Come può uno spazio pubblico situato in un piccolo villaggio dell’Iglesiente, qual è il Villaggio Normann, essere selezionato per partecipare al premio The European Union Prize for Contemporary Architecture / Mies van der Rohe Awards (EUmies Awards)?
Oltre ad alcune caratteristiche tecniche, presenti nel progetto, che costituiscono l’asse portante del premio, esiste qualcosa di più radicato e profondo: l’idea di un’arte (o architettura) costruita insieme, per tutti e di tutti. Uno spazio pubblico non è una cattedrale nel deserto, è un luogo dove tutti, residenti e non, si sentono a casa, in armonia con la natura; in questo, il progetto concepito dall’architetto Francesco Careri insieme ai residenti del Villaggio Normann e realizzato dai volontari dell’omonima associazione, propone allo stesso tempo senso di appartenenza alla comunità e visione artistica pensata per contrastare il tempo e il rischio di abbandono dei luoghi.
Uno dei capisaldi del EUmies Award è condensato in queste frasi: È uno dei premi culturali dell’Unione Europea promossi da Creative Europe e celebra l’eccellenza nelle opere architettoniche in tutta Europa, mettendo in evidenza il contributo dell’architettura di qualità allo sviluppo sostenibile e al benessere dei cittadini. Sviluppo sostenibile e benessere delle persone sono, insieme ai principi della Convenzione di Faro, la stella polare che ha
guidato il progetto fin dall’inizio, consci che progettare “arte pubblica in spazi pubblici” dovesse restituire una memoria dei luoghi che fosse trait d’union tra passato e presente.
Oggi, il discorso portato avanti dall’Associazione Villaggio Normann non è più quello di far rivivere il passato minerario, ma quello di custodire ciò che resta e progettare il futuro utilizzando anche il linguaggio dell’arte, di un’architettura radicata socialmente e culturalmente nelle città e nei territori, come recitano gli stessi obiettivi che il premio propone di realizzare.
L’importanza di aver passato la prima fase del premio, non risiede solo nel fatto di ambire alla vittoria finale (noi tutti ci speriamo!), ma nel riconoscimento dell’idea progettuale e della realizzazione, di essere approdati con pochissimi mezzi in un contesto internazionale che ha come mission quella di diffondere e valorizzare la storia di un territorio tramite ciò che si è realizzato insieme, in linea con gli obiettivi dell’Associazione fondata dai residenti del Villaggio.
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