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Scuola: Azzolina polemiche con “La Repubblica” in corso

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La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, non rimane mai immune alle polemiche sul suo conto. Ogni giorno combatte personalmente (o chi per lei) su Facebook le sue battaglie. Ovviamente a parer suo i “complottisti” delle Fake News continuano ad attaccarla.

Per questo non si è fatta attendere la sua risposta all’economista Tito Boeri che sul quotidiano “La Repubblica” di oggi, ha sostenuto che in Italia “non si sa nulla su tempi e modalità” della riapertura delle scuole.

Anche ieri, La Ministra, è stata “attaccata”, sempre su La Repubblica, rea di aver scritto in un articolo, che gli studenti saranno divisi in due gruppi. Uno lavorerà in presenza a scuola e il secondo con la DaD a casa. La Azzolina ha risposto subito su Facebook commentando che “questa notizia è assolutamente falsa. Le linee guida sulla didattica digitale integrata non dicono questo. Nessuno studente starà una settimana a casa e una settimana a scuola. Diffondere queste notizie false scatena solo panico ingiustificato alle famiglie, agli studenti e al personale scolastico.

Ricordo inoltre che la Didattica Digitale potrà essere integrata a quella in presenza solo ed esclusivamente per le scuole secondarie di secondo grado. Quindi per gli studenti dai 14 anni in su. Il testo delle linee guida sarà inviato oggi al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione per il necessario parere.

Il mondo della scuola sta lavorando alacremente per la riapertura di settembre. Ringrazio tutto il personale scolastico per questo. C’è bisogno di un maggior senso di responsabilità da parte di tutti. Ricordo che ogni notizia ufficiale, in vista della ripartenza della scuola, viene sempre pubblicata sul sito del Ministero dell’istruzione (www.miur.gov.it) e successivamente sui canali social miei e del MI Social”

Su facebook la Azzolina risponde a Tito Boeri

“…È un falso” commenta così Lucia Azzolina le dichiarazioni di Tito Boeri apparse su La Repubblica di oggi. 

“In Europa, molti Paesi non hanno ancora deciso come riaprire le scuole a settembre. Se, per esempio, prevedere il distanziamento fisico. Questo semplicemente perché ancora non sanno se saranno in grado di garantirlo. C’è una grande incertezza, legata in parte alle incognite del virus e in parte alla debolezza strutturale del sistema pubblico di istruzione.

Ricordo che in Italia a giugno con gli Esami di Stato abbiamo riaperto le scuole in presenza a mezzo milione di ragazze e ragazzi, circa il 7% della popolazione studentesca (esami cancellati in molti Paesi europei).

Per la riapertura a settembre di tutte le scuole abbiamo iniziato a lavorare nel mese di aprile. Il comitato di esperti ha fornito proposte che hanno poi ispirato le Linee guida, un documento discusso con tutte le parti coinvolte nel sistema scolastico. Documento infine approvato da Regioni ed Enti locali, questi ultimi, come noto, proprietari degli edifici scolastici.

Le Linee guida sono operative da più di un mese. In queste settimane stiamo lavorando, e continueremo a farlo, per risolvere criticità derivanti da anni di tagli profondi che hanno indebolito il sistema. Sono contenta che finalmente qualcuno, timidamente, se ne stia accorgendo.

“L’imperativo categorico del Governo, dice ancora Boeri, è dotare tutte le scuole di banchi a rotelle”: altro falso. Dove sta scritto, esattamente? Sarebbe più opportuno, credo, pesare con cautela le parole cercando di evitare semplificazioni e superficialità.

Il Ministero non ha imposto niente. Ha chiesto, scuola per scuola, se vi fosse necessità di banchi monoposto. E, nel caso, di giustificarla. Questo sarebbe un imperativo?

Il Ministero ha indicato alle istituzioni scolastiche diverse misure per garantire il distanziamento. Una delle quali è rappresentata dal rinnovo degli arredi. Molte scuole ne hanno fatto richiesta, a dimostrazione del fatto che si tratta di una misura utile.

Sul totale delle richieste, circa una scuola secondaria su quattro ha chiesto il banco innovativo invece di quello tradizionale. Per esigenze didattiche. Se Boeri avesse piacere potrei accompagnarlo personalmente in una delle tante scuole italiane in cui quei modelli di banco sono già utilizzati da anni e con grande soddisfazione di studenti e docenti.

Ultima considerazione, forse la più importante perché in qualche modo sostiene tutto il ragionamento di Boeri. L’economista si chiede “se ci sono basi scientifiche” su cui poggiare la convinzione che il banco singolo aiuta a garantire il distanziamento tra gli studenti. Lo fa in modo volutamente beffardo, lasciando intendere che non ve ne sia alcuna.

Ma la risposta è semplicemente contenuta nel documento del Comitato Tecnico Scientifico del Ministero della Salute, allegato alle Linee guida. L’utilizzo del banco singolo è formalmente consigliato dal nostro Cts come misura di distanziamento.

Il banco singolo aiuta il dirigente scolastico ad organizzare lo spazio per garantire il distanziamento e, in molti casi, a lasciare unito il gruppo classe. È anche abbastanza intuitivo, per la verità. Ma, ripeto, è indicazione precisa, nero su bianco, del Cts.

Aggiungo che si tratta di una misura che oltre a dare una risposta sul piano dell’emergenza epidemiologica rappresenta un investimento strutturale: rinnovare gli arredi scolastici in scuole che hanno dotazioni vecchie di 40 anni dimostra che, al contrario di quanto scritto da Boeri, finalmente gli studenti non sono trattati come burattini ma sono al centro dell’azione dell’amministrazione e della politica.”

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