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Sara Lepori: una giovane sognatrice che racconta la vita in poesia

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Sara Lepori siede di fronte a me, con la genuinità e l’imbarazzo della sua versatile gioventù. Ha un viso espressivo, due occhi profondi che raccontano molto della sua personalità.

“Mi fa sorridere parlare di me. Nascondo la mia timidezza. Ma allo stesso tempo sono determinata nel perseguire anche i miei obiettivi. Quindi, eccomi qui.”

Sara ha 33 anni e vive a Cagliari, la città nella quale è cresciuta. Ama definirsi una farmacista incline alla passione artistica.

(Ride) “Talvolta mi piace considerarmi un’anima artistica amante della scienza. E’ una definizione curiosa. Però fa parte del mio DNA, sono Sara e questo è ciò che conta”.

Raccontami di te. “Ripondero il mio percorso scolastico. Quotidianamente cercavo di capire quale fosse la mia strada da scegliere. Sin dal periodo della scuola secondaria sino all’approdo nel mondo universitario.”

Quando hai maturato la scelta definitiva? “In quarta liceo decisi di voler diventare farmacista, spinta dalla voglia di essere d’aiuto al prossimo e dalla mia curiosità nei confronti della chimica e della fisiologia umana. E nonostante il mio debole per il teatro e per l’arte in genere, optai per gli studi scientifici. Allo stesso modo amavo la scienza, la matematica e le lingue straniere.”

Sara è riuscita comunque, a prescindere dal suo background scientifico, a coltivare le sue passioni. Orienta lo sguardo oltre la finestra, laddove all’orizzonte si staglia il suo mare azzurro. Poi comincia a rammentare…

“Il seme artistico risale alle scuole elementari. Ebbi la fortuna di avere una maestra che era anche attrice che teneva a scuola dei corsi di teatro. Spesso l’esito scenico annuale era il frutto delle idee nate durante le improvvisazioni di noi alunni. Ricordo che al terzo anno collaborammo con una compagnia teatrale ‘Il teatro delle mani’ riuscendo così a portare lo spettacolo in più di un palcoscenico. Un meraviglioso ricordo incorniciato nel tempo e col tempo. Nel 1997 feci il mio primo cortometraggio intitolato ‘Sempre vostra Marina’. Visti i tanti anni trascorsi non riesco a raccontare i dettagli di quella esperienza, ma ciò che mi porto dietro è la sensazione di vitale entusiasmo e il sorriso che solo il nutrimento dell’arte può donare”.

Posso affermare che Sara Lepori è oggi, soprattutto scrittrice di odi. Come si concilia tutto questo con la poesia? “La stessa maestra ci faceva riunire spesso nel cortile della scuola per scrivere e la mia prima poesia nacque proprio durante quelle pause scolastiche all’aperto. In una delle prime scritte feci dialogare dei papaveri fra loro come se fossero due esseri umani. Questo poema, ahimè, non ce l’ho più. È un peccato perché non saprò mai quali parole misi sulla bocca di quei due fiori!”

Le menziono l’amore per la scrittura e le si accende lo sguardo. E’ come se chiudesse gli occhi per cominciare a viaggiare con la fantasia nei meandri di un mondo incantato ed unico.

“Ho sempre scritto, oltre alla poesia avevo la tendenza a tenere un resoconto delle mie giornate articolando fatti ed emozioni. Ho sempre amato la carta e la penna e ho sempre creduto nella forza delle parole – dice tutto d’un fiato -, scrivere è curare, dar voce nonché incanalare il mio personalissimo modo di esprimermi. La poesia è la forma che è più congeniale a tal scopo. Tendo principalmente ad ascoltare e a osservare, per questo scrivere rappresenta per me la possibilità di esistere e di rimanere. È la possibilità di essere sé stessi in purezza poiché ciò che spinge la scrittura non è obbligo ma flusso: espressione diretta e simultaneamente ermetica. E’ come mettersi nudi davanti allo specchio e decantare l’anima al mondo”.

Cosa rappresenta la poesia al tuo sentire?E’ la trasformazione del vuoto in pieno, il ponte fra anime che interpretano lo stesso sostantivo in modo differente perché le parole sono necessariamente sinfonie che smuovono le corde interiori di chiunque le ascolti. La poesia spinge a fermarsi, riunisce e unisce anche nella diversità delle emozioni che provoca in ciascuno. E per quanto in tanti affermino di non ‘saperne’ di poesia o di non leggerne, mi prendo l’onere di affermare che queste sono bugie inconsapevoli. La poesia è ovunque; basti pensare alle canzoni. Testo e musica, tutti ne abbiamo almeno cantata una. Dal mondo poetico non si sfugge, la respiriamo spesso senza saperlo.”

