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CORONAVIRUS: SVEZIA IN CONTROTENDENZA

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Mentre gran parte dell’Europa è bloccata, la Svezia sta andando per la sua strada». È uno dei titoli che appare sui media del Paese scandinavo, forse l’unico Paese industrializzato del mondo a non aver ancora imposto rigide restrizioni alla popolazione per contenere il coronavirus. Del caso si è occupato anche il Financial Times, parlando di «Svezia in controtendenza con la sua sperimentale strategia anti-virus».

Scuole primarie e ristoranti restano aperti senza limitazioni ma con suggerimenti a limitare i contatti sociali. L’invito è a lavorare da casa se si può, stare a casa se si sta male, si fa parte di un gruppo a rischio o si hanno più di 70 anni. Il premier Stefan Lofven in un discorso alla nazione, domenica, si è limitato ad un appello al senso di responsabilità della cittadinanza. Sotto la pressione dei media, che parlano di risposta troppo rilassata alla pandemia, il governo ha risposto che seguirà le indicazioni degli esperti dell’agenzia per la salute pubblica, secondo cui i bambini non devono per forza stare a casa.

Il suo capo, l’epidemiologo Johan Carlson, ha difeso l’approccio svedese, spiegando che misure draconiane avrebbero «un impatto limitato sull’epidemia» ed un impatto sociale troppo duro. In Svezia ci sono oltre 2.200 casi di coronavirus e 33 morti, ma potrebbero essercene molti di più perché vengono testati solo pazienti con sintomi gravi. Greta Thunberg, ad esempio, ha affermato di aver contratto con ogni probabilità il covid-19 ma di non aver avuto la possibilità di accertarsene. La giovane attivista ha invitato i suoi connazionali, soprattutto i giovani, a non prendere la malattia sotto gamba e a restare a casa, come ha fatto lei.

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