Ha fatto registrare una grande partecipazione di cittadini la Via Crucis contro la crisi promossa ieri sera dall’ufficio “Pastorale per i Problemi Sociali e del Lavoro” della diocesi di Iglesias nel Comune di Portoscuso.
La tradizionale processione, dall’alta valenza religiosa e spirituale, è stata caratterizzata per l’occasione da continui richiami alle svariate situazioni di crisi occupazionale del territorio, con particolare attenzione alle vertenze industriali a causa delle quali migliaia di persone, tra lavoratori precari o a rischio licenziamento, percettori di cassa integrazione e mobilità, vivono una situazione di gravissima incertezza verso il futuro.
In rappresentanza dell’Amministrazione comunale era presente l’Assessore dei Lavori Pubblici e dell’Ambiente Manolo Mureddu, che ha fatto le veci del Sindaco Pietro Morittu, istituzionalmente impegnato altrove: “l’iniziativa promossa dal responsabile PSL Don Antonio Mura, alla quale ha partecipato il Cardinale, sua Eminenza Arrigo Miglio nonché numerosi rappresentanti del clero diocesano, ha affermato Mureddu, è stata molto importante per accendere ancora una volta i riflettori verso la drammatica condizione in cui versano migliaia di lavoratori del territorio espulsi negli anni scorsi dai cicli produttivi o, attualmente, a rischio perdita del lavoro nelle realtà industriali esistenti in via di chiusura come l’ENEL e in crisi o avviate verso un incerto percorso di conversione produttiva come la Portovesme Srl. Con la nostra presenza a questa inedita Via Crucis, ha proseguito l’esponente politico, abbiamo voluto dare un segno di vicinanza a questi lavoratori e, nel contempo, testimoniare il nostro impegno al fianco delle organizzazioni sindacali e delle altre istituzioni per la risoluzione dei tavoli di crisi e in generale della crisi occupazionale del territorio”.
“Da un po’ di anni a questa parte nel territorio, ha spiegato l’Assessore, si è drammaticamente interrotto il patto generazionale tra genitori e figli, con quest’ultimi che, per la prima volta dopo decenni, hanno iniziato a stare peggio dei propri genitori. Allo stesso modo si è inceppata qualsiasi forma di ascensore sociale, al punto che l’unico ascensore di questo tipo disponibile per i giovani, scolasticamente e professionalmente formati, è diventato quello dell’emigrazione. Ma l’aspetto più grave registrato, oltre quello di coloro che non riescono a realizzarsi compiutamente dal punto di vista professionale o che ambiscono a reperire un lavoro qualsiasi e perciò accettano ogni opportunità gli si presenti di fronte anche a condizioni precarie e penalizzanti, è stato quello inerente la fascia di persone espulse dal mercato del lavoro, troppo anziane per trovarne uno nuovo e allo stesso tempo troppo giovani per andare in pensione e perciò condannate a vivere unicamente grazie agli strumenti di contrasto alla povertà che però non garantiscono la maturazione dei contributi previdenziali, condannando perciò le stesse persone a una vita di precarietà, incertezza e in molti casi deprivazione, anche una volta sopraggiunta l’età pensionistica”.
“In definitiva l’iniziativa di ieri, alla quale hanno partecipato centinaia di cittadini, associazioni, organizzazioni sindacali e rappresentanti delle istituzioni, ha richiamato come principio cardine quello dell’unità sostanziale del territorio in ogni sua articolazione di rappresentanza (finora spesso professato a più livelli ma non sempre attuato), quale metodo per affrontare efficacemente le complesse problematiche legate alle vertenze del lavoro, e in prospettiva l’ormai inevitabile conversione e aggiornamento degli storici modelli di sviluppo in chiave moderna. Peraltro la stessa unità più volte richiamata da Papa Francesco nelle sue diverse esortazioni apostoliche, quale strumento di professione della solidarietà e quindi di impegno comune per la risoluzione dei problemi a cui tutti dovremmo ispirarci ” ha concluso Manolo Mureddu.
Fonte: comune di Carbonia
Comment here