“Il lavoro è un tema centrale nel pontificato di Papa Francesco, il quale, nell’ Evangelii gaudium (EG) , – commenta don Antonio Mura, responsabile diocesano UPSL di Iglesias – lo qualifica in quattro termini : “libero, creativo, partecipativo e solidale” (EG 192). La concezione dell’uomo, dominante nella visione economica degli ultimi decenni ha invertito l’equilibrio tra la dimensione oggettiva e soggettiva del lavoro. Prioritario nel mondo della finanza era ed è ancora il raggiungimento dell’efficienza, del risultato,del profitto nel più breve tempo possibile; secondari gli orari di lavoro, la pressione, le responsabilità, anche penali, che finiscono per gravare sui lavoratori. I lavoratori e le lavoratrici,vengono considerate,tragicamente, uno strumento, un mezzo per il raggiungimento del fine ultimo del profitto.
Sempre più, c’è dunque, – aggiunge don Antonio, – una profonda crisi antropologica: c’è la negazione del primato dell’essere umano (cfr EG 55). La Chiesa desidera offrire alcuni criteri per tentare di recuperare e richiamare la dignità della persona e l’auspicabile prospettiva per il Bene comune: In primo luogo, la Chiesa vuole diffondere la concezione del lavoro propria della sua dottrina sociale, che ritiene il lavoro un “actus personae”, cioè un’ espressione essenziale dell’essere persona. O meglio, con il lavoro la persona, che nella concezione cristiana è aperta al trascendente, si sente partecipe del processo creativo di Dio.
In secondo luogo, la Chiesa deve svolgere una funzione di denuncia: di denuncia dei contesti lavorativi in cui non ci sono condizioni di lavoro che possano definirsi sicure e «degne»; di denuncia di tutto ciò che umilia il lavoro e lo nega; di denuncia quando il lavoro è schiavo delle logiche guerrafondaie; di denuncia, quando il lavoro viene utilizzato dai potentati economici per profitti che distruggono territori, ambienti la salute pubblica; di denuncia della “cultura dello scarto”come quando i lavoratori e lavoratrici sono“scaricati”perché non servono più per il “profitto” dei potentati economici; ○ di denuncia di ogni tentativo di creare divisioni tra le varie crisi del mondo del lavoro.
Ogni divisione, è sempre funzionale a logiche di salvaguardia di molti poteri economici e di varie Istituzioni; ○ di denuncia la dove mancano progetti unitari di sviluppo dei territori e spesso, queste assenze progettuali sono provocate o da gravi incapacità amministrative o da prospettive che sembrano pensate in funzione del mantenimento delle gravi crisi per interessi personalistici o di garanzia per il mantenimento di “caste sociali e/o Istituzionali” di denuncia quando le lavoratrici e i lavoratori non sono compensati con adeguati e dignitosi stipendi. La pace solidale e il bene comune, – spiega ancora don Antonio, – sono chiari obiettivi per favorire una matura democrazia. Solo se si verificano tutti i punti che la Carta Costituzionale Italiana e la dottrina sociale della Chiesa propongono come obiettivi e criteri, potremmo sperare nella pace solidale, nel bene comune e nel rispetto della dignità di ogni persona. Tutto ciò avvenga anche per il nostro amato Sulcis Iglesiente”.
Foto: Archivio Sardinian Events di Portoscuso

Comment here