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RIENTRO A SCUOLA CON CARTONE E POLIPROPILENE?

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Il preside ha anticipato le linee guida del ministero, però in carta e plastica. «Il plexiglass costa troppo», precisa. «Li avevo pensati in vista degli esami, poi sono arrivate le indicazioni del ministero. È chiaro, vorrei una scuola come prima».

Non hanno perso tempo in un istituto scolastico di Bergamo, una tra le città più colpite dal virus(N.d.R.).

Sarà la plastica a “ingabbiare” gli alunni. Ad annunciarlo è stato il Preside del liceo artistico statale ‘Giacomo e Pio Manzù’ attraverso il suo profilo social Facebook. Il preside Cesare Botti ha scritto: “Pronti per ampliare le misure di sicurezza per gli Esami di Stato.
Già che c’eravamo abbiamo provato a realizzare quanto paventato dal Ministro sull’eventuale rientro a settembre.
Le strutture sono in cartone e polipropilene. Leggere, sicure, semplici da manutenere ed economiche.”
Nelle dichiarazioni rilasciate al Corriere Della Sera di Bergamo, il preside annuncia di aver pensato a questa soluzione prima di sentire le linee guida del Ministero.

Come è nata la particolare installazione?

«In realtà ho avuto questa idea quasi un mese e mezzo fa, quando non avevamo ancora certezze sugli svolgimenti degli esami — racconta al Corriere—. Solo dopo questa nostra prova, messa in pratica, sono uscite le linee guida ministeriali. Avevamo pensato di fare qualcosa in anticipo». I bordi delle protezioni, quelli bianchi, sono stati realizzati in cartone. I «vetri» divisori invece sono polipropilene, «in plexiglass costava davvero troppo», aggiunge il preside.
«Vedere un’aula così, sicuramente non fa piacere, non è la scuola a cui siamo abituati — prosegue il preside —. D’altronde l’abbiamo vissuta con le aule deserte per tre mesi. La scuola fatta in presenza è un’altra cosa, con le assenze manca di qualcosa. E quindi credo sia giusto procedere con tutte le misure di sicurezza, per riavere una scuola più vicina a prima».

Le risposte contrariate sui social

Orrendo, a dir poco vergognoso. Questi che riportiamo di seguito, sono alcuni dei commenti apparsi in risposta al post del Preside.

“È un “simpatico” scherzo per far notare quanto è assurda l’idea?
Un modo “educato” per criticare una delle ipotesi del Ministro? …tra l’altro qui l’idea è realizzata nel peggiore dei modi (claustrofobica ed esteticamente orrenda).”
“Mi scusi, ma secondo lei i ragazzi terranno la testa lì dentro tipo forno? e poi in quello angusto spazio che avete creato qualcuno ha fatto la prova a mettersi con carta e matita a disegnare per esempio?”

“Che cancro”
“Mi sembra quasi un ambientamento al futuro lavoro nei call center. Una tristezza infinita, piuttosto mi tengo i figli a casa.”
Spero sia uno scherzo! Quello che state facendo è più pericoloso di un virus! Un virus oltretutto che non è mortale. Vergogna! Creerete misofobici e afefobici. Distruggerete i rapporti sociali, le relazioni e la condivisione. Come fate a titolarvi insegnanti? Insegnanti di cosa? Di psicosi? Il tso dovrebbero farlo a voi e a tutti quelli che hanno contribuito a distruggere questo paese, mettendo mano sui bambini. Ricordate: I BAMBINI NON SI TOCCANO!!!! Spero che i genitori siano meno scellerati di voi e che non siano affetti dalla vostra stessa patologia (proiezione maniacale della fantasia) e la vostra scuola assieme ai gabbiotti, rimangano vuoti! Verrà un giorno che dovrete rendere conto di tutto questo”
In attesa delle linee guida del ministero come dare torto a tutti questi commenti?

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