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CORONAVIRUS, IL PARADOSSO BIELORUSSO

Bielorussia
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Il mondo è fermo, non si muove, aspetta, mentre medici e infermieri lottano in prima linea per sconfiggere un nemico invisibile. Mentre il resto del pianeta è immobile, in Bielorussia si corre.

Campionato che va avanti, stadi aperti e pieni di pubblico, e seconda giornata che si sta disputando.

La Vysshaya League, prima serie bielorussa, prosegue. E vede la caduta delle grandi, come il Bate Borisov, ko contro lo Slavia Mozyr, e che resta ferma a zero punti dopo due partite, così come la Dinamo Minsk, che perde il derby contro l’FC Minsk: sotto 3-0, ha provato a rimontare, ma in 10 contro 11 si sono fermati al 3-2. Ed è una vittoria storica per l’FC Minsk, che batte per la prima volta, in casa, i cugini della Dinamo (nei 14 precedenti sei pareggi e otto sconfitte), e vola a punteggio pieno in vetta alla classifica.

La cosa che colpisce è quello che succede sugli spalti: tanti tifosi, tutti vicini, quasi tutti senza mascherina. File all’ingresso, dove viene controllata la temperatura corporea, ma una volta dentro è ‘come se nulla fosse’. Eccezione di un mondo che si è fermato.
Tifosi che cantano e incitano i propri beniamini. Senza mascherine.

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