi. Mi piacerebbe una squadra sfacciata, di scugnizzi che credano nel proprio talento e vadano a metterlo in pratica su qualsiasi campo contro qualsiasi avversaria“.

Europa League – “È una competizione a cui tengo molto, così come tengo alla Coppa Italia, al campionato, alle amichevoli. Ogni allenamento mette un premio giornaliero, che è piccolo. Ma se ti alleni bene per sette giorni stai tranquillo che la partita la giochi meglio. Per cui si parte da lì. Tengo a fare bella figura ogni volta che il Napoli scende in campo perché è la mia squadra, la nostra squadra e si fa sul serio senza snobbare nulla. Mi sono abituato in campagna, quando si va nel bosco ci sono gli animali. Quello più feroce per mangiare il più piccolo mette tutta la forza che ha, non la dosa mai. Non c’è una maglia per le amichevoli o un’altra per altre sfide. SI fa sempre sul serio“.

Staff – “Conosco benissimo molti dello staff del Napoli, tra cui Giuntoli che viene dalle mie parti. So qual è la loro qualità, il percorso che hanno fatto per essere qui. So chi scelgono per il Napoli e le loro competenze nello scegliere. Poi può capitare che il calciatore non renda al massimo ma noi dobbiamo andare a trovare quelle motivazioni che gli permettano di mostrare tutto il valore. Lì è un percorso, giorno dopo giorno, stare insieme e fare bene passo dopo passo, sperando di non andare mai indietro“.

Osimhen – “Osimhen è uno che attacca la profondità e ora che va di moda venire a prendere la palla bassa sul portiere vuol dire tanto. Di conseguenza si alza anche la linea e lui negli spazi ha grandi qualità. Sa far gol, si danna per la squadra, è uno di quelli a cui interessa coprire quegli spazi, quei metri per non lasciarli agli altri. La sua roba la porta a casa da solo. Osimhen è un attaccante forte che abbiamo, così come Mertens e Petagna. Ci vorranno tutti per arrivare in fondo perché le distanze da colmare sono ampie“.

Quale Napoli verrà fuori? – “Non si può fare sempre la stessa cosa anche perché gli altri non te lo permettono. Devi saper fare un po’ tutto nel calcio. Se si va a vedere i più bravi come Liverpool, City, Real, Barcellona si vede che ci sono dei momenti in cui tornano a casa tutti e si mettono lì davanti la linea difensiva a fare blocco squadra. Qualche volta per tattica. Abbiamo citato la Nazionale che ha avuto la qualità di sapersi adattare in questa partita con la Spagna. È chiaro che però il passaggio fondamentale diventa questo qui, che si facciano tutte queste cose a livello di squadra, senza essere disuniti e in giro per il campo. Bisogna essere tutti in 30 metri, riuscire ad esser aggressivi e cattivi, decisi ad andare a prendere palla. La partita è uno spazio di tempo che va riempito di cose e ne vanno messe di più, non una sola. Se poi restano vuoti gli spazi bisogna chiedere supporto a qualcuno e questo qualcuno deve fare quello che doveva fare più quello lasciato da me e non devo lasciare responsabilità ad altri. Il gol è la cosa più importante ma va fatto anche lavoro sporco, fase difensiva, vincere contrasti per dare fiato ai compagni, permettere di individuare dove va la palla“.

Modulo – “4-2-3-1 è la base. Se poi si parla di calcio attuale quelle più brave hanno fatto vedere che conta la qualità dei giocatori in avanti, sono loro a fare la differenza. Poi si modella con il possesso palla perché quasi tutti occupano queste due piazzole sulla linea difensiva avversaria aperta a destra e a sinistra per minare la struttura difensiva perché la lateralità diventa tutta la larghezza. Per quello che hanno detto le novità degli ultimi tempi si va alla ricerca dello spazio sulla trequarti senza preoccuparsi della palla perché è la sostituzione degli uomini sulla trequarti, il continuo affittare pezzi di campo lì di modo che ci venga un altro. In questo andarci e venire via, sostituzione di ruoli, la ricerca di posizione che non si dà riferimenti all’avversario. In Italia siamo sempre stati più attenti ad avere più uomini nella costruzione anziché averne in zona trequarti, sopra la palla. Addirittura a Coverciano parlano di costruttori e invasori, con i primi che devono essere di meno. L’Atalanta è la squadra a cui vanno fatti i complimenti, per come sono bravi a prendere i calciatori e per il calcio offerto da Gasperini. È chiaro il progetto quando ci giochi contro e loro ti mandano tutta la gente lì. Prima si parlava di palla persa con più uomini per la fase difensiva, invece loro pensano che hanno più uomini per attaccarti sulla linea difensiva tua. Se lo fai bene si fanno meno metri per tornare indietro. Per cui poi ci si rende conto di quelle che sono le potenzialità a disposizione, le caratteristiche e poi si va“.

Mourinho – “Non si possono fare paragoni con lui. Mi sembra l’abbia detto lui oggi e ha ragione. Secondo me sotto l’aspetto motivazionale è uno dei più bravi. Le frasi le usano un po’ tutti. Noi ne abbiamo già una sulla casacca d’allenamento: Sarò con te… e tu non devi mollare. Questo qui naturalmente è un richiamo a tutto ciò che si diceva prima. È facile andare a prenderci qualcosa e riuscire a ricevere l’indicazione che siamo tutti conte. Però bisogna pedalare, non mollare, è racchiuso un po’ tutto“.

Promessa – “Prometto impegno massimo e cercherò di far impegnare tutti quelli che sono vicino a me. Con De Laurentiis ad impatto mi sono trovato bene. Mi trovo sempre meglio con chi dice ciò che pensa rispetto a chi pensa ciò che può dire e lui è uno che ti dice le cose in faccia per cui io sono a posto. Matrimonio lungo? Spero lunghissimo, però è chiaro che poi le cose bisogna farle bene sempre e per quanto mi riguarda ho i miei punti di vista e al presidente glieli dico“.

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