Passiamo al piatto forte della nostra chiacchierata. Illuminami sulle ‘Lepo_esie’, ovvero la tua prima raccolta poetica pubblicata con ‘Amicolibro’ editore, nel maggio del 2022. (Sara raccoglie i pensieri in un infinito immerso istante). “Si tratta di un libro illustrato. Iniziò tutto come un regalo per il mio compleanno. Dopo il liceo smisi di scrivere per un lungo periodo, senza nessuna particolare motivazione e così, durante gli anni universitari il mio intimo spazio dedicato alla scrittura, venne soppiantato totalmente da altro. Nel 2017 invece mi ritrovai a riprendere carta e penna, ma stavolta ebbi il coraggio di pubblicare qualche mia poesia sui canali social. Può sembrare banale, ma personalmente l’atto di condividere pubblicamente parole fino ad allora solo mie fu per me molto significativo. Arrivata ad almeno una trentina di poesie condivise, un mio amico grafico di professione decise di raccoglierle e creare un libro “fai-da-te” annesso delle sue illustrazioni. Questo fu il mio regalo di compleanno del 2020. Inutile dire che vedere le proprie poesie su carta smuove un mondo emotivo interiore unico nel suo genere; tanto che da quel momento sorse la domanda: sarà mai pubblicabile? Fu così che fra dicembre 2021 e gennaio 2022 contattai qualche casa editrice ed eccoci qua oggi a poterlo raccontare grazie a questa avventura iniziata sei mesi fa”.

Qual è il significato intrinseco del libro? Che valore gli dai?Questo libro è portatore di incontri, esperienze, scambi emotivi, culturali e di vita. Non avrei mai immaginato nulla di simile. Ed è anche salvifico per quanto mi riguarda, poiché è arrivato in un momento difficile e delicato della mia vita. È un libro grazie al quale ho smesso di sopravvivere e ho iniziato a vivere.”

Ci concediamo una piccola pausa nel discorrere. Sara sembra riflettere. Sguardo diligente ed indagatore. Seguo i suoi occhioni oltre la finestra. Vivi in una terra meravigliosa, le dico.

La Sardegna è una terra bellissima, ma soprattutto ricca e altamente variegata in termini di risorse naturali e non. Spesso però è troppo silenziosa e disunita; ciò che mi chiedo è se la Sardegna soffra un pò di bassa autostima, assume spesso le somiglianze di una donna intelligente e bella che però non crede al 100% di potercela fare e quindi poiché sofferente anziché aprirsi verso il mare si chiude in sé stessa”.

Sei molto autocritica… “La vita non è facile per una terra come la nostra, isolata e non sempre scelta, che si trova spesso a sgomitare fra i mari per raccontare e affermare il suo posto nel mondo. Riconosco in questa terra le mie origini, ma non riesco a delinearmi in un solo lembo di terra. Mi sento cittadina del mondo ma soprattutto della vita, amo la libertà e brucio di curiosità verso ciò che non conosco per questo non vedo più il mare come un manto d’acqua che ci isola e ci allontana dal resto, bensì come una finestra azzurra da attraversare fino in fondo, cambiando colore in base alla luce e al vento e che fa da ponte verso terre più lontane”.

Profonde le ponderazioni di Sara Lepori che nonostante la giovane età, dimostra piena maturità e consapevolezza di come vanno le cose nel mondo.

Cosa farà Sara da ‘grande’?Non ho particolari progetti definiti al momento – dice sospirando -, bensì solo promesse a me stessa. L’esperienza del libro è stata un viaggio di vicinanza fra me e me che ha insegnato quanto l’aspetto artistico che ho messo da parte per tanti anni sia decisamente una componente viva e vitale che mi appartiene. Per questo il progetto è quello di prendere per mano questa esperienza e camminarci assieme. Il prossimo anno uscirà una seconda raccolta poetica e ci sono diverse idee che potrebbero trasformarsi in progetti futuri, spero. Intanto provo a stare più che posso nel presente e di godere a tutto tondo dei frutti di questa novità.”

E il momento del congedo. Lei mi osserva, percepisco che forse ha un qualcosa da aggiungere. Un qualcosa di sé che avrebbe voluto approfondire. La invito a farlo.

Chiudi tu, come meglio preferisci. “Sai – comincia con sagace parsimonia -, un tema che vorrei sottolineare al momento è legato al mio pensiero. Credo fermamente che l’identità di ognuno di noi sia multifattoriale. Mi spiego: è un pò come se fossimo puzzle nei quali ogni pezzetto è fondamentale per l’insieme e necessita di tempo e ascolto per essere riconosciuto nel suo valore. Questo lo sottolineo in seno ad una domanda che mi pongono spesso, ovvero mi chiedono cosa farei se dovessi scegliere fra arte e scienza. Direi che sceglierei me stessa, perché in me esistono tutte le parti che mi compongono, tutte le esperienze vissute e anche quelle non vissute. Nonostante i costrutti sociali penso sia bene ricordare che risulta ormai superfluo definire un’età limite per vivere determinate esperienze, credo invece si possa parlare di tempo giusto e di giusto ritmo, il proprio.”

Buon vento Sara

di Massimiliano Perlato.

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