Il culto della Vergine d’Itria è attestato a Portoscuso dal 1630: la Chiesa antica, sorta nel 1655 per volere del marchese Vivaldi Pasqua, costruita fuori le mura della Tonnara. Queste date ci portano a pensare che la devozione è molto antica. Dal suo sorgere ad oggi sono ben 360 anni di venerazione della Vergine d’Itria. Anche questa ricorrenza rientra tra le feste più antiche della Sardegna basti pensare che addirittura dal 1630 i tonnarotti e le loro famiglie avevano a cuore questa madonna venuta dal mare. La tradizione vuole che il simulacro sia stato trovato dentro una cassa che galleggiava in mare, recuperata dai pescatori. Il periodo iconoclasta fu fatale per il mondo bizantino; con l’editto di Leone III l’Isaurico, nel 730 ebbero inizio le persecuzioni e le distruzioni delle icone sacre. La venerazione mariana di Santa Maria d’Itria è attestata nel lontano 733 d.c. quando due monaci Calogeri di San Basilio, velati da marinai, sopravvissuti dalla violenta persecuzione dell’Imperatore Leone III l’Isaurico, approdarono miracolosamente dopo un burrascoso naufragio sulle coste pugliesi portando in salvo l’effige sacra. Il culto si diffuse in tutto il mediterraneo e la devozione giunse a Portoscuso da parte dei pescatori siciliani approdati a Portoscuso per la pesca del tonno.
Il 2025 segna per questa festa patronale un particolare riguardo poiché la Chiesa di Santa Maria d’Itria rientra nell’itinerario di fede tra le Chiese Giubilari del Sulcis del Giubileo della Speranza. Per questa circostanza, la Parrocchia Vergine d’Itria e il Comitato della Festa Patronale hanno organizzato la diretta di Videolina in onda dalle ore 18,00 del 10 giugno. La diretta televisiva è un evento che offre un effetto positivo, ma soprattutto esprime, attraverso le immagini, la testimonianza di fede e delle tradizioni da parte dei fedeli. La trasmissione tende a raggiungere un pubblico più vasto quindi il telespettatore si orienta a sintonizzarsi sulla diretta per un grande momento culturale e di religiosità.

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