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Scivolone di Boris Johnson sull’iniziativa patriottica “One Britain One Nation Day”: forti proteste da Galles e Scozia

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“We’re encouraging schools across the UK to celebrate One Britain One Nation Day on 25 June, when children can learn about our shared values of tolerance, kindness, pride and respect. #OBONDAY21 @1Britain1Nation “. Con questo tweet, il Department for Education del Governo britannico proponeva, nella giornata di ieri, l’iniziativa da tenersi questo Venerdì in tutto il Regno Unito, di far intonare  in tutte le scuole del Regno una canzoncina patriottica intitolata «One Britain, One Nation».

Nella nota si legge: “il dipartimento ha affermato che le scuole dovrebbero incoraggiare i bambini ad applaudire per un minuto e rendere omaggio a tutte quelle persone che hanno aiutato durante la crisi della pandemia di Covid 19 e cantare l’inno della giornata Una sola Gran Bretagna, una Sola Nazione”.

Poco importa, al premier Johonson, che tale iniziativa abbia creato un certo imbarazzo bipartisan, accogliendo malumori anche tra le fila di alcuni rappresentanti  della maggioranza, oltre che alle comunità scozzesi e gallesi, irritati per il gesto quantomeno avventato. Dalla Scozia giunge l’affondo più piccato definendo la proposta come  «stupidità imperiale» asserendo che la campagna del governo sia «pericolosamente vicina a Ein Volk, Ein Reich», in riferimento al famigerato slogan nazista.

Eppure  l’origine dell’iniziativa era innocente, dal momento che la canzoncina venne composta due anni fa dai bambini di una scuola elementare di Bradford. La campagna, poi, guidata dall’ex poliziotto di origine indiana Kash Singh, ha preso vigore soprattutto dopo le affermazioni dello stesso sulla sua pagina web, dove chiedeva sostegno alle scuole per “celebrare la giornata nello spirito per cui è destinata”.

Nonostante le forti reazioni nel Regno Unito, che appaiono più come una bocciatura di quello che viene percepito come un passo falso del Primo Ministro, Downing Street ha smorzato l’idea di aver incoraggiato le scuole a far cantare gli studenti in coro.  Con la Brexit Boris Johnson prosegue la propria campagna personale verso una deriva più nazionalistiche che patriottica;  ha infatti trasformato il partito conservatore in una specie di formazione nazionalista inglese, impegnata in una costante guerra culturale a difesa della patria, della sua storia e delle sue tradizioni.

God Save the British!


 

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