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Champions League, Guardiola: “Il City del secondo tempo va in finale”

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Il Manchester City rimonta a Parigi nella semifinale d’andata di Champions League. Se il primo tempo sorride al PSG, la ripresa é tutta per i Citizens.

Il tecnico Pep Guardiola commenta così a Sky Sport: “City trasformato? Quando giochi l’andata di semifinale non giochi libero, giochi pensando a non prendere gol, che c’è un’altra partita, che ci sono avversari pericolosissimi. Se perde uno non è se stesso. Credo che abbiamo iniziato bene, poi il gol ci ha fatto bene, eravamo precisi ma non cattivi. La differenza è stato un pressing più aggressivo, abbiamo fatto uomo contro uomo e questo ci ha fatto recuperare tanti palloni subito. Poi abbiamo avuto più controllo con il possesso. La domanda è se al ritorno saremo la squadra del primo tempo o quella del secondo tempo: se saremo quella della ripresa, andremo in finale“.

Attacco spuntato – “Se mi manca un centravanti vero? A volte sì. Ma noi abbiamo un modo di giocare che richiede molto controllo. Se giochi aperto contro il PSG e questi attaccanti non c’è niente da fare, sono 10mila volte più forti di noi. Noi dobbiamo portare la partita a un certo ritmo. Conosco i miei giocatori, se dobbiamo giocare in contropiede possiamo farlo. Se giochiamo aperti contro Neymar e Mbappé non c’è niente da fare, ti ammazzano. Lo abbiamo visto contro il Bayern. Se a loro lasci entrare Neymar, Mbappé, Di Maria, Verratti, ti ammazzano.  La differenza è che siamo stati più aggressivi senza palla negli ultimi dieci minuti del primo tempo e nel secondo tempo. Il primo tempo siamo stati non aggressivi, la nostra forza invece è quella“.

Differenze – “Quando gioco in FA Cup contro squadre di seconda fascia parlo degli avversari, quando giochiamo su questi palcoscenici e contro questi avversari parlo solo di noi. È chiaro che i giocatori non conoscano i dettagli del PSG e ho parlato di quello che sono ma mi sono concentrato su di noi. Siamo una buona squadra, dobbiamo esprimere quello che siamo. Nella prima partita sei un po’ pauroso perché non la puoi perdere“.

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