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Polo industriale Portovesme: scambio di opinioni tra i sindaci di Carbonia e Portoscuso

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Non si è fatta attendere la risposta del sindaco del comune di Portoscuso, Giorgio Alimonda, al suo collega di Carbonia, Pietro Morittu che in un’intervista sul quotidiano “L’unione Sarda” dichiarava di  voler “affrontare diversi temi non più rinviabili” del territorio e tra questi “quelli legati al polo industriale di Portovesme la cui ripartenza è collegata allo sviluppo dell’intero territorio. Si analizzerà la questione del porto, partendo da un’analisi della situazione del Consorzio industriale per poi approfondire il tema annoso dell’escavo mai realizzato e naturalmente quello della gasiera che dovrebbe trovare spazio nella banchina est”.

“Più che i temi per uno sviluppo futuro –  replica il sindaco Alimonda –  ci sembra “un ritorno al passato” quando si cercava dall’esterno di imporre scelte di sviluppo non ambientalmente compatibili sulla testa e sulla salute dei cittadini di Portoscuso.Affrontare le problematiche e le opportunità del nucleo produttivo di Portovesme, comprese le tematiche energetiche, tentando di non coinvolgere o aggirando il confronto diretto col Comune di Portoscuso su cui come noto insiste l’agglomerato industriale, non ci pare sia il modo più corretto di affrontare seriamente e costruttivamente il tema.  Sicuramente per taluni, risulta più facile non affrontare certi problemi ma adagiarsi al comodo convincimento del momento, salvo poi cambiare rotta improvvisamente quando i sogni svaniscono non senza spreco di tempo e risorse.”

Tra i nodi del contendere il porto della cittadina marina “In una realtà come quella Sulcitana – continua Alimonda – dove anche da parte di certe rappresentanze istituzionali e sindacali si accetta che il proprio porto più densamente trafficato per merci e passeggeri venga sacrificato per ospitare una mega nave gasiera che come noto, se tale idea balzana avesse mai luogo, vincolerebbe e condizionerebbe pressoché totalmente il suo utilizzo. Togliendo così la possibilità di sfruttare questa importante infrastruttura quale occasione di possibile nuove iniziative produttive che non devono e non possono essere più legati al solo polo dell’alluminio. Lo scenario energetico futuro, ormai con tempi diversi e più lunghi di quelli dichiarati, imporrà scelte dolorose in termini occupativi che potranno essere compensate solo con attività alternative legate sia alle nuove tecnologie energetiche alternative, sia alle attività legate al mare e alla cantieristica, ma sempre con al centro la piena fruibilità del nostro porto.”

Nessuna contrarietà, da parte del primo cittadino, nei confronti di un ipotetico arrivo del gas a Portovesme “per consentire alle aziende interessate di poterlo utilizzare dando anche la disponibilità ad un deposito costiero o altre forme utilizzate sempre altrove, delle dimensioni necessarie per queste aziende. Non certo sacrificando pesantemente l’intero polo industriale e la cittadina di Portoscuso a beneficio di Cagliari e hinterland.”

In chiusura Giorgio Alimonda ci tiene a precisare la centralità del suo paese nel dover accogliere o meno proposte per il futuro del Sulcis ma“non si può prescindere dal coinvolgimento paritario di tutti i Comuni del nostro territorio, ognuno con le proprie competenze ed esigenze. Il Comune di Portoscuso non solo è disponibile,come lo è stato sempre anche con i sindacati, ma se, invece, si tratta di imporre soluzioni preconfezionate in qualche ministero e perorate da taluni, non ci stiamo, e non consentiremo che si torni indietro.”

Ma a supporto delle parole del sindaco di Carbonia, Pietro Morittu, arriva anche l’accoglimento all’unanimità della mozione presentata nel consiglio comunale della cittadina mineraria, tenutosi stamani alle 10.30, in cui si è evidenziato il quadro preoccupante del polo industriale, dove la Portovesme srl “a causa dei costi insostenibili dell’energia ha collocato in cassa integrazione 400 operai” e l’Eurallumina potrebbe chiudere “se non si risolvono le problematiche legate alla metanizzazione.”  Nella mozione viene specificato che “l’Eurallumina ha disponibili 250 milioni di euro da investire nel Turbo Gas (per la produzione di vapore in proprio) ma anche per tutte le opere necessarie per il riavvio dell’impianto. Questo investimento avrà seguito solo se sarà risolto l’approvvigionamento del metano, in caso contrario l’azienda chiuderà.”

Un occhio attento anche alla centrale Enel  per cui “non è prevista la conversione a metano e anche questa centrale per decisione del Governo e dell’Enel chiuderà entro il 2028.

In questa situazione esplosiva per tutto il territorio i consiglieri proponenti hanno chiesto “di promuovere tempestivamente il coinvolgimento dei Sindaci, relativi consigli comunali di tutto il Sulcis-Iglesiente al fine di contrastare lo scenario descritto che rischia di essere un altro duro colpo all’economia cittadina e del territorio, di concordare l’adozione di iniziative di esercitare a sostegno del mantenimento del polo industriale di Portovesme.

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