Sassari

Sassari: il 9 novembre mobilitazione contro l’allevamento suini

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Cresce la mobilitazione a Sassari contro l’allevamento intensivo di suini attivo nella zona di Caniga, dove, all’interno di un ex capannone avicolo, è stato realizzato un impianto con una capacità di circa 1.500 animali.

Domenica 9 novembre, alle ore 11:00, in Piazza d’Italia, cittadini, comitati e associazioni ambientaliste si ritroveranno per chiedere chiarezza, partecipazione e la sospensione delle attività del sito, giudicato potenzialmente pericoloso per l’ambiente, la salute pubblica e la qualità della vita dei residenti.

L’iniziativa segue una prima protesta organizzata nei giorni scorsi e conferma un crescente movimento civico che chiede maggiore attenzione alle scelte che incidono sul territorio.

Le criticità segnalate

Secondo i promotori, l’allevamento sorge a ridosso delle abitazioni, con conseguenti rischi per la vivibilità della zona e l’inquinamento delle falde acquifere legato alla gestione dei reflui.
Tra le principali problematiche indicate:

  • odori molesti e aumento del traffico pesante,

  • inquinamento del suolo e delle acque dovuto all’accumulo di nitrati e ammoniaca,

  • consumo eccessivo di acqua in un’area già fragile dal punto di vista idrico,

  • condizioni di vita degli animali ritenute incompatibili con i principi di benessere e rispetto.

Rischi ambientali e sanitari

Gli esperti e le associazioni denunciano che i reflui prodotti da 1.500 suini possono generare un elevato carico inquinante, mettendo a rischio il suolo, le acque e la qualità dell’aria.
Si teme inoltre un potenziale rischio sanitario, poiché l’elevata densità di animali può favorire la diffusione di agenti patogeni e rendere necessario un uso intensivo di antibiotici, con possibili effetti sulla resistenza antimicrobica, una delle emergenze globali riconosciute dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Sul fronte del benessere animale, le associazioni denunciano condizioni di allevamento estreme, con spazi angusti, assenza di luce naturale e pavimentazioni in cemento o grigliato che generano sofferenza e stress cronico.

Richiesta di partecipazione e modello sostenibile

I manifestanti chiedono trasparenza nei procedimenti autorizzativi e un coinvolgimento reale della popolazione, sottolineando che decisioni di tale impatto dovrebbero essere discusse pubblicamente.

Nel corso della manifestazione, verranno ribaditi i principi di un modello di sviluppo alternativo, fondato su:

  • tutela della salute pubblica,

  • salvaguardia dell’ambiente,

  • rispetto del benessere animale,

  • valorizzazione delle comunità locali e delle risorse del territorio sassarese.

La piazza si prepara così a diventare il simbolo di una cittadinanza attiva che chiede un futuro più sostenibile e rispettoso del territorio.

Fonte: comunicato

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