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Whirlpool chiude e licenzia, Di Maio non si vede. É il certificato del fallimento 5S.

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E meno male che Di Maio stava riportando il lavoro in Italia…

Prima notte di presidio permanente in fabbrica per gli operai dello stabilimento Whirlpool di Via Argine a Napoli.

Ieri, al termine dell’ultimo turno, i lavoratori della multinazionale americana (che ha confermato la chiusura a partire dal 31 ottobre) invece di tornare a casa hanno allestito un presidio h24. “Per noi questo licenziamento è come una condanna a morte – spiega Vincenzo Accurso, operaio Whirlpool RSU Uilm – fuori non c’è nulla e perdere il lavoro in un periodo storico come questo è una tragedia”.

Da ministro dello Sviluppo economico (Conte 1), Di Maio il 30 ottobre del 2018 rivendicava il risultato: «Whirlpool non licenzierà nessuno e, anzi, riporterà in Italia parte della sua produzione che aveva spostato in Polonia. Questo è il frutto di una lunga contrattazione che siamo riusciti a chiudere al ministero dello Sviluppo Economico. Sono quindi orgoglioso di dire che ce l’abbiamo fatta: stiamo riportando lavoro in Italia».

Due anni dopo, lo stabilimento Whirpool chiude.

Ma Di Maio scappa, lasciando la patata bollente nelle mani del premier Conte.
Nulla da fare. La proprietà ha deciso di chiudere lo stabilimento napoletano. Gli operai andranno a casa. Ma ora la colpa viene scaricata tutta su Conte.

Un fatto che certifica il fallimento dei 5Stelle su qualsiasi fronte.

Il grido “onestà onestà” si è infranto davanti ai primi avvisi di garanzia pervenuti ai sindaci Filippo Nogarin, Chiara Appendino e Virginia Raggi. Per il sindaco di Roma il trattamento privilegiato è stato duplice: il codice etico del M5S è stato modificato proprio per salvare la sua poltrona. La regola del “doppio mandato” è finita in soffitta per far spazio al “mandato zero”.

Con le primarie online del 2017 i grillini rinunciavano, almeno ufficiosamente, al principio “uno vale uno”, dal momento che l’ex vicepresidente della Camera, oltre a ottenere la candidatura a premier, divenne anche il “capo politico” del Movimento. Di fatto era lui a dettare la linea prima e dopo le Politiche del marzo 2018. Se fino a quel momento il M5S era sempre stato contrario ad alleanze, sia prima che dopo il voto, in seguito divenne tutto possibile. Durante le trattative per la formazione del nuovo esecutivo allearsi col PD o con Matteo Salvini era pressoché identico anche se, a un certo punto, Di Maio dichiarò: “Ogni discorso con la Lega è chiuso”.
E chiuso non era… quello che prima veniva bollato come “inciucio”, nella neo-lingua grillina diventava un “contratto di governo”. E sul Presidente della Repubblica Sergio Mattarella? Di Maio ne chiedeva l’impeachment…

Non va dimenticato che il PD era considerato dai grillini il “partito di Bibbiano”. E non solo. Il fondatore del M5S pubblicò una parodia di una canzone di Gaber che recitava così: “Mio fratello è del Pd perché aveva ragione Berlusconi quando diceva che chi votava Pd era un coglione“.

Era il 2017 quando il deputato Roberto Fico affermava: “Alleanza con la Lega? Dio ci scampi”. Fico divenne presidente della Camera, eletto con i voti leghisti.

Per quanto riguarda Alessandro Di Battista e le sue mancate promesse ci sarebbe da scrivere un libro, ma forse è sufficiente riportare alla memoria quelle sulle storiche battaglie ambientaliste: No Tap, No Ilva e No Tav. Sono diventate tutte e tre dei sì. L’ultimo cruciale e dirimente è stato il voto decisivo degli europarlamentari pentastellati a favore di Ursula Von Der leyen, la candidata del duo Merkel-Macron. Ma non volevano uscire dall’Europa?

Non ultimo il tema dell’immigrazione clandestina: i Grillini sono partiti da un “obiettivo zero sbarchi” per sposare la causa dei porti chiusi prima (con Salvini alleato di Governo) e porti aperti poi (con la trazione del governo a targa PD).

Forse sarà anche per questo che hanno perso 49 seggi in 31 mesi?

Tornando alla triste vicenda Whirlpool, è eloquente il commento del sindaco di Napoli, Luigi De Magistriis: “è la sconfitta dello Stato”.

A Napoli sono state spente le luci in comune, nella piazza del Municipio e del Maschio Angioino per essere accanto ai lavoratori Whirlpool, traditi da un governo sempre più incapace di fornire adeguate risposte ai lavoratori di tutti i settori.

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