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UE “No alla commercializzazione dei suini sardi”. Copagri Sardegna “La Regione individui iniziative per risolvere la situazione”

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La commissaria UE alla Salute e Sicurezza Alimentare Stella Kyriakides  si è detta contraria alla liberalizzazione immediata della commercializzazione, fuori della Sardegna, delle carni suine e i suoi derivati prodotti nell’isola “Sono stati ravvisati due dei principali fattori che contribuiscono alla persistenza della peste suina africana in Sardegna, ossia la presenza di un gran numero di suini allo stato brado non registrati e una popolazione di cinghiali non controllata. Negli ultimi anni la Sardegna si è impegnata ad attuare interventi volti ad affrontare tali carenze.”  Nonostante l’ottimo lavoro della regione Sardegna la commissaria non intende, al momento, limitare le restrizioni alla commercio delle carni “I suini allo stato brado continuano tuttavia a costituire un problema e alle autorità veterinarie resta molto lavoro da fare per debellare le restanti sacche di questa malattia persistente nei suini domestici e nei cinghiali. La Commissione – termina la Kyriakides –  potrebbe prendere in considerazione una revisione delle misure di regionalizzazione dell’UE per allentare le restrizioni attualmente applicabili alla Sardegna soltanto in seguito all’esito positivo di una sua missione di audit di follow-up volta a valutare gli ulteriori progressi delle autorità veterinarie sulle questioni in merito.”

Dopo queste esternazioni il presidente regionale della Copagri Sardegna,  Ignazio Cirronis, e il direttore regionale,  Pietro Tandeddu si dicono preoccupati  “Francamente ci viene difficile accogliere le argomentazioni della commissaria europea  alla salute e sicurezza alimentare a supporto del rinvio della liberalizzazione dell’export delle carni suine e suoi derivati provenienti dalla Sardegna. L’ipotesi più plausibile è che non sia stata informata, né dalla Regione, né dal ministero sulla realtà attuale della suinicoltura in Sardegna. L’Unità di Progetto ha presentato da tempo la sua relazione sullo stato di attuazione del programma straordinario di eradicazione della peste suina africana, relazione  che si ritrova come allegato ad una delibera del 24 settembre. I risultati ottenuti sono straordinari: – proseguono il presidente e il direttore –   da due anni non si registra un focolaio, da oltre un anno e mezzo non si è individuato il virus nei cinghiali; l’ultima volta 18 mesi fa. Sono stati abbattuti , perché detenuti illegalmente, quasi 5.000 maiali. Restano sul campo forse un centinaio di maiali bradi non censiti a fronte di 180.000 capi allevati, mentre la commissaria  fa pensare a grandi numeri nel pascolo brado. Vogliamo sapere quali azioni , e quando, sono state poste in essere dalla Regione. Chiediamo – terminano dalla Copagri – che urgentemente l’assessore della Sanità convochi l’Unità di Progetto unitamente alle Organizzazioni Professionali Agricole per riferire ed individuare le ulteriori iniziative da programmare per porre fine a questa situazione dopo gli innumerevoli sacrifici sopportati dai produttori.”

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