Nella religiosità popolare gli altari della reposizione vengono abitualmente chiamati “Sepolcri”. Con il termine “recarsi ai sepolcri” si intende proprio il visitare, a partire dal pomeriggio del giovedì, il sepolcro di Cristo ornato di fiori e ceri votivi. Questa consuetudine, è che ogni credente visiti cinque (quante sono le piaghe di Cristo) di questi Sepolcri nelle chiese vicine, compiendo così il giro “delle cinque chiese” o “sepolcri”. La reposizione dell’Eucaristia nel Sepolcro viene allestito per invitare i fedeli all’adorazione nella sera del Giovedì Santo e nella notte tra Giovedì e Venerdì Santo, in memoria dell’istituzione del Sacramento dell’Eucaristia e nel raccoglimento meditando i Misteri della Passione di Cristo a partire dell’agonia nel Getsemani.
L’altare permane fino al pomeriggio del Venerdì Santo, quando, durante la celebrazione della Passione del Signore, l’Eucaristia viene distribuita ai fedeli; se le ostie consacrate non sono state impiegate per la comunione, vengono custodite non in chiesa ma in disparte, e l’altare viene spogliato, per ricordare con devozione la morte del Nazzareno, fino al giorno successivo, per poi assistere alla Veglia pasquale, momento culminate della resurrezione del Cristo. A Portoscuso, nelle Parrocchie di Santa Maria d’Itria e di San Giovanni Battista, sono stati allestiti i Sepolcri con infiorate e ceri a indicare la presenza di Gesu Eucaristico nell’Altare della reposizione; qui la presenza del segno sacramentale di Gesù, un luogo in cui adorare l’ Eucarestia. Nel sostare davanti all’Altare della reposizione ogni cristiano rimane in meditazione e preghiera; è uno dei momenti più suggestivi e partecipati della tradizione religiosa.

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