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Portovesme: i sindacati riuniti per discutere sulla transizione energetica

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Lo scorso mercoledì 17 si sono riunite le Segreterie Unitarie di Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil provinciali e regionali insieme alla RSU della Centrale Enel Sulcis. “La discussione – scrivono i sindacati – ha avuto come punto nodale gli aggiornamenti riguardanti l’evoluzione dei progetti di infrastutturazione del Polo Industriale di Portovesme e di conseguenza del sistema di metanizzazione della Sardegna, non escludendo il fattore opportuno e centrale che con il nuovo Governo nazionale si dovrà capire se l’idea di Transizione Energetica per la Sardegna che sino ad oggi ha portato avanti il Governo Conte sarà confermata oppure ci saranno cambiamenti. Per questo motivo è stata fatta l’analisi di ciò che il Governo Conte ha deciso, senza una preventiva discussione con le OO.SS., sino alla sua “caduta”. Tra le cose che sono state reputate positive c’è stata la fattiva volontà di mettere al centro della Transizione Energetica della Sardegna il Polo Industriale di Portovesme, in quanto è stato oggetto di una serie di provvedimenti legislativi già definiti dal Decreto Semplificazioni e in corso di definizione. Nel provvedimento, oltre all’individuazione dell’infrastruttura immateriale della Virtual Pipe Line per il trasporto del GNL in Sardegna a prezzi calmierati in maniera strutturale, grazie all’accordo specifico con Snam, verrà progettata e installata di una unità galleggiante di stoccaggio e rigassificazione del GNL meglio definita come FSRU da ormeggiare presso la banchina lato est del porto industriale.”

Premono sul fattore tempo i sindacalisti per poter realizzare le attività “Per far si che questo possa accadere – proseguono i sindacalisti –  non possiamo prescindere da alcune considerazioni che debbono essere fatte, ovvero: il processo di de-carbonizzazione è irreversibile e non rinviabile; l’Europa oltre ad affrontare il tema ambientale ha inserito attraverso la Just Transition Fund le risorse per i nuovi progetti; nell’ambito della Rubrica 3 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza le risorse per la giusta transizione previste per l’Italia ammontano a circa 500 milioni di euro a prezzi correnti. Aggiungendo a queste risorse i 500 milioni provenienti da Next Generation EU e il cofinanziamento nazionale, si ottiene una disponibilità di 1,2 miliardi di euro a prezzi correnti per finanziare strategie territoriali nell’ambito delle politiche di coesione giusta e compatibile con l’ambiente nelle aree di Taranto e del Sulcis. Sarà compito del Centro Regionale di Programmazione predisporre i piani territoriali e avanzare progetti nel pieno rispetto delle regole previste dall’Unione Europea.”

Un appunto non poteva mancare alla Regione Sardegna rea di non aver “ancora presentato nessun progetto relativo ai primi 500 milioni, non capendo che la politica deve pianificare oggi il futuro per garantire al nostro territorio e ai lavoratori la continuità occupazionale e nuove intraprese economiche. Soprattutto, sarà importante individuare anche la possibilità di creare quella filiera di impresa che parta dallo studio dei nuovi progetti sui vettori energetici del futuro e che si concretizzi la vera e propria fabbricazione di quei sistemi che serviranno per la loro produzione.”

In chiusura, i sindacati, ci tengono a sottolineare che “nel nostro territorio esistono le competenze tecniche e professionali per sviluppare un nuovo modo di fare impresa e creare lavoro nell’assoluto rispetto del territorio e in linea con i dettami della Commissione Europea che ci indica che al 2050 tutte le produzioni dovranno essere a Zero emissioni nel pieno rispetto del Green Deal europeo. Come OO.SS e Delegati della centrale Sulcis riteniamo che queste dovranno essere le basi su cui discutere per un vero e serio piano di ripartenza del Polo Industriale di Portovesme e per dare la giusta prospettiva occupazionale al territorio.”

Fonte: comunicato stampa

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