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RYANAIR TAGLIA 3000 POSTI DI LAVORO PER FAR FRONTE ALLA CRISI DA COVID-19

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Ryanair avverte: la compagnia Irlandese sta valutando il taglio di 3.000 posti di lavoro, principalmente tra i piloti e i membri dell’equipaggio, e contemporaneamente il resto del personale dovrà affrontare una riduzione del 20% dello stipendio. I tagli avverranno in ottica di una riorganizzazione che la compagnia organizzerà in risposta agli effetti paralizzanti generati dal lockdown da Covid-19 ed alle necessarie restrizioni sui viaggi.

ASPETTI PRIMARI

  • I tagli ammonterebbero al 15% della forza lavoro della compagnia aerea, ma l’amministratore delegato Michael O’Leary ha dichiarato alla BBC che questi tagli corrispondono al minimo indispensabile per sopravvivere fino al prossimo anno.
  • O’Leary ha detto che prolungherà il taglio del 50% del proprio stipendio fino a marzo del 2021, e ha aggiunto che potrebbero esserci altri tagli ai dipendenti se non venisse trovato un vaccino contro il coronavirus.
  • Ryanair ha dichiarato di aver fatto volare 150.000 passeggeri negli ultimi tre mesi, un numero davvero basso rispetto ai 42 milioni di clienti che aveva previsto prima dell’epidemia. La compagnia aerea potrebbe chiudere hub in tutta Europa se la domanda dovesse rimanere bassa.
  • La compagnia aerea ha affermato che contesterà come “illegali e discriminatori” i 30 miliardi di euro in aiuti di Stato che la Commissione europea ha autorizzato per supportare alcune compagnie aeree europee durante la crisi.
  • Dal 16 marzo 2020 la compagnia aerea ha parcheggiato la propria flotta e non riprenderà fino a luglio.
  • Ryanair è stata presa di mira per non aver rimborsato i clienti per i voli cancellati, ma O’Leary ha dichiarato alla BBC di avere un arretrato di 25 milioni di rimborsi, che potrebbe richiedere “molti mesi” prima di poter essere portato a termine.

I NUMERI

La perdita netta prevista da RyanAir è di 100 milioni di euro nel primo trimestre, con ulteriori perdite nel secondo trimestre se il fermo della flotta dovesse continuare nella stagione estiva. La compagnia aerea sta lavorando per gestire al meglio i 4 miliardi di euro in riserve di liquidità che aveva accumulato prima della crisi.

LA VOCE DELL’AMMINISTRATORE

L’amministratore delegato Michael O’Leary ha rilasciato un’intervista alla BBC: “Siamo stati costretti a rimanere a terra per tre mesi e abbiamo trasportato meno di 150.000 persone in quei tre mesi in cui ci aspettavamo di trasportarne 40 milioni. Crediamo di poter tornare a volare a luglio, ma la vera sfida per noi è che la maggior parte della stagione estiva sarà già andata”. O’Leary è entrato in contrasto con il commissario europeo per la Concorrenza, Margrethe Vestager, per le norme sugli aiuti di Stato, sostenendo che gli aiuti dovrebbero corrispondere alla quota di mercato di ciascuna compagnia aerea.

Tra i più recenti segnali di come il coronavirus abbia martoriato il settore del trasporto aereo, si evidenzia l’aeroporto di Heathrow in Gran Bretagna, il più trafficato d’Europa, nel quale ci si aspetta un crollo del 97% del numero di passeggeri nei mese di aprile-maggio, e che i numeri rischiano di essere bassi finchè il trasporto aereo non verrà considerato nuovamente sicuro. Il costo delle flotte ferme a terra è elevato: la International Air Travel Association ha avvertito che le compagnie aeree globali potrebbero perdere 314 miliardi di dollari di entrate derivanti dai passeggeri, con un calo complessivo del 55%.

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