Politica

“Reddito di cittadinanza metadone di Stato”, è polemica sulle parole di Giorgia Meloni

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ROMA – È polemica sulle parole pronunciate da Giorgia Meloni, leader di FdI, che ha definito il reddito di cittadinanza “un metadone di stato”: “Lo ribadisco per i duri di comprendonio: lo sviluppo e il lavoro sono i mezzi per liberare la gente dalla povertà, non il mantenimento con la paghetta di Stato per rendere i cittadini dipendenti dalla politica come vogliono fare i 5 Stelle e la sinistra”, ha scritto su Facebook. E poi ha aggiunto: “Si possono raccontare tutte le cose che si vogliono, ma il reddito di cittadinanza è stato un grandissimo fallimento, oltre che un disincentivo al lavoro”.

Ma il centrosinistra non ci sta: “Definire il reddito di cittadinanza “metadone di Stato” è indegno e offensivo per le tante persone fragili che ne traggono sostegno. Un conto è migliorarlo su politiche attive del lavoro, un altro è disprezzare i deboli e sottrarsi al dovere di aiutarli”. Parola dell’ex ministro dell’economia Gualtieri, ora candidato a sindaco di Roma per il Pd. E in casa Dem si fa sentire anche il vice segretario Provenzano: “1 milione di minori, 450mila disabili, 200mila anziani, altre marginalità. Ecco a chi è rivolto tutto l’odio, il disprezzo di quelle parole. Che schifo”.

Per il fondatore di ‘Cambiamo’, Toti, la gestione del reddito di cittadinanza va affidata alle imprese. Il leader della Lega Salvini sostiene che il Rdc va “tagliato perché è uno spreco”, mentre la posizione di Italia Viva viene riassunta dall’ex ministra Bellanova: “L’idea di sistema Paese che noi abbiamo si fonda sul lavoro e non sull’assistenzialismo”. Dal fronte pentastellato, il presidente del M5S, Giuseppe Conte, garantisce che il premier Draghi “non cancellerà il reddito di cittadinanza” perché ne condivide i principi, mentre il presidente della Camera Fico promette: “Lo difenderemo”.

Il reddito di cittadinanza potrebbe rischiare di essere abolito, e se così fosse sarebbe un duro colpo per il Movimento 5 Stelle, che ne ha fatto uno dei simboli della sua azione di governo. Vari movimenti politici – dalla Lega a Italia Viva, passando per Fratelli d’Italia – stanno mettendo in discussione, ultimamente, tale misura e ovviamente il M5S cerca di difendere come meglio può la propria “creatura”. Staremo a vedere.

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