STRASBURGO – Per la seconda volta, Ilaria Salis si salva grazie al voto segreto. Questa mattina il Parlamento europeo ha respinto, seppur di misura, la richiesta del governo ungherese di revocare l’immunità parlamentare all’ex attivista italiana, accusata a Budapest di aver partecipato a un’aggressione contro militanti di estrema destra nel febbraio di due anni fa.
Il verdetto è arrivato con un margine minimo: 306 voti favorevoli al mantenimento dell’immunità, contro 305 contrari. Ancora una volta, dunque, i cosiddetti franchi tiratori sono stati decisivi. Già in commissione giuridica, nel voto preliminare, un solo voto aveva fatto pendere la bilancia a favore di Salis.
Oggi lo scenario si è ripetuto in Aula. Sulla carta, la maggioranza sembrava destinata a sostenere la richiesta ungherese, soprattutto dopo che anche il Partito Popolare Europeo (Ppe) – il gruppo più numeroso dell’Eurocamera – aveva annunciato l’intenzione di votare per la revoca dell’immunità. Ma la sinistra ha chiesto e ottenuto che la votazione avvenisse a scrutinio segreto, come già accaduto in commissione, nonostante la prassi abituale preveda il voto palese.
Il risultato, arrivato al termine di una seduta tesa, segna un nuovo capitolo nella vicenda giudiziaria e politica di Ilaria Salis, che resta per ora sotto la protezione dell’immunità parlamentare e al riparo dal processo che la attende in Ungheria.

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