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Riqualificazione di San Salvatore ad Iglesias: il giardino della “discordia”

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Venerdì 14 Febbraio, dalle 15:30 in poi, si è tenuto un incontro presso la chiesa bizantina di San Salvatore, nel quartiere di Serra Perdosa ad Iglesias, per discutere a cuore aperto degli imminenti lavori di riqualificazione che interesserebbero l’area adiacente l’edificio, voluti dall’amministrazione comunale, con data d’inizio il 24 Febbraio prossimi.

Il progetto, già approvato, a detta delle associazione e dei vari esperti interpellati, nel rispetto dell’art. 146 del Testo Unico dei Beni culturali (D.Lgsl. 42/2004) interesserebbe precisamente il parco, un piccolo fazzoletto di terra che, negli ultimi anni, ha visto numerose associazione di cittadini e cittadine operare, dialogare e collaborare sia con i residenti che con alcune istituzioni cittadine come le scuole presenti a pochi metri di distanza.

L’oggetto del contendere sarebbe legata alle scelte del progetto di riqualificazione urbana, più precisamente solo alcune di queste, che andrebbero a modificare in maniera permanente una parte del parco, il cui prato, Su Pardu, oltre ad essere un legame tra la terra e le persone, era diventato un luogo di sperimentazione guidata per i bambini, un angolo periferico della città quasi incontaminato. Tra gli orti didattici, gli alberi custodi del tempo, piccoli alberi di alloro piantati insieme ai bambini in età scolare, intorno alla chiesa di San Salvatore si era creato un piccolo mercato delle biodiversità, con prodotti della terra realmente a km 0 provenienti dai luoghi limitrofi la città, dove una piccola comunità fatta da associazioni richiamava persone desiderose di rapportarsi con la terra e con la creatività.

Ascoltando le parole di Marina Muscas, dell’Associazione Scuola Civica di Politica, le persone si “aspettavano di poter avere un rapporto di co-progettazione insieme alle istituzioni, come previsto dalla legge”. Le richieste, aggiungono altri intervenuti all’assemblea, riguarderebbero solo alcune parti del progetto, quelle inerenti la parziale trasformazione della zona del prato intorno alla chiesa con alcuni percorsi definiti come “necessari alla fruizione” in terra stabilizzata, con margini in acciaio, che renderebbe il percorso lontano dal carattere naturale che lo caratterizza.

Altra criticità emersa, come sostiene l’Associazione ASD Gennarta , è la sostituzione degli esistenti alberi della famiglia della specie Robinia Pseudoacacia, lì da sempre, che nel progetto verrebbero sostituiti dalla piantumazione di lecci (Quercus Ilex), essendo questi ultimi tipici del bacino mediterraneo a differenza di quelli esistenti che risulterebbero non autoctoni. Anche questo punto viene contestato, sulla base del fatto che il suolo risulterebbe invece più adatto alle querce, come sostenuto da alcuni agronomi interpellati.

In definitiva, tra le tante migliorie progettuali, le associazioni di cittadini chiedono solamente di poter discutere e confrontarsi su queste, cioè quelle che andrebbero a snaturare un luogo da sempre caratterizzato da un verde naturale, figlio del tempo e della natura, cristallizzato nella memoria di tanti e custodito nel tempo come angolo vivo da semplici cittadini che, negli anni, hanno saputo fare comunità nel senso più stretto del termine.

Forti dell’appoggio di associazioni come Italia Nostra, o delle relazioni tecniche di architetti ed agronomi, il gruppo di persone facenti parte dei Giardini della Biodiversità chiedono a gran voce una variante al progetto di riqualificazione che permetta il rispetto del valore storico, culturale, naturale, sociale, ambientale di un luogo identitario speciale per la comunità che la vive.

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