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Professore aggredito a scuola per una nota: arrestato il padre dell’alunna. Il web insorge sulla Dirigente dell’Istituto: “Licenziatela per diffamazione”

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L’episodio era avvenuto lo scorso 23 settembre, quando il professore era stato schiaffeggiato e aggredito da due uomini all’interno della scuola, dove qualche minuto prima aveva messo una nota ad un’alunna per un ritardo. Ed è stato proprio questo fatto a far partire la “spedizione punitiva” nei confronti del docente. Oggi, 11 ottobre, a Bari è stato arrestato il padre della ragazza con l’accusa di lesioni personali aggravate, violazione di domicilio, violenza a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio.

Secondo quanto ricostruito dalla polizia, l’aggressore è stato identificato grazie all’ausilio delle immagini delle telecamere dell’istituto. Mentre resta ancora sconosciuta l’identità del secondo aggressore.

Il professore dopo l’aggressione aveva dichiarato più volte di avere il terrore di tornare in classe e poter svolgere il suo lavoro con serenità.

Dopo il danno la beffa. Ecco perché i docenti insorgono sul web al grido “Ora licenziate la Dirigente”

La Dirigente dell’Istituto aveva rilasciato delle dichiarazioni abbastanza discutibili e accusatorie nei confronti del docente durante la trasmissione “La vita in diretta”, che va in onda su Rai 1, senza prima appurare la veridicità delle fonti o far partire un’indagine interna. Accuse che sarebbero state smentite perché messe in piedi dalla stessa alunna che metteva in giro voci sul professore. Fra i testimoni ci sono anche due insegnanti di sostegno che, interrogate, dopo aver fatto presente che “l’alunna è affetta da un disturbo dell’attività, con ritardo degli apprendimenti, come certificato dal Policlinico”, hanno riferito che “aveva disturbato più volte” e che, terminata la lezione, “si era formato un gruppo di ragazze capeggiate dalla stessa studentessa che le aizzava dicendo che il docente era solito ammiccare e guardare il fondoschiena”. Circostanza smentita con fermezza dal professore, così come dalle docenti di sostegno.

